Roger Milla: la danza del Leone a Italia ’90

Roger Milla: la danza del Leone a Italia ’90

Giugno 22, 2020 0 Di Luca Sisto

Tutti ricordano Roger Milla, la sua danza del Leone a Italia ’90, la “makossa”. Vi raccontiamo perchè quel mondiale è stato magico anche per la nazionale africana del Camerun, arrivata sino ai quarti di finale grazie ai gol del suo campione più noto.

Roger Milla e un destino da Re

Roger Milla, pallone d’oro africano nel lontano 1976, ha appeso gli scarpini al chiodo e lasciato la nazionale nel 1989. Per lui una partecipazione ai mondiali dell’82, dividendo la leadership con l’altro mito dei Leoni Teophile Abega, e due Coppe d’Africa all’attivo (’84 e ’88). L’ultima sua squadra francese, il Montpellier, doveva segnare anche la fine della sua carriera professionistica.

Ma il buen retiro del campione di Yaoundé diventa l’isola di Reunion, meraviglioso dipartimento francese nell’Oceano Indiano: il St. Pierroise gli offre un contratto di 6 mesi. Dove l’abbiamo già sentito? Già, in questa stagione, come da tradizione dei territori d’oltremare, ha partecipato alla Coppa di Francia battendo una squadra di Ligue 2 nella trasferta di Niort e arrivando fino ai sedicesimi di finale.
Milla viene ingaggiato per riportare la squadra di amatori dell’isola alla vittoria del campionato.

Nel frattempo, il CT Valerij Nepomnjaščij è riuscito nell’impresa di qualificare il Camerun ai mondiali di Italia ’90, dopo l’assenza di Messico ’86. Il tutto senza Milla.
In Camerun si chiede quindi a gran voce il ritorno in campo del vecchio Leone, ma il CT sovietico non vuole saperne.
Scende così in campo l’autoritario Presidente Paul Biya, che sull’onda delle sollevazioni popolari firma un decreto presidenziale, col quale si statuisce che Milla deve essere convocato per la Coppa del Mondo. Raro caso in cui l’ingerenza di un leader negli affari sportivi abbia sortito effetti di gran lunga superiori a quelli stimati.

Una doppietta da consegnare alla leggenda

Quando Roger Milla, nei supplementari di Colombia-Camerun, ottavi di finale di Italia ’90, al San Paolo di Napoli, ruba palla a Higuita e si invola verso la porta, ancora non sa che sta per entrare nella leggenda del calcio.

Roger Milla ruba palla al portiere colombiano Higuita e si invola verso la porta (foto tratta da Wikimedia Commons)

La partita, a reti inviolate nei tempi regolamentari, aveva regalato la prima emozione col gol proprio di Milla a inizio secondo tempo supplementare. Prima danza sulla bandierina. Ma il gol che consacra i Leoni Indomabili nel mito è questo: Higuita avanza fino a centrocampo e scambia palla con i difensori, un controllo difettoso dell’istrionico portiere colombiano innesca il pressing di Milla, che vince il contrasto e segna il 2-0, invano rincorso da Higuita. Seconda esultanza, seconda “makossa”, le cui note erano tanto care al Maestro Manu Dibango. Le immagini entreranno a far parte dello spot di una nota marca di bevande a base di cola.

La Colombia troverà il tempo di accorciare le distanze, ma il Camerun diventa la prima nazionale africana a qualificarsi per i quarti di finale di un mondiale.
Uscirà contro l’Inghilterra, 3-2 ai supplementari grazie a due rigori di Gary Lineker, tra gli applausi del pubblico di Fuorigrotta.

Milla tornò a vincere, a 38 anni, il pallone d’oro africano nel 1990, a 14 anni di distanza dal primo. La sua longevità non si arrestò in quel del San Paolo: con il gol alla Russia a USA ’94, divenne a 42 anni suonati il più anziano calciatore a fare gol in una fase finale dei Mondiali di calcio. Grazie a questi gol, intere generazioni di calciatori africani si sono identificate nel suo mito, quello di Roger Milla e la sua danza a Italia ’90.

Ah, un’ultima cosa: dal 1982, Paul Biya è ancora al suo posto. Nel 2018 ha rivinto le elezioni presidenziali con oltre il 70% delle preferenze. Inutile dire che le accuse di brogli non siano state risparmiate.

Immagine di copertina tratta da Pinterest