Il calcio ai confini del mondo, alla scoperta dell’Isola di Guam

Il calcio ai confini del mondo, alla scoperta dell’Isola di Guam

Giugno 26, 2020 0 Di Alessandro Amodio

Il calcio sull’isola di Guam non è esattamente una priorità. Ma la nazionale, seppur inserita nella federazione asiatica, sta crescendo.

Nel 1972 il nome di Shõichi Yokoi salì alla ribalta internazionale. Nonostante la WWII fosse finita da 27 anni con il lancio delle bombe nucleari e la resa incondizionata del Giappone, lui era rimasto lì. Mantenendo la posizione assegnata in attesa di nuovi ordini, che non arrivarono mai.

Una volta rientrato in patria provò vergogna nel non aver sacrificato la propria vita per la causa Giapponese. Il ritovamento avvenne a Guam, dove nel ’44 gli americani scacciarono i giapponesi, dopo averne perso il controllo nel ‘41.

Andersen Air Force Bae, nella foto di wikipedia.it si vedono le navi della marina americana

La situazione attuale

l’isola è un territorio non incorporato, il capo di Stato è il Presidente degli Stati Uniti. Ha una superficie di circa 500 chilometri quadrati (Roma 1200 ndr) in cui vivono poco meno di 200 mila persone. Il calcio non ha vita facile vista la concorrenza del basket, importato dai soldati americani, e del rugby , sport egemone nel pacifico. Tuttavia, la nazionale di calcio, fondata nel 1975, nonostante appartenga geograficamente all’Oceania, è da sempre stata affiliata all’AFC.

Nei primi anni era una delle nazionali più deboli sia del calcio asiatico che del mondo. Un sussulto vi è stato nelle qualificazioni mondiali del 2018 nella seconda fase. Salvo le due partite finite con un punteggio tennistico contro la superpotenza Iran, la nazionale ha raggiunto ottimi risultati: vittorie contro India e Turkmenistan e pareggio contro l’Oman.

È un risultato storico se si pensa che neanche 10 anni prima aveva perso 12-0 contro la non irresistibile Hong Kong. Inoltre nel turno preliminare per le qualificazioni a Qatar 2022 ha rifilato una manita al Bhutan, ribaltando l’1-0 dell’andata, giocata nel pittoresco stadio Changlimithang di Thimphu (nella foto Wikimedia).


Prospettive future del calcio sull’isola di Guam

Nel contesto del calcio asiatico è difficile che possa qualificarsi alla fase finale di un mondiale o della coppa d’Asia. Con l’allargamento del mondiale a 48 squadre nel 2026 L’OFC (Oceanian Football Confederation), avrà un posto di diritto nella fase finale del mondiale. Difficile, quasi impossibile, che qualcuno in Oceania possa scalzare la Nuova Zelanda, la quale dopo l’addio dell’Australia è praticamente egemone nel continente. Ma probabilmente confrontarsi con le nazionali Oceaniche, per Guam, consentirebbe di mettere in risalto i miglioramenti raggiunti nell’ultimo periodo e poter sognare in grande. La Fifa non ha ancora stabilito per le qualificazioni del 2026, quali saranno le confederazioni che si contenderanno gli ultimi posti negli spareggi intercontinentali.

I dirigenti dell’OFC qualora riuscissero a strappare un posto negli spareggi intercontinentali alla finalista, coronerebbero il sogno di qualche piccola isola del Pacifico di partecipare alla fase finale di un mondiale. Forse ad Hagåtña un piccolo pensierino di passare all’OFC qualcuno lo starà facendo.
La coppa del mondo del 2026 si giocherà negli Stati Uniti (insieme a Messico e Canada), qualora ciò che abbiamo appena scritto diventasse realtà Guam giocherebbe il mondiale in “casa”. D’altronde è scritto nel loro motto: “Where America’s Day Begins”.