Napoli-Juventus Coppa Italia 2020: considerazioni sparse

Napoli-Juventus Coppa Italia 2020: considerazioni sparse

Giugno 21, 2020 2 Di Luca Sisto

Napoli-Juventus, finale di Coppa Italia 2020, è stata una partita non bella ma emozionante, culminata con la vittoria degli azzurri ai rigori.

 

Il Napoli mette in bacheca la sua sesta Coppa Italia. Il primo trofeo da quando, nel dicembre 2014, strappò la Supercoppa Italiana a Doha alla Juve, sempre ai rigori, evidentemente indigesti ai bianconeri.

Nel parziale ritorno alla normalità del calcio giocato, rispetto a questa Coppa, vanno esaminati alcuni aspetti.
Nello specifico, la scelta della Lega di tornare in campo subito con un trofeo in palio, appare quantomento controversa. Certo, sarebbe stato complesso incastrare la semifinale de vuelta e la finalissima all’interno del fitto calendario di recuperi e giornate di Serie A. Va però detto che, sin dalle prime battute, il livello di gioco, quanto al ritmo sostenibile in campo dalle squadre, è apparso modesto.

Inoltre, la necessità di giocare recuperi dei playoff e Final Eight (nuova, criticabile formula) delle Coppe Europee ad agosto, ha costretto le squadre ancora in corsa (ovvero, quelle che hanno effettivamente giocato, al netto del Milan) ad impostare il richiamo di peparazione sul lungo periodo. Non a caso, si è vista la grossa difficoltà dei giocatori più tecnici nel saltare l’uomo. Nonostante la lunga degenza, il solo Dybala è sembrato sufficientemente in palla da creare pericoli, seppur modesti, alla tosta retrogurdia azzurra. Lo stesso Cristiano Ronaldo è apparso ben lontano dal top della forma, a testimonianza del fatto che gli obiettivi di questa stagione sono concentrati maggiormente a luglio e agosto.

La chiave della vittoria napoletana, oltre che nella lotteria dei rigori e nell’aver tenuto bene il campo contro un avversario di livello superiore, sta nella gara del San Paolo contro l’Inter. Il Napoli entrava in campo forte del vantaggio ottenuto a San Siro (gol di Fabian Ruiz), ma subiva al primo minuto gol su calcio d’angolo di Eriksen. In questa situazione all’Inter sarebbe bastato un altro gol per uccidere partita e qualificazione, ma i nerazzurri si sono fatti sorprendere da un rapido rilancio di Ospina (tra i migliori in campo) per Insigne, che appoggiava su un piatto d’argento a Mertens il pari decisivo.
Delle quattro squadre in campo nelle semifinali, la buona forma dell’Inter può far ben sperare i nerazzurri per il prosieguo del campionato.

La pandemia ci ha privato del pubblico. E, probabilmente, ci ha esentato dalle polemiche per la gestione dell’ordine pubblico che nel recente passato hanno coinvolto la città di Roma. A 6 anni dalla morte del tifoso napoletano Ciro Esposito, ferito (e deceduto 50 giorni dopo) il 3 maggio 2014, prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina, da Daniele De Santis (ultra’ romanista), difficilmente avremmo visto la Questura di Roma autorizzare la trasferta ai tifosi napoletani. Probabilmente, avrebbero preferito spostare la sede della finale pur di evitare le solite problematiche. Ma questa è solo la mia opinione personale, di cui non avremo controprova per un bel po’, se non nei film di genere (vedi Ultras di Lettieri).

Il trofeo conquistato dal Napoli è anche il primo del Gattuso allenatore. In un momento estremamente delicato a livello personale, è stato bello vedere l’attaccamento e la dedizione alla causa dei suoi giocatori. Sì, perchè al netto di alcuni epurati (tecnicamente, Ghoulam, Lozano, Llorente e Younes non vedono mai il campo), è stata la vittoria di un gruppo che, solo pochi mesi fa, sembrava un’autentica polveriera, fra multe, mancati rinnovi e scontri società/allenatore/procuratori/giocatori. In questo senso, Carlo Ancelotti ha fatto parecchi danni.
Proprio su questa polemica, prima della finale, si è soffermato il solito Aurelio De Laurentiis, non mancando ovviamente le solite frecciate all’ex Sarri.

Il buon Maurizio, dal canto suo, ha fallito il secondo appuntamento stagionale dopo la Supercoppa Italiana persa contro la Lazio.
L’impressione è che questa non sia ancora la sua Juve. Ma nulla è davvero compromesso. C’è uno Scudetto da conquistare e una Champions assolutamente possibile. Ad agosto, il Lione verrà probabilmente da mesi di inattività a certi livelli e la rimonta allo Stadium sembra alla portata. A quel punto, con il sistema Final Eight, può succedere di tutto, anche di vedere l’Atalanta, con un buon sorteggio, fra le migliori quattro d’Europa.

Il Napoli, invece, dovrà cercare di restare concentrato fino ad agosto, con una rimonta (quasi) impossibile per un posto Champions, e con l’Europa League già raggiunta grazie alla vittoria di ieri sera. A meno di una clamorosa serie di vittorie (e di un’altrettanto clamorosa serie di punti persi da Roma e Atalanta), gli azzurri non hanno più nulla da chiedere alla serie A in questa stagione. Gattuso potrà alternare i suoi in vista della gara di ritorno contro il Barcellona, di certo proibitiva, ma in un 2020 che ci ha abituato (nel bene e soprattutto nel male) a non dare nulla per scontato, non ci sentiamo di dare il Napoli già spacciato.

Per concludere, la premiazione in stile “consegna bomboniere a fine matrimonio” ha quantomeno dato spazio a momenti di fair play, con la presenza di Andrea Agnelli a fare da cerimoniere al fianco di ADL. Nel lento e imprevedibile ritorno alla vita quotidiana, anche di questo calcio dovremo imparare ad apprezzare le emozioni che, al netto di tutte le considerazioni di cui sopra, sa ancora regalare.