Guida alla Champions League 2020-21: tra favorite e outsider
Ottobre 18, 2020 0 Di RedazioneGuida alla Champions League 2020-21, con percentuale di qualificazione e focus su ogni squadra girone per girone. Buona lettura.
Con la fine dei turni di qualificazione e il sorteggio tenutosi ad Atene, con tanto di cerimonia di premiazione per il giocatore UEFA dell’anno, Robert Lewandowski, possiamo finalmente dare uno sguardo ai gironi dell’edizione 2020-21 della Champions League.
Diciamolo subito chiaramente: è andata abbastanza bene alle italiane, visto e considerato che, Juve a parte, erano tutte inserite in terza fascia. Ecco i raggruppamenti:
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Nella nostra guida, analizzeremo girone per girone le favorite, le squadre che hanno chance ma che più probabilmente “retrocederanno” in Europa League, e le cenerentole che avranno ben poco da perdere, se non le partite.
Seguiamo insieme la strada che porterà, salvo complicazioni dovute alla pandemia, alla finalissima di Istanbul all’Ataturk di sabato, 29 maggio 2021.
GRUPPO A
I bavaresi dopo aver dominato la “scorsa” stagione sono ripartiti da dove avevano iniziato, vincendo sia la Supercoppa europea, non con qualche difficoltà contro l’ostico Siviglia, e la Supercoppa di Germania nell’ormai consueta sfida contro il Borussia Dortmund, l’unica squadra che tenta di mettere i bastoni fra le ruote allo strapotere del Bayern in Germania.
Lewandowski dopo aver vinto il premio di calciatore dell’anno, non pare sazio, ha già segnato 5 goal in 5 partite.
La squadra di Flick è una macchina perfetta. Difficile che possa avere problemi a superare un girone ampiamente alla portata dei Bavaresi che sono i candidati numero 1 alla vittoria finale. Nonostante la cessione di Thiago Alcantara al Liverpool, il Bayern può contare su un organico completo in ogni reparto, sebbene con qualche limite nella linea dei centrali e col tema scottante del rinnovo di Alaba a tenere banco. Se però l’attacco, che si giova del nuovo acquisto Sanè, dovesse tenere i ritmi insensati della scorsa stagione, con un Lewandowski in formato Pallone d’Oro, per gli avversari potrebbero restare solo le briciole.
Percentuale di qualificazione: 95%
Quello fra l’Atletico Madrid e Simeone è un legame indissolubile, la stagione 2020/2021 sarà la decima sulla panchina dei Colchoneros. Sull’altra sponda del Manzanarre il Cholo è ormai un’istituzione: è l’allenatore più longevo, dietro solo a Luis Aragonés, e più vincente della storia dell’Ateltico. Il colpo del mercato è stato senz’altro Luis Suarez che sembrava in procinto di firmare alla Juve. La questione cittadinanza e lo scandalo esame d’italiano hanno rovinato i piani dei bianconeri e l’uruguayano ha preferito raggiungere Joao Felix e Diego Costa nel tridente dell’Atleti.
El Pistolero si è presentato con una doppietta in poco più di 20 minuti nel 6-1 rifilato al Granada.
Ci sono più probabilità che l’Atletico insidi la prima posizione del Bayern piuttosto che una fra Salisburgo e Lokomotiv raggiunga la qualificazione. Il destino del girone A, salvo clamorose sorprese sembra abbastanza scontato.
Percentuale di qualificazione: 80%
Per il secondo anno consecutivo, uno dei cavalli vincenti della “scuderia” Red Bull approda alla fase a gironi della Champions. Il Salisburgo ha sempre ben figurato in EL e sembra maturo per fare una bella figura anche in Champions. L’urna non è stata benevola con gli austriaci, la mission impossible è quella di estromettere dalla fase ad eliminazione diretta una fra Bayern e Atletico, la corsa sarà sui madrileni per giocarsi il tutto per tutto nello scontro diretto, in casa, all’ultima giornata.
In patria le goleade del Salisburgo, dove non ha rivali, non sono poche. Occhio ai giovani Szoboszlai, Daka e Koita
Difficile che la Lokomotiv possa insidiare il terzo posto, probabilmente questa sarà una stagione per fare esperienza in Champions e ad ambire qualcosa in più in un futuro non troppo remoto.
Percentuale di qualificazione: 20%
La Lokomotiv Mosca è reduce dal secondo posto in Russia della scorsa stagione, a ben 15 lunghezze dallo Zenit. Attualmente è quinto in una classifica comunque molto corta, a 3 punti dallo stesso Zenit e dallo Spartak. Si è privato di Aleksey Miranchuk, passato all’Atalanta, il suo giocatore migliore, parzialmente sostituito con l’esperto attaccante francese ex Bordeaux, Kamano.
La punta di diamante è il bomber Fedor Smolov, 30 anni e 14 gol con la maglia della nazionale russa.
La Loko non dovrebbe aver chance di qualificazione al turno successivo, ma si giocherà col Salisburgo le residue speranze di scalare in Europa League da terzo nel girone.
Percentuale di qualificazione: 5%
GRUPPO B
Il Real di Zidane è stato, dopo il Bayern Monaco, la squadra più in forma del post-lockdown. Con 10 vittorie di fila si è messo alle spalle un Barcellona in crisi e ha stravinto la Liga.
La sconfitta in Champions è arrivata contro un City che partiva, all’Etihad, dal vantaggio di 2 a 1 maturato al Bernabeu. Vittoria replicata approfittando dell’assenza di Ramos per squalifica e della serataccia di Varane.
Col senno di poi, un Real Madrid in semifinale contro il Bayern Monaco, sarebbe stato probabilmente l’avversario più ostico della competizione per i bavaresi.
Il Real ha sfoltito l’organico, cedendo Bale e Reguilon, senza aggiungere nessun nuovo acquisto se non il rientro del norvegese Odegaard e il recupero dell’infortunato Asensio.
A giudicare da questo clamoroso salvataggio contro la Svizzera, Sergio Ramos sembra ancora, a 34 anni, il difensore più forte in circolazione.
La forma di Benzema, bomber e fulcro dell’attacco madridista (guardate questo assist per Casemiro di tacco), e della difesa capitanata da Sergio Ramos, sarà ancora una volta il segreto delle vittorie dei Blancos. Sugli esterni si divideranno minuti i giovani brasiliani Vinicius e Rodrygo, con Odegaard che reclama spazio, così come, con modulo diverso, Asensio e Isco. Il centrocampo resta solidissimo e ipertecnico con l’ex pallone d’oro Modric, Kroos e Casemiro, e l’uruguayano Valverde che troverà via via sempre più spazio. Carvajal a destra, Marcelo e Ferland Mendy a sinistra, completano una formazione che non può non essere fra le favorite alla vittoria finale, grazie al record di 13 Coppe Campioni conquistate, con 4 successi negli ultimi 7 anni.
Percentuale di qualificazione: 85%
Lo Shakhtar, campione d’Ucraina, non ha ricominciato benissimo la stagione, per usare un eufemismo. Dopo essere uscito con una manita contro l’Inter (che ritrova in questo girone) dalle semifinali d’Europa League, ha ripreso con difficoltà il campionato ucraino, pagando lo scotto della pandemia da covid-19 con 4 casi confermati, ed ha perso la Supercoppa nazionale contro la Dinamo Kiev dell’ex Mircea Lucescu.
Il dominio in patria dello Shakhtar è rimesso in discussione dalla nuova ascesa della Dinamo Kiev.
L’ossatura storica della squadra non è cambiata: agli ucraini Pyatov in porta, Stepanenko e Kovalenko a centrocampo, si aggiunge il ritorno in patria dell’ala Konoplyanka e la solita colonia brasiliana, vitale per il gioco degli ucraini. Sono rimasti Taison, Dodò, Ismaily, Alan Patrick, Dentinho, Taison e Maycon. E non sono gli unici. L’impressione è che lo Shakhtar possa però ambire al massimo ad un terzo posto, utile per giocarsi l’Europa League da febbraio. Ma non sarà affatto facile, vista la presenza di club blasonati come Inter e Borussia Moenchengladbach.
Percentuale di qualificazione: 25%
Nella scorsa stagione, l’Inter è arrivata da “retrocessa” a giocarsi la finale di Europa League, persa contro il solito Siviglia, ed ha mancato lo Scudetto di soli due punti (per quanto la Juve abbia tirato il freno a mano nelle ultime settimane). Il 2020-21 rappresenta una ghiotta occasione di riscatto per gli uomini di Conte, che ha ottenuto sul mercato, al netto di Ngolo Kantè (di cui il Chelsea alla fine ha deciso di non privarsi), i giocatori d’esperienza e caratura internazionale che chiedeva (Vidal e Kolarov su tutti), oltre alla freccia Hakimi a destra. L’Inter deve puntare alla vittoria dello Scudetto e ad un passaggio del turno agevole in Champions.
La scarsa esperienza internazionale di alcuni elementi è stato uno dei motivi della sconfitta contro il Siviglia in Europa League
L’attacco atomico formato da Lukaku e Lautaro, il dominio del gioco sulle fasce e in mediana, saranno la chiave dei successi nerazzurri. Unico neo, non aver adeguatamente sostituito il partente Godin in difesa, reparto in cui, anche in vista della problematica covid che ha già colpito la squadra, numericamente l’Inter sembra carente.
Percentuale di qualificazione: 60%
Gli uomini di Marco Rose si sono piazzati immediatamente a ridosso delle tre attuali grandi della Bundes, dando filo da torcere a RB Lipsia e Borussia Dortmund fino alla fine. Il ‘Gladbach ha mantenuto la stessa spina dorsale che ha fatto le recenti fortune del club: Sommer in porta, Ginter (nazionale tedesco in gol contro l’Ucraina in Nations League) ed Elvedi centrali, con l’esterno algerino Bensebaini a sinistra e l’austriaco Lainer a destra. Centrocampo fisico con Kramer, Zakaria (altro svizzero) e il neo-nazionale Neuhaus. Attacco esplosivo con i francesi Marcus Thuram, figlio d’arte, ed Alassane Plea, con l’altro svizzero Embolo a dare respiro ai due titolari. Da non sottovalutare l’impiego del trequartista 21enne austriaco Hannes Wolf, anch’egli proveniente dall’RB Lipsia.
L’impressione è che gran parte delle fortune del Gladbach dipenda proprio dalla vena realizzativa del figlio del grande Lilian.
In sostanza, il ‘Gladbach sembra la principale minaccia ai primi due posti, in un girone che si prospetta quanto mai equilibrato.
Percentuale di qualificazione: 30%
GRUPPO C
Il Porto è tornato campione di Portogallo. L’immagine di Iker Casillas che torna sul prato verde del Dragao per alzare il trofeo, a 13 mesi dal malore che l’ha costretto al ritiro, scalda ancora i cuori.
Al netto delle cessioni di Fabio Silva e Alex Telles in Premier, il Porto sembra essersi comunque rinforzato. L’attacco si presenta pericolosissimo con i riconfermati Marega e Corona (funambolica ala messicana) e il nuovo acquisto Felipe Anderson, prelevato dal West Ham, ma vecchia conoscenza romana sponda biancoceleste.
Il bomber maliano fa della fisicità e dell’esplosività negli ultimi 20 metri la sua arma principale.
Gli uomini di Sergio Conceiçao (a proposito di Lazio), hanno inoltre aggiunto in prestito dal Chelsea il difensore franco-senegalese Malang Sarr, ventunenne scuola Nizza, e rinforzato il centrocampo col serbo Marko Grujic prelevato dal Liverpool.
Il City resta nettamente favorito per il primato nel girone, mentre l’insidia maggiore proviene probabilmente dal Marsiglia. Attenzione, in ogni caso, all’esperienza in questa competizione dell’ostico Olympiakos.
Percentuale di qualificazione: 55%
Il Manchester City di Pep Guardiola cercherà di spezzare la maledizione Champions dopo la sfortunata stagione scorsa, in cui è finito lontano dal Liverpool in Premier ed è uscito per mano del Lione in gara secca a Lisbona.
Guardiola dovrà dimostrare di aver imparato dai suoi stessi errori di overcoaching. L’inizio in Premier è stato traumatico: il Leicester con una tripletta di Vardy è passato all’Etihad per 5-2.
I Citizens sono chiaramente i favoriti per l’accesso agli ottavi da primi nel girone, ma l’obiettivo è e deve essere la vittoria finale.
L’occasione per il City contro il Lione era piuttosto ghiotta. Ma siamo sicuri che sarebbero riusciti a tenere testa al Bayern in semifinale?
Gli uomini di Guardiola hanno sostituito la leggenda David Silva con il giovane Ferran Torres, aggiungendo due uomini in difesa: Nathak Akè dal Bournemouth e Ruben Dias dal Benfica. Per adesso, la difesa resta il reparto da registrare.
L’uomo chiave, fra tanti fuoriclasse, è il centrocampista Kevin De Bruyne, uno dei migliori calciatori della Premier e del mondo. La sua capacità di liberare l’uomo davanti la porta è fenomenale. Ci penseranno come al solito Aguero e Gabriel Jesus, alternativamente, a trasformare in gol le giocate del belga e della clamorosa batteria di ali e trequartisti che Guardiola ha in dote, su tutti lo stesso Ferran Torres, Sterling, Mahrez e Bernardo Silva.
Percentuale di qualificazione: 85%
I campioni di Grecia, agli ordini del portoghese Pedro Martins, che non ha certo lesinato nell’acquisto di calciatori lusitani, daranno filo da torcere a chiunque con la loro esperienza, ma non potranno contare, probabilmente, sull’apporto del proprio pubblico. Un handicap non da poco, considerando che in campo internazionale i greci costruiscono le proprie fortune principalmente in casa al Georgios Karaiskakis.
Proprio fra i portoghesi, confermato in porta Jose Sà, mentre i nuovi acquisti sono l’interessante terzino sinistro Vinagre e l’ala Bruma, altro giocatore di esperienza, ex PSV, di cui si attende ormai da anni la definitiva consacrazione. Di fianco a capitan Fortounis, a centrocampo dovrebbe agire un altro nuovo elemento portoghese, quel Tiago Silva che benino ha fatto al Nottingham Forest in Championship (3 gol e 4 assist in 44 partite). Cerca minuti sugli esterni il navigato fantasista francese Mathieu Valbuena, mentre il ruolo di punta dovrebbe essere appannaggio dell’esperto marocchino El Arabi.
L’Olympiacos dovrà fare a meno dell’apporto dei suoi tifosi, vero dodicesimo uomo in campo sin dalle fasi riscaldamento, come si vede da queste immagini.
Obiettivo principale sarà finire davanti al Marsiglia e guadagnarsi quantomeno l’Europa League. Tutto ciò che dovesse venire in più, sarebbe sicuramente guadagnato.
Percentuale di qualificazione: 15%
Quando la pandemia da covid-19 ha interrotto definitivamente la Ligue1 a 10 giornate dal termine (11 per alcuni club), il Marsiglia era secondo con 6 punti di vantaggio (e una gara in più) sulla sorpresa Rennes.
L’Olympique ha ceduto il terzino Bouna Sarr al Bayern Monaco sul gong del calciomercato, e prestato il centrocampista Maxime Lopez, in attesa del salto di qualità, al Sassuolo.
I marsigliesi hanno ricevuto in prestito dal Dortmund il giovane difensore Leonardo Balerdi, quasi mai visto in maglia giallonera ma considerato uno dei migliori prospetti argentini nel reparto arretrato. Si contenderà un posto con Alvaro Gonzalez di fianco al croato Caleta-Car.
I francesi punteranno come sempre sull’esplosività e la fantasia di Thauvin e di Payet in avanti, con la punta argentina Dario El Pipa Benedetto incaricato del lavoro pesante nell’area di rigore avversaria.
A 33 anni, Dimitri Payet è ancora probabilmente il miglior giocatore del Marsiglia.
L’acquisto del giovanissimo diciottenne Luis Henrique, ala sinistra brasiliana proveniente dal Tres Passos, servirà a far rifiatare gli esterni alti della squadra, mentre il greco Mitroglu e l’altro esperto attaccante francese Valere Germain contenderanno il posto a Benedetto.
Ottima la struttura del centrocampo, con l’olandese Strootman ormai padrone della chiavi della squadra, il francese Sanson e il nuovo acquisto dal Bayern, in prestito, Michael Cuisance, che non avendo trovato spazio in Baviera cercherà minuti all’OM, dove però è in rampa di lancio il mediano Boubacar Kamara.
Curiosità, il Marsiglia presenta due terzini destri giapponesi per una sola maglia: l’ex Inter Yuto Nagatomo e l’ottimo Hiroki Sakai.
Il Marsiglia non potrà accontentarsi del terzo posto utile per l’Europa League. L’obiettivo è scalzare il Porto dalla seconda probabile posizione alle spalle del City. Il materiale a disposizione di Villas-Boas è di tutto rispetto, starà al tecnico portoghese trasformarlo in risultati.
Percentuale di qualificazione: 45%
GRUPPO D
Prima di sabato 17 ottobre, i Reds erano, col Bayern Monaco, i favoriti numero uno alla vittoria finale. Poi, lo sfortunato derby pareggiato con l’Everton ha lasciato, sul terreno di gioco, fra le polemiche per gli interventi killer del portiere Toffee Pickford e dell’attaccante brasiliano Richarlison, il crociato di Van Dijk e un brutto infortunio anche per Thiago, di cui ancora non si conosce l’entità.
I Reds, nonostante il record di punti conquistato nella scorsa stagione di Premier con una vittoria che mancava da 30 anni, sono usciti inopinatamente, proprio a cavallo del lockdown, contro l’Atletico Madrid ai quarti da campioni in carica della Coppa.
Punteranno in ogni caso a tornare dove gli compete, ovvero quantomeno in semifinale per giocarsi il tutto per tutto, si spera, a maggio. Il Liverpool ha puntellato la panchina con innesti di qualità come l’ala Diogo Jota e Tsimikas quale ricambio per Robertson a sinistra. Ma era stato soprattutto l’acquisto di Thiago Alcantara a centrocampo, uno dei grandi protagonisti del Bayern della scorsa stagione, a riportare i Reds tra le legittime favorite.
La stagione di Premier è cominciata male soprattutto dal punto di vista difensivo. Dopo aver vinto in extremis contro il Leeds con un pirotecnico 4-3, i Reds privi di Sadio Manè e Thiago causa covid, hanno preso la peggiore imbarcata della fulgida carriera di Jurgen Klopp con un clamoroso 7-2 contro l’Aston Villa.
La Premier quest’anno sembra imprevedibile e soggetta a fattori imponderabili, ma nessuno avrebbe scommesso sui Villans vincenti in questo modo contro i Reds.
L’assenza per tutta la stagione di Van Dijk, in questo senso, si profila deleteria, anche perchè non c’è stata la possibilità di sostituirlo al meglio.
Una volta entrati in forma, pandemia permettendo, siamo però sicuri che i tre campioni lì davanti, Salah, Firmino e Manè, siano ancora in grado di segnare ripetutamente contro qualsiasi avversario, mentre ci penserà, al rientro, Alisson ad evitare il peggio in difesa. La chiave del Liverpool resta la verticalità forsennata del suo gioco, grazie anche a degli esterni formidabili come Alexander-Arnold a destra e Robertson a sinistra. Una squadra completa in ogni reparto.
Percentuale di qualificazione: 90%
L’Ajax ha avuto la sfortuna di capitare in un girone davvero spettacolare, per la qualità di gioco espressa dalle sue dirette concorrenti. Il Liverpool è tra le favorite, mentre l’Atalanta è la squadra più offensiva della serie A in termini di pericolosità e gol, e per quanto abbia uno stile di gioco diverso dai Lancieri, darà sicuramente parecchio filo da torcere per il secondo posto e, perchè no, per insidiare lo stesso Liverpool.
L’Ajax si è visto interrompere lo scorso campionato per la pandemia, proprio mentre preparava la volata finale contro l’AZ. In due stagioni ha ceduto i quattro migliori giocatori della rosa, De Ligt alla Juve, Frankie De Jong al Barça e quest’estate Van de Beek allo United e Ziyech al Chelsea. Oltre a questi, il giovane statunitense Dest ha raggiunto anch’egli il Barcellona, mentre Veltman è partito per accasarsi al Brighton in Premier.
Come sono stati sostituiti? Col solito mix di giocatori giovani acquistati in giro per il mondo (Antony dal Sao Paulo e Kudus dal Nordsjaelland), o lanciati dalle giovanili come il centrocampista classe 2002 Ryan Gravenberch.
L’intesa fra il ghanese Kudus e il brasiliano Antony è già piuttosto affinata: i due, in questo simpatico video, raccontano il gol premiato dal club come miglior azione del mese di settembre in Eredivisie.
A completare la rosa, un gradito ritorno a centrocampo: quel Davy Klaassen mai del tutto apprezzato in Premier e in Bundesliga. Il 27enne olandese è chiamato a portare l’esperienza necessaria per compattare un gruppo privo dei suoi punti cardine. In porta, il camerunense Onana è una garanzia, ormai considerato fra i migliori portieri dei top campionati europei. Si spera infine che capitan Blind mantenga uno stato di buona salute dopo il malore accusato durante la preparazione, dovuto ad un malfunzionamento del defibrillatore impiantatogli per controllare la sua lieve aritmia cardiaca. L’Ajax ha un disperato bisogno di calciatori che facciano da chioccia ai giovani, per mettere in pratica il complesso gioco fatto di verticalità e contropressing di Erik Ten Hag.
Percentuale di qualificazione: 50%
L’Atalanta ormai non è più una sorpresa, sia in Italia che in Europa, ma una solida realtà. Nella scorsa edizione sono a giunti ad un passo dalle semifinali salvo perdere in maniera rocambolesca contro i futuri finalisti del PSG. Il segreto dei Bergamaschi è quello di trattenere tutti i pezzi pregiati e anche in questo mercato è stato così, nessuno dei big è stato ceduto e la rosa è stata puntellata con acquisti di qualità come Romero, Miranchuk e il Colombiano Mojica che insieme a De Paoli avrà il compito di far rifiatare le due frecce dello scacchiere atalantino Gosens ed Hateboer.
Il giocatore che è mancato di più contro il PSG, lo Sloveno può essere considerato fra i top player della Champions
L’Atalanta si giocherà la qualificazione probabilmente contro l’Ajax, tuttavia il girone si preannuncia molto equilibrato e anche il Liverpool rischia. Crediamo che gli uomini di Gasperini siano leggermente favoriti sull’Ajax che qualcosina ha cambiato rispetto alla passata stagione con gli addii di Ziyech (al Chelsea) e Van De Beek (allo United).
Come sempre, saranno i formidabili attaccanti della Dea a fare la differenza: Papu Gomez, Zapata, il rientrante Ilicic e Muriel, coadiuvati dagli inserimenti di Pasalic, hanno dimostrato di essere letali anche in Europa.
Percentuale di qualificazione: 55%
In poco più di 20 anni di storia il Midtjylland ha conquistato 3 campionati nazionali e una coppa di Danimarca e questa è la prima storica qualificazione alla fase a gironi di Champions. La società danese è molto ambiziosa, soprattutto in patria dove ormai è da annoverare fra le grandi nonostante la breve storia. In Europa, come tutte le squadre scandinave, non sono arrivati grandi risultati: il miglior risultato sono i sedicesimi di Europa League nel 2016 contro il Manchester United, dopo il 2-1 dell’andata i Red Devils ribaltarono il punteggio con un perentorio 5-1.
La cavalcata del Midtjylland nei preliminari, dove hanno eliminato: Ludogorets, Young Boys e Slavia Praga.
Difficile che non reciti la parte della cenerentola del girone rischiando anche di concludere il bottino a 0 punti. La lotta sarà molto serrata e perdere punti contro il Midtjylland potrebbe seriamente compromettere la qualificazione, dubitiamo che qualcuno possa sottovalutarli. Dal canto loro i lupi danesi giocheranno senza pressioni, sperando di lanciare qualche giovane come Pione Sisto qualche anno fa, tornato all’ovile dopo 4 anni a Vigo da dove è letteralmente scappato, sperando di rilanciarsi lì nel posto in cui è cresciuto.
Percentuale di qualificazione: 5%
GRUPPO E
Il Siviglia, dopo aver vinto la sesta Europa League, confermandosi dominatore della seconda competizione continentale, ha la possibilità, in un girone non difficile, di passare al turno successivo senza troppi patemi d’animo. Dalle parti del Sánchez-Pizjuán non siamo sicurissimi che la dirigenza andalusa sia contentissima di questo.
In Champions il miglior risultato sono stati i quarti contro il Bayern, la squadra che li ha battuti, con non poche difficoltà, nella Supercoppa Europea.
6 Europa League in 14 anni sono un grandissimo risultato e i tifosi del Siviglia sono convinti di poter fare grandi cose in Champions.
Sul fronte delle entrate segnaliamo il ritorno dell’esperto Rakitic e i giovani Idrissi, che fino allo stop dell’Eredivise con la maglia dell’AZ stava contendendo il titolo all’Ajax, e Oscar Rodriguez, cantera Real messosi in mostra la passata stagione con il Leganes.
Non crediamo ci saranno problemi nel superare il girone, anzi il Chelsea non avrà vita facile e la lotta per il primo posto è tutt’altro che scontata. Considerando i soli tempi regolamentari, il Siviglia non perde una partita da Febbraio 2020 (2-1 al 91′ contro il Celta Vigo) ed è una delle squadre più in forma d’Europa.
Percentuale di qualificazione: 80%
Il Chelsea è stato affidato alla leggenda Frank Lampard nella passata stagione, dopo aver vinto l’Europa League con Sarri in panchina e aver riottenuto un piazzamento Champions. Lampard, alle prese col blocco del mercato in entrata e la cessione di Hazard, ha lanciato diversi giovani interessanti e confermato la qualificazione alla Champions, pur in un’annata flagellata dalla pandemia che non ha aiutato lo sviluppo dell’intesa fra i calciatori. Nella Coppa dalle Grandi Orecchie, la sconfitta nel doppio confronto con il Bayern Monaco è stata netta, ma risulta meno pesante alla luce dello straordinario exploit dei bavaresi.
Dopo la sconfitta col Liverpool in casa e il rocambolesco pareggio con il West Bromwich, il Chelsea ha ritrovato la vittoria nel 4-0 contro il Crystal Palace.
Sul mercato, a scalzare dalle gerarchie in attacco Tammy Abraham (prodotto dei Blues che bene aveva fatto nella passata stagione) è arrivato il tedesco Timo Werner dall’RB Lipsia. Kai Havertz (qui l’articolo completo) è stato invece l’acquisto più caro e più importante del calciomercato estivo. Mentre reclamano lo stesso spazio riservato loro nel 2019-20 Mason Mount e Reece James, il Chelsea ha acquistato il terzino sinistro Ben Chilwell dal Leicester, l’ala Hakim Ziyech dall’Ajax e il portiere Edouard Mendy dal Rennes (che ritroverà i suoi ex compagni nel girone), il quale contenderà il posto a Kepa Arrizabalaga, il portiere più pagato della storia due stagioni orsono. In difesa, chiuso il rapporto col PSG, ecco l’esperto vice-campione d’Europa Thiago Silva, che a 36 anni è ancora assolutamente integro e in grado di guidare il reparto.
Il Chelsea potrà senza dubbio dire la sua in campionato e in Champions, ma probabilmente i risultati ricalcheranno quelli della passata stagione, almeno in campionato. Un piazzamento fra le migliori 4 in Europa sembra più complesso. Nonostante i tantissimi acquisti di qualità ed esperienza, il Chelsea non è ancora maturo per vincere.
Percentuale di qualificazione: 75%
Percentuale di qualificazione: 10%
Uno straordinario ed insperato terzo posto per gli uomini di Julien Stephan, ottenuto in una Ligue1 bloccata a 10 giornate dalla fine, ha permesso ai rossoneri del Rennes di far sì che la Champions League da sogno, o meglio utopia, sia diventata realtà. Dopo 119 anni di storia, con appena 3 coppe di Francia ed una supercoppa di Francia in bacheca, i rossoneri, per la prima volta, esordiranno infatti nella massima competizione europea. Trascinata dai gol dall’ex Genoa e Milan Mbaye Niang, la squadra transalpina può annoverare tra le sue file altre vecchie conoscenze del calcio italiano: il portiere Alfred Gomis (che ha sostituito il connazionale senegalese Edouard Mendy, passato al Chelsea), il centrale Daniele Rugani, il terzino sinistro Dalbert e gli ex centrocampisti giallorossi N’Zonzi e Grenier.
In questo video di Scout Nation, tutto il repertorio di uno dei migliori prospetti in circolazione, già in nazionale e in attesa della consacrazione sul palcoscenico europeo per club più ambito.
La stella della squadra è senza dubbio Eduardo Camavinga. Classe 2002, il centrocampista è diventato da poco il più giovane marcatore della nazionale francese del dopoguerra (il terzo all time), basti questo per far capire a chi non lo conosce il suo straordinario talento. Un mix di calciatori esperti e giovani di alto livello riuscirà a portare il Rennes almeno agli ottavi? Riteniamo più probabile un piazzamento alle spalle di Chelsea e Siviglia, utile per agguantare l’Europa League.
Percentuale di qualificazione: 35%
GRUPPO F
Dello Zenit formato argentino di Roberto Mancini è rimasto solo l’attaccante esterno Sebastian Driussi. Con l’avvento di Mister Semak, ex centrocampista della nazionale russa, il club di San Pietroburgo non ha smesso di dominare in Russia. Attualmente condivide il primato con lo Spartak Mosca dopo 11 giornate, con la miglior differenza reti frutto del miglior attacco (24 gol) e della seconda miglior difesa (7 gol al passivo).
In Premier Liga, con Lo Zenit in campo, le goleade sono all’ordine del giorno.
Oltre a Driussi, la delantera è formata dal gigantesco capitano Artem Dzyuba, totem della nazionale russa e idolo della tifoseria, dall’iraniano Sardar Azmoun, stella della squadra, e dal troppo spesso criticato brasiliano Malcom, che a Roma ricordano bene per lo “sgarbo”, quando decise di virare verso la Catalogna piuttosto che firmare per i giallorossi. Sarà forse anche per le maledizioni lanciate dalla tifoseria capitolina che Malcom a Barcellona non ha mai mostrato il suo talento, e adesso ha una nuova occasione in Russia. A centrocampo agisce un altro brasiliano, Wendel, prelevato dallo Sporting Lisbona, insieme all’ottimo colombiano William Barrios, ex Boca Juniors, per una mediana di tutto rispetto. Il croato Dejan Lovren, vice campione del mondo con la Croazia e campione d’Europa col Liverpool due stagioni fa, è l’acquisto richiesto da Semak per rinforzare un reparto che dà poche garanzie come quello arretrato. Lo Zenit sarà un avversario complicato per la Lazio nella lotta al secondo posto e potrebbe anche, se dovesse riuscire ad inanellare dei buoni risultati in casa, insidiare il probabile primato del Dortmund. In Russia, una “retrocessione” in Europa League non verrebbe accolta bene alla luce degli investimenti estivi.
Percentuale di qualificazione: 50%
Il Borussia Dortmund, campione nel 1997, non arriva in finale dal 2012, quando fu sconfitto dai rivali del Bayern Monaco. L’obiettivo, oltre alla Bundesliga, quest’anno è provare ad arrivare fra le prime 4 d’Europa. Difficile, non impossibile a cominciare da un girone abbordabile.
I tedeschi hanno perso Hakimi a destra, non riscattato dopo il prestito biennale del Real ed acquistato invece dall’Inter.
Hanno preferito investire sul belga ex PSG Meunier, e hanno speso a centrocampo per il talentino classe 2003 del Birmingham Jude Bellingham, che ha fatto faville in Championship.
La forza della squadra di Favre resta l’attacco, con una serie incredibile di ali e trequartisti a fare da contorno al bomber norvegese Haaland.
Ad appena vent’anni, il norvegese è già uno dei migliori giocatori del mondo. Se state cercando l’erede della generazione di Messi, CR7 e Ibrahimovic, non pescate tanto lontano dal nativo di Leeds.
Alle spalle di Haaland, nell’ideale 3-4-2-1 di Favre, possono agire indifferentemente almeno 5-6 giocatori per due maglie. Oltre a capitan Reus e al fenomeno inglese Jadon Sancho (classe 2000), presumibilmente titolari in qualsiasi schieramento tattico, ci sono Thorgan Hazard (fratello non troppo più in forma di Eden), Gio Reyna (18 anni a novembre, figlio d’arte), il brasiliano Reinier (in prestito dal Real Madrid, 18 anni pure lui) e i centrocampisti con licenza di offendere Dahoud e Julian Brandt.
Anche in questo caso, al netto della diga rappresentata da Witsel e Emre Can, è la difesa il reparto più a rischio, considerando che a sinistra agisce un’altra ala atipica come Raphael Guerreiro e Favre non stravede per l’esperto centrale Hummels. Akanji e Zagadou completano un reparto fra i più esposti d’Europa.
Percentuale di qualificazione: 85%
I biancocelesti di Simone Inzaghi tornano finalmente in Champions dop un lungo digiuno, ma dovranno fare i conti con una stagione in bilico fra impegni ravvicinati e pericolo rosa corta. Prima della pandemia, la Lazio era la squadra più in forma della Serie A e stava contendendo lo Scudetto alla Juventus con maggiori chance di Inter e Atalanta di coprire il gap che separa i bianconeri dal resto del campionato. Tale obiettivo era perseguito a caro prezzo: i capitolini erano usciti anzitempo da un girone di Europa League completamente snobbato.
Non potranno quindi permettersi lo stesso approccio ora che affrontano la competizione regina. Ciò potrebbe arrivare a discapito del campionato, laddove la Lazio ha dimostrato subito di avere difficoltà nel tenere il treno di testa con la clamorosa sconfitta casalinga contro l’Atalanta e quella di Genova con il Doria.
L’Atalanta di Gasperini versione 2020 è a tratti ingiocabile, ma la Lazio non è partita col piede giusto, non riuscendo ad invertire un trend preoccupante che l’ha vista in netto calo dal post-lockdown in avanti.
La Lazio potrà contare sulla solita forza dell’attacco per passare il girone. le chance di sopravanzare lo Zenit ci sono tutte, più complesso sarà qualificarsi come prima della classe. Immobile, Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Correa, Acerbi e compagni dovranno mettere il 110% degli sforzi se vogliono essere protagonisti anche in Europa.
Percentuale di qualificazione: 50%
Percentuale di qualificazione: 15%
GRUPPO G
Spesso i bianconeri sono criticati per i mancati successi in campo internazionale, rispetto ai trionfi in Italia, ma c’è un dato incontrovertibile in contrasto con ciò: la Juventus su venti partecipazioni alla fase a gironi di Champions, ben 17 volte ha superato il turno. L’ultima volta che i bianconeri sono usciti è stato nel 2013 quando persero sotto la neve ad Istanbul 1-0 contro il Galatasaray.
Il gol qualificazione di Sneijder, da notare la neve a bordo campo, una cosa che non accade spesso a quelle latitudini.
Dopo il flop Sarri, nonostante sia arrivato il nono scudetto di fila, questo potrebbe essere l’anno 0 della Juventus.
La Vecchia Signora non parte fra le primissime candidate vincere la Champions come nelle ultime stagioni ma, in un girone abbordabile come questo, non sarà difficile qualificarsi agli ottavi. Le probabilità di vincere il girone sono le stesse dei blaugrana, con leggermente favoriti i bianconeri. Con Cristiano Ronaldo in squadra, tutto è possibile.
C’è inoltre attesa per lo scontro fra il portoghese e Messi, tema caldissimo del girone.
Percentuale di qualificazione: 95%
“Se Atene piange Sparta non ride”
Se questo per la Juventus potrebbe essere l’anno in cui cederà lo scettro di regina indiscussa del calcio italiano, l’altra rivale del girone, il Barcellona non se la passa meglio. La stagione scorsa si è conclusa in malo modo e sembra il preludio alla fine di un ciclo. L’ 8-2 contro il Bayern e la telenovela Messi che non sembra ancora finita, hanno creato non pochi problemi ai catalani. Il compito che attende Rambo Koeman non sarà semplice, dovrà compattare l’ambiente e tirar fuori le motivazioni da un gruppo che rischia di avere la pancia piena e mancanza di stimoli.
Rambo Koeman il difensore che ha segnato il maggior numero di reti nella storia del calcio. Con la maglia dei blaugrana ha vinto la Coppa dei Campioni nel ’92. Spera di ripercorrere da allenatore i successi da giocatore.
Non dovrebbero esserci problemi per il Barcellona, come detto in precedenza, a passare il turno. Gli incontri del girone possono essere un buon rodaggio per prepararsi al meglio alla fase ad eliminazione diretta. Secondo noi la Juve è leggermente favorita sui catalani che, qualora dovessero arrivare secondi, saranno la squadra che tutti vorranno evitare nel sorteggio.
Percentuale di qualificazione: 85%
La Dinamo Kiev guidata dal guru Mircea Lucescu è partita molto bene in Ucraina, battendo 3-1 lo Shakhtar in Supercoppa e confermandosi come la principale alternativa al predominio delle ultime stagioni della squadra originaria di Donetsk. Difficilmente però il blasone del club di Kiev, che ha visto alle sue dipendenze gente come Shevchenko (attuale CT ucraino) e Rebrov (avversario nel girone alla guida del Ferencvaros), basterà per passare il turno.
La punta di diamante della squadra è senza dubbio Viktor Tsygankov, ala destra che sta facendo faville sia con la Dinamo che con la nazionale.
Insieme a Tsigankov, i giocatori di maggior talento sono il terzino sinistro del ’99 Mykolenko (di cui si era parlato anche in ottica Napoli) e il giovanissimo attaccante classe 2000 Supryaga. Il reparto arretrato lascia invece a desiderare, mentre il centrocampo non ha la consistenza degli anni migliori.
L’obiettivo, verosimilmente, è contendere il terzo posto al Ferencvaros. Difficile chiedere di più.
Percentuale di qualificazione: 15%
I magiari dopo 25 anni tornano a disputare la fase a gironi della Champions League. La squadra più titolata d’Ungheria è riuscita a raggiungere l’agognato traguardo, partendo dal primo turno contro il Djurgarden e superando squadre favorite come Celtic, Dinamo Zagabria e in ultimo i norvegesi del Molde. Difficile che in un girone con Juventus e Barcellona possa pensare di accedere alla fase ad eliminazione diretta.
6/12/95 l’ultima partita in Champions del Ferencvaros 4-0 contro l’Ajax in goal i fratelli De Boer e Litmanen
L’obiettivo, non facilissimo, degli ungheresi il terzo posto contro l’ostica Dinamo Kiev, dove Rebrov, attuale tecnico del Feradi, è cresciuto: nel ’98 insieme al “gemello” del gol Andry Shevchenko e con il colonnello Lobanowski in panchina gli ucraini raggiunsero una storica semifinale. Traguardi che gli ungheresi possono purtroppo solo sognare attualmente.
Percentuale di qualificazione: 5%
GRUPPO H
Il PSG di Tuchel viene dalla sua prima finale di Coppa Campioni/Champions League in 50 anni di storia. I parigini sono infatti un club relativamente giovane, salito alla ribalta solo a metà anni novanta nel variegato panorama del tifo francese, mentre sono diventati uno degli esperimenti di superclub di proprietà araba solo a partire dal 2011, quando la Qatar Investment Authority ha rilevato il club assegnando la presidenza a Nasser Al-Khelaifi.
Da allora l’obiettivo principale del Paris, oltre al dominio in patria (con le rare eccezioni dei clamorosi successi di Montpellier e Monaco), è stato senza dubbio la Champions League.
Il gol di Serge Gnabry ha negato al PSG la gioia della prima Coppa dalle Grandi Orecchie.
Gli uomini di Tuchel ritenteranno l’assalto alla Champions in questa stagione, di questo potete starne certi. Il girone non è dei più semplici: oltre allo United infatti, c’è l’RB Lipsia che nella scorsa edizione si è fermata alle semifinali proprio contro il PSG, trionfante per 3-0.
In ogni caso, un club che annovera una delantera come quella composta da Neymar, Mbappè (due dei primi 5-10 giocatori al mondo, nonchè i due acquisti più costosi della storia del calcio), Di Maria e Icardi, con alternative come Pablo Sarabia e il nuovo acquisto Moise Kean, una squadra completa in ogni reparto, non può che puntare al massimo risultato. Bisognerà vedere come verrà assorbita la partenza di Thiago Silva, difensore che negli anni d’oro faceva reparto da solo ma che a Parigi era considerato anche il leader di uno spogliatoio eterogeneo e non facilmente gestibile. Da segnalare la colonia italiana, che si è arricchita di un secondo nome oltre a quello ormai storico di Marco Verratti, dato che adesso a destra agisce stabilmente Alessandro Florenzi. Se volete farvi quattro risate, cliccate su questo video del PSG in cui Verratti cerca di insegnare il francese al romanista.
Percentuale di qualificazione: 90%
Il Manchester United si propone di tornare finalmente protagonista in Premier e in Europa, ma il risveglio della stagione appena iniziata è stato degno dei peggiori incubi, e la panchina di Solskjaer già traballa. Le roboanti sconfitte casalinghe, 1-3 col Palace e addirittura 1-6 contro gli Spurs dell’ex Mourinho, hanno lasciato un gusto fin troppo amaro ai tifosi, pur privati della loro presenza ad Old Trafford.
Tutti i guai dello United si sono manifestati nella disfatta di Old Trafford contro Son, Kane e compagni.
Problema principale, oltre a una quadratura tattica che fatica ad arrivare, è la difesa. Nonostante i tanti milioni spesi, come i 93 depositati nelle casse del Leicester per prelevare il nazionale Maguire nel 2019, lo United non trova ancora le giuste contromisure davanti allo spagnolo De Gea, letteralmente tartassato dagli attacchi avversari, tanto che pure la sua posizione è stata messa in discussione.
A centrocampo la coppia Matic-Pogba, sulla carta tra le migliori d’Europa, fra infortuni e scarsa condizione fisica non ha ancora registrato la stabilità necessaria. In avanti troviamo le note positive, con l’acquisto di Bruno Fernandes a gennaio che aveva rilanciato le sorti dei Red Devils, e quello di Van De Beek questa estate che dovrebbe garantire un ulteriore salto di qualità alla manovra offensiva. In attacco, alla giovane e pericolosa truppa di Marcus Rashford, Anthony Martial e Mason Greenwood, si è aggiunto Edinson Cavani, svincolato di lusso dal PSG che ritroverà da avversario nel girone. Completano un reparto offensivo da temere su tutti i campi l’ala sinistra ventiduenne Daniel James, il mai esploso Jesse Lingard e gli esperti Mata e Ighalo.
Sembrano funzionare, infine, almeno gli esterni di difesa: l’altro nuovo acquisto, il portoghese Alex Telles, prelevato per circa 40 milioni dal Porto, si propone come upgrade a sinistra in luogo del terzino Luke Shaw, mai davvero amato dalle parti di Old Trafford, mentre a destra Wan-Bissaka garantisce potenza e qualità.
Percentuale di qualificazione: 51%
Dopo aver raggiunto le semifinali nella passata edizione, venendo sconfitti dal PSG per 3-0, i Roten Bullen avranno subito la possibilità di riscattare quell’unica prova sbiadita contro i parigini in questo girone.
Contendere le prime due posizioni a PSG e United non sarà facile, pur per un club che naviga stabilmente nei mari dell’elite europea da qualche stagione.
Aver perso il bomber Timo Werner non aiuterà di certo, ma il sistema Red Bull ha già dimostrato in passato di sapersi rinnovare al netto di dolorose cessioni, grazie ad un’attenta ricerca di talenti sul mercato.
Brucia ancora la partita contro il PSG, che ha negato al Lipsia una finalissima tutta tedesca col Bayern.
Con la cessione di Werner, il Lipsia ha rifinanziato (casomai alla Red Bull avessero bisogno di soldi) l’attacco con gli acquisti del norvegese Sorloth dal Crystal Palace (per venti milioni), di Justin Kluivert dalla Roma (in prestito con diritto di riscatto) e del coreano Hee-chan Hwang dai cugini del Red Bull Salisburgo, per una cifra vicina ai 10 mln di euro.
La coppia di centrali difensivi costituita dai francesi Upamecano e Konatè resta la base dell’ossatura principale della squadra, ma è nella batteria di esterni e trequartisti del fluido schieramento di Mister Nagelsmann che è possibile quantificare la vera forza del Lipsia. In particolare, il portentoso esterno Nkunku, lo spagnolo Dani Olmo, lo svedese Forsberg e l’austriaco Sabitzer (capitano), mettono il giovane allenatore scuola Hoffenheim nella più classica delle condizioni di imbarazzo della scelta.
In ogni caso, per esperienza e qualità, riteniamo leggermente favorito lo United per il secondo posto nel girone, almeno sulla carta. Certo che, se Solskjaer dovesse continuare con questo trend negativo, il Lipsia ne approfitterebbe senz’altro e si troverebbe la strada spianata per gli ottavi. In caso di “retrocessione” in Europa League, i tedeschi sarebbero invece tra i favoriti alla vittoria della seconda coppa continentale.
Percentuale di qualificazione: 49%
Negli ultimi 30 anni prima del Basaksehir solo il Bursaspor nel 2010 era riuscito ad interrompere l’egemonia di Galatasaray, Besiktas e Fenerbahce in Turchia.
Il Basaksehir, club di un sobborgo di Istanbul, è stato fondato nel 1990 e dal 2014, anno in cui ha cambiato denominazione assumendo quella attuale, milita costantemente nella massima divisione turca.
A primo impatto quella dei turchi potrebbe essere una bellissima favola calcistica dei nostri giorni, ma non è tutto oro quel che luccica. Il Basaksehir è una squadra vicina al presidente Erdogan e questa vicinanza non è nemmeno tanto celata. Il presidente è un funzionario del partito, i colori sociali richiamano quelli dell’AKP (il partito di Erdogan) e lo stadio Fatih Terim è stato costruito in un quartiere in cui tutti votano l’AKP.
Erdogan in un’esibizione con la maglia del Basaksehir. Da notare la marcatura asfissiante su di lui con e senza palla
Il Basaksehir non ha cominciato al meglio questa stagione: è ancora senza successi e relegato in fondo alla classifica della Süper Lig. Le stelle e i trascinatori della squadra sono il bosniaco Visca, ormai una bandiera del club, e il centravanti ex Chelsea Demba Ba. Nella rosa ci sono anche due vecchie conoscenze del nostro calcio, Gökhan İnler ed Eljero Elia. Per il resto la rosa a disposizione dell’ex Interista Okan Buruk non sembra irresistibile. In un girone in cui la lotta per il secondo posto alle spalle del PSG si preannuncia serrata, difficile per i Turchi inserirsi fra United e Lipsia. Molto probabilmente la stagione europea del Basksehir finirà prima di Natale.
Percentuale di qualificazione: 10%
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