Perchè la Juve vuole Arkadiusz Milik

Perchè la Juve vuole Arkadiusz Milik

Luglio 29, 2020 0 Di Luca Sisto

Da qualche tempo, Arek Milik a Napoli è un caso.

Scaricato dal club di De Laurentiis, con il quale non ha trovato l’accordo per il prolungamento del contratto in scadenza giugno 2021, è altresì appetito da diversi club. Tra questi, la Vecchia Signora, forte di un accordo economico (circa 6,5 mln annui per 4 stagioni) con l’attaccante polacco classe ’94, sembra essere in netto vantaggio.

In questa stagione Milik ha realizzato 11 gol in 26 presenze (19 delle quali da titolare) in serie A, oltre alla tripletta contro il Genk in Champions League. Un bottino di reti più scarso rispetto all’exploit della scorsa versione ancelottiana, quando Arek aveva finalmente trovato una discreta continuità di presenze e rendimento, che gli ha permesso di timbrare il cartellino 17 volte (su 35 presenze complessive) in A e due in Champions League.

 

Perchè il Napoli prese Milik

Milik, acquistato dal club partenopeo per 32 mln di euro nella stagione 2016-17, dopo una clamorosa seconda stagione all’Ajax di Frank De Boer (culminata, seppur con la beffa del campionato sfumato all’ultima giornata, con 21 gol e 7 assist in Eredivisie e la convocazione per gli Europei francesi, con tanto di posto da titolare al fianco di Robert Lewandowski), aveva l’ingrato compito di non far rimpiangere El Pipita “Mister 36 gol in singola stagione di A” Higuain, passato, corsi e ricorsi storici, proprio alla Juventus dove avrebbe messo la firma sotto 3 Scudetti con diversi gol decisivi. Il vulcanico Gonzalo, in rotta con la Juve del suo maestro Sarri (ma aspetterei la Champions prima di dare per finita la sua seconda avventura in maglia bianconera), secondo i ben informati sarà il giocatore sacrificato dalla dirigenza per far posto all’armadio polacco.

 

Gli infortuni

Se l’età angrafica sembra ancora giovare a Milik e danneggiare Higuain, va però presa in considerazione la storia clinica di Arkadiusz, che ha saltato quasi completamente le prime due stagioni in maglia azzurra, rompendosi entrambi i legamenti crociati. Fermo una prima volta, dopo un’ottima partenza col Napoli, da ottobre 2016 per un infortunio in nazionale, con rientro lampo, ma minutaggio scarso, a marzo 2017; una seconda volta dal 24 settembre 2017, quando si ruppe il ginocchio durante la gara di Ferrara con la Spal, per poi rientrare nuovamente (miracoli della chirurgia del Dott. Mariani a Villa Stuart) a marzo, spingendo un Napoli stanco e privo di ricambi all’altezza a contendere fino alla fine lo Scudetto alla Juventus.

 

Doctor Arkadiusz and Mister Milik

Milik è un giocatore che probabilmente non ha ancora espresso tutto il suo potenziale. Innanzitutto, è questa la seconda estate consecutiva che lo vede al centro di voci di mercato. Nell’agosto 2019 sembrava praticamente fatto il suo passaggio ad una big della Bundes (si parlava del Borussia Dortmund), dal momento che il Napoli aveva bisogno di fare cassa (plusvalenza) per arrivare a Icardi. Non se ne fece nulla, anche perchè Wanda sfruttò fino all’ultimo giorno di mercato il leverage garantito da De Laurentiis per forzare l’Inter ad un buon accordo col PSG, dove poi effettivamente è finito l’argentino.

Secondo il DS partenopeo Cristiano Giuntoli, al momento del suo acquisto Milik era “l’unico vero possibile campione del Napoli”. Le qualità espresse già ai tempi dell’Ajax, evidenziavano un calciatore capace di tirare, specialmente col sinistro, anche da fermo, da qualsiasi posizione a partire dai 25 metri avversari. Tecnica di calcio e potenza tutta da apprezzare. Bravo sui piazzati, eccellente nei colpi di testa, soprattutto sui cross che arrivano da sinistra. Con l’algerino Ghoulam in rampa di lancio, e la catena di sinistra del Napoli che poteva esprimere sull’ala Lorenzo Insigne e sulla mezzala Marek Hamsik, Arek Milik sembrava il calciatore perfetto per gli azzurri. Finlizzatore micidiale e buon centravanti di manovra, tanto che era lui a fare da seconda punta, girando intorno a Lewandowski, nella Polonia che agli Europei del 2016 uscì solo contro i futuri campioni del Portogallo.

Milik nella versione napoletana iniziò subito con doppiette decisive al Milan, al Bologna e alla Dinamo Kiev in Champions, mostrando tutto il suo repertorio da attaccante completo. Gli infortuni e l’esplosione di Dries Mertens in versione centravanti, grazie all’intuizione di Maurizio Sarri, ne hanno però minato la futuribilità al centro del progetto napoletano.

Lo stesso Sarri, nella stagione successiva, quella dei 91 punti, con Milik e Ghoulam fuori quasi tutta la stagione per la rottura del ginocchio, affermò che con il centravanti polacco, in determinate circostanze, avrebbe potuto derogare al suo 4-3-3 per sfruttare al massimo la potenza di fuoco dell’attacco.

Un esperimento tentato anche da Ancelotti, con scarsi risultati di equilibrio. In questa stagione, frenato dai fastidi di mercato e da un infortunio muscolare patito nella prima fase della preparazione, Milik ha cominciato nuovamente come punta di riserva, alle spalle sia di Mertens che di Lozano nelle gerarchie ancelottiane. Con l’esonero del tecnico di Reggiolo e l’arrivo sulla panchina azzurra di Gattuso, il Napoli è tornato stabilmente al 4-3-3 e Milik si è avvicendato con il solo Mertens in posizione di centravanti, relegando Lozano in panchina, sugli esterni, e Llorente addirittura fuori dalle rotazioni (a Lecce, ad esempio, Ancelotti aveva provato il doppio centravanti fisico già dall’11 titolare).

Col passare delle settimane, la mancata firma sul rinnovo ha messo il Napoli spalle al muro, di fronte al pre-accordo del polacco con la Juventus. Nonostante il rigore decisivo realizzato da Milik nella serie di finale di Coppa Italia contro i bianconeri, il pubblico napoletano (e la stampa locale) si è definitivamente disamorato dell’attaccante. Milik, che con il miglior marcatore della storia del Napoli, Mertens, condivide una solida amicizia, appare spesso piuttosto abulico in campo. Infelice anche quando, come contro l’Udinese, riesce a piazzare da subentrato la zampata vincente al primo pallone toccato.

 

Milik alla Juventus: perchè?

A questo punto, con l’acquisto (non ancora ufficiale) del nigeriano Osimhen, la storia di Milik col Napoli sembra essere giunta ai titoli di coda. Ma perchè mai la Juventus dovrebbe acquistare un esubero del Napoli?

Innanzitutto, il polacco rappresenta, per motivi anagrafici, contrattuali e per caratteristiche tecniche, una grande occasione di mercato. Il Napoli, dopo le 4 stagioni, in chiaroscuro, all’ombra del Vesuvio, collezionerebbe l’ennesima plusvalenza, seppur in versione non esattamente deluxe come ai tempi dei colpacci in uscita di Cavani e Higuain.

La Juventus troverebbe il centravanti giusto sia da affiancare a Dybala e Cristiano Ronaldo, sia da tenere in panchina, all’occorrenza, come bomber di scorta. In una squadra che fa del riempire l’area fisicamente il proprio mantra, Milik rappresenta una solida opzione offensiva per capacità balistiche e acrobatiche.

La Juventus, all’inizio della trattativa, ha tentato di inserire delle contropartite tecniche: si è parlato del centrale difensivo, in forza al Genoa, Romero, e dell’ex viola Bernardeschi, mai troppo amato dai tifosi juventini.

Nel caso di Berna, però, la Juve avrebbe preteso uno scambio non alla pari, ma con un conguaglio a favore e senza dilazionare il pagamento da parte del Napoli. De Laurentiis ha risposto picche, e la situazione appare in stallo.

Staremo a vedere se il matrimonio fra Milik e la Juventus si concretizzerà. Ma una cosa è certa: dalle parti del Golfo di Napoli, il “polpo” costa ancora caro.