Dalla stagione 1929/30 la Serie A è diventata a girone unico. Da allora sono stati assegnati 89 scudetti, due non disputati causa guerra, uno revocato per calciopoli. Di questi 89 scudetti, 65 sono stati vinti da una fra: Juventus Inter e Milan rispettivamente 35, 16 e 15 campionati a girone unico.
In pratica il 74% dei campionati sono andati ad appannaggio di un club di Milano o di Torino (sponda bianconera), inoltre se aggiungiamo i 6 scudetti vinti dal Torino –l’ultimo oltre 40 anni fa- la percentuale di vittorie del campionato italiano sale oltre l’85%.
Negli anni ’80 con le vittorie di Roma, Verona, Napoli lo scudetto ha girato lo stivale fermandosi a Genova, sponda blucerchiata. Lo scudetto del ’91 fu vinto dalla Sampdoria con Boskov in panchina e in campo i gemelli del gol Vialli-Mancini.
L’ultima squadra a vincere, al di fuori di Juventus Inter e Milan, è stata la
Roma di
Capello. Nell’ormai lontano 2001 replicò ai cugini Laziali, vittoriosi l’anno prima grazie anche al
nubifragio di Perugia.
Mai nella storia del calcio italiano vi è stato un digiuno così lungo per le altre squadre.
In questi anni ci sono andate vicinissimo: la Roma nel 2008 e nel 2010, il Napoli di
Sarri nel 2018 che dopo la vittoria nello scontro diretto di Torino contro la Juventus, sembrava lanciatissimo verso la conquista del terzo scudetto, salvo poi crollare a Firenze e dire addio ai sogni scudetto.
Perché vincono sempre Juventus Inter e Milan?
Solo grazie allo strapotere economico e politico, oppure bisognerebbe guardare in casa dei vinti?
Fra le cause è possibile rinvenire: poca progettualità, investimenti sbagliati, mancanza di ambizione, scarsità di risorse.
Vero che hanno dalla loro il blasone, il potere economico, tifosi in tutta la penisola ma per l’appetibilità del campionato serve un cambio di tendenza.
Come anticipato le altre squadre, si accontentano di stare seduti al tavolo senza volere la fetta più grossa della torta. Negli anni 80/90 vi è stata un’eccezione anche se i trionfi di quegli anni sono costati crisi finanziarie da cui le squadre non si sono mai riprese del tutto. Non riuscendo più a competere ad alti livelli, Sampdoria e Verona in particolare.
Fin quando la spartizione dei diritti televisivi non sarà omogenea, sembra quasi impossibile che vi sia un’inversione di tendenza. Quindi, a parere di chi scrive, anche per i prossimi lustri questa percentuale è destinata se non ad aumentare quanto meno a rimanere stabile.
Infine sulla volontà delle rivali di “accontentarsi” incide in maniera significativa la qualificazione alle coppe europee, i quali introiti economici consentono a molte società di autosostenersi, Napoli e Lazio su tutte.
Il prestigio di disputare i palcoscenici internazionali, consente di soddisfare le esigenze dei tifosi e di non fare mai il passo più lungo della gamba, che appare necessario ma spesso deleterio per vincere lo Scudetto.
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