Una Liga dal sapore diverso: la mossa geniale del Real Madrid

Una Liga dal sapore diverso: la mossa geniale del Real Madrid

Luglio 17, 2020 0 Di Luca Sisto

A Valdebebas, la Ciudad Deportiva del Real Madrid, è stato inaugurato nel 2006 un piccolo stadio da 9000 posti, intitolato alla leggenda Blanca Alfredo Di Stefano, dove gioca la seconda squadra della polisportiva madridista, il Castilla. Alle origini della carriera da allenatore di Zidane (nella foto copertina di calciomercato.com), oltre al ruolo di assistente di Ancelotti in occasione della “Decima” vinta nel 2014, c’è proprio quello di responsabile tecnico della squadra B. Con il break causato dalla pandemia, sono iniziati i lavori di ammodernamento del Santiago Bernabeu. Lavori che renderanno lo stadio fruibile allo stesso tempo per più eventi, portando il manto erboso ad essere solo uno dei sette strati sovrapposti sulle cui fondamenta poggia il campo.

Zizou, che per la verità al Castilla non aveva fatto benissimo, in accordo col club ha deciso di concludere la stagione proprio a Valdebebas. Per intenderci, come se, per lavori dell’Olimpico, la Roma giocasse a Trigoria (o, se vogliamo metterla sul piano geolocale, a Fiumicino, dato che Valdebebas è un quartiere in forte espansione più vicino all’aeroporto di Barajas che al centro di Madrid). Come se non bastasse, in previsione dei lavori di allargamento del centro sportivo, anche l’Alfredo Di Stefano verrà portato da una capienza di 9000 a una di 26000 posti a sedere, con l’intento di rendere il Castilla, almeno fino alla Segunda, una vera squadra B dove far crescere talenti della cantera e non.

Ora, se avete giocato a calcio o vi è capitato di assistere a partite in uno stadio vuoto (o semivuoto, fate voi), vi renderete conto che il fattore campo può cambiare a seconda dell’atmosfera che si viene a creare. Tempo fa, mi fece pensare molto un’intervista di Bruno Giordano, attaccante di Lazio e Napoli negli anni Ottanta, che partecipò nel 1987 al primo turno di Coppa Campioni ’87-88 fra Real Madrid e Napoli. L’andata, che si rivelerà decisiva per il passaggio al turno successivo dei Merengues, vide le squadre giocare al Bernabeu a porte chiuse per squalifica del campo. Il Real vinse 2-0 ma il Napoli sprecò diverse palle gol, una delle quali clamorosa a porta vuota con lo stesso Giordano che spedì il pallone fuori. Il bomber ha dichiarato che, in uno stadio immenso come il Bernabeu, per chi non ha mai giocato lì, sarebbe stato difficile fare gol perché senza tifosi la porta non dà riferimenti sufficienti, persino a un attaccante come lui che la sentiva, eccome se la sentiva.

Le squadre di Liga conoscono altresì molto bene il Bernabeu e avrebbero potuto sfruttare l’assenza di pubblico per annullare il fattore campo. Un piccolo stadio da neppure 10000 posti, omologato al minimo per ospitare partite di questa rilevanza, sarebbe invece stato perfetto per il Real per sfruttare il fattore campo anche in contumacia tifosi. Il Real ha praticamente invitato gli avversari a giocare partite in un’atmosfera quasi da allenamento, sì, ma nella loro tana, con i loro riferimenti quotidiani e con 3 punti in palio. Inoltre, nelle gare in trasferta, come al San Mamès di Bilbao, ha potuto giocare sull’assenza dei tifosi di casa per far valere il proprio superiore tasso tecnico e le proprie motivazioni.

Il Real aveva vinto nettamente contro il Barça lo scontro diretto nella penultima prima dello stop, sopravanzando i Blaugrana in classifica, ma era andato ko nell’ultima gara a Siviglia contro il Betis, smorzando l’inerzia positiva della vittoria nel Clasico e ritornando al secondo posto. Come ha dichiarato Zidane in conferenza stampa, l’interruzione di due mesi è servita ai giocatori per dimenticare la sconfitta contro il Betis al Villamarìn, raccogliendo le forze e concentrandosi al massimo sul grande obettivo stagionale: ritornare sul tetto di Spagna dopo due stagioni di dominio catalano e dopo il fallimento da zero titoli della scorsa temporada.

Zidane si è dimostrato allenatore vero, mixando alla perfezione talenti brasiliani millennials come Vinicius e Rodrygo, con veterani come Kroos e l’ex pallone d’oro Modric. Ha puntato forte sulla coppia centrale Ramos-Varane, dando le chiavi della porta a Courtois, stavolta senza appello. Ha alternato Marcelo e Ferland Mendy a sinistra e ha potuto contare sulla ritrovata tenuta fisica di Carvajal a destra. Ha goduto di una prima parte di stagione eccellente del giovane uruguayano Valverde, salvo poi tornare negli ultimi tempi a schierare più volte il centrocampo classico con Casemiro, Modric e Kroos. Anche Hazard, arrivato in sovrappeso a fronte dei 100 mln sganciati per averlo dal Chelsea e mai impiegato nella prima parte di stagione, si è svegliato dopo il lockdown contribuendo, insieme a Isco e al ritorno di Asensio, al gioco di possesso palla e strappi solido ed equilibrato dei Merengues.

Il fenomenale Benzema di questa stagione (21 gol in Liga), è stato infine decisivo, insieme a Ramos (10 gol in stagione e una leadership da pallone d’oro), nelle 10 vittorie su 10 post lockdown. Il Barcellona, che non è riuscito a tenere minimamente il ritmo dei Blancos e ha perso molti punti in casa in un Camp Nou vuoto (non ultima la sconfitta di ieri contro l’Osasuna) proverà a leccarsi le ferite contro il Napoli in Champions. Ma il costosissimo esperimento di affiancare a Messi un’altra primadonna come Griezmann potrebbe essersi rivelato già perdente, se i rumors sul suo addio anticipato verranno confermati.

Il Barça di quest’anno è una polveriera e Messi ha già avvertito tutti: agosto è vicino e bisognerà cambiare marcia. Intanto, il Real pur senza i tifosi, a cui Zidane ha dedicato il titolo, si gode la 34esima Liga della sua storia. Ed è già partito il dibattito: è più grande Zidane allenatore o lo Zidane calciatore è stato ineguagliabile? In conferenza stampa Zizou ha risposto che, a fine carriera, farà i suoi conti. Personalmente, sono d’accordo con lui. Un mago un po’ folle in campo, un genio molto più pacato in panchina.