Pantaleo Corvino: i 10 migliori affari in Europa dell’Est
Giugno 27, 2020La storia sportiva e il rapporto con i talenti da lui scoperti: vi raccontiamo Pantaleo Corvino e i 10 migliori affari in Europa dell’Est del DS pugliese.
Pantaleo Corvino, pugliese di Vernole (provincia di Lecce), ha costruito tutta la sua lungimirante carriera di direttore sportivo scoprendo talenti in giro per il mondo. In particolare, ha fatto le fortune delle sue squadre del cuore: il Lecce e, soprattutto, la Fiorentina, della quale aveva mutuato la passione e il tifo dal padre.
Se il mercato sudamericano rappresenta da sempre un bacino di giovani calciatori illimitato (in cui la concorrenza nel trovare il prossimo fenomeno è immensa e il limite fra futuro campione e bidone sottile), barcamenarsi fra le diverse repubbliche dell’Europa Orientale, in particolare quelle della ex Jugoslavia, richiede un fiuto negli affari sopraffino e la necessità di costruirsi la giusta rete di contatti.
In quest’ultima qualità, Pantaleo Corvino, si è dimostrato un fuoriclasse al pari, se non più, dei calciatori che ha fatto acquistare alle sue squadre, a prezzi concorrenziali, per poi rivenderli generando “n” volte la plusvalenza.
Non si tratta solo di permettere ai club di sopravvivere e di autoalimentarsi. Si tratta anche di acquistare i calciatori giusti per essere competitivi ad alti livelli. Corvino, dal carattere vulcanico e accentratore, tende inoltre ad “innamorarsi” di calciatori capaci di far sognare e dannare al tempo stesso, forse perchè in loro rispecchia la sua idea di calcio e di vita. Il genio e la sregolatezza, l’essere decisivi e fuori dagli schemi al tempo stesso. Non a caso, i personaggi che ha lanciato in Serie A, hanno più volte avuto screzi e contrasti con i propri allenatori e con la tifoseria (Adem Ljiajic vs Delio Rossi, anyone?).
Nella rassegna che segue, abbiamo provato a dare un volto e un nome ai 10 migliori colpi di Corvino direttamente dall’Europa dell’Est (non valgono quindi calciatori come Adrian Mutu, che pure ha portato a Firenze, passando però per altre squadre italiane o straniere, come pure Kuzmanovic e Seferovic prelevati dal Basilea e Vugrinec dal Trabzonspor), una macroregione in cui il sodalizio con potenti procuratori come Fali Ramadani (nei Balcani) e i Becali (in Romania), è garanzia di affari.
10. Ondrej Mazuch
Il colpo di riscaldamento, dal suo arrivo a Firenze, Pantaleo lo piazza in Repubblica Ceca. Dopo aver visto l’under-20 ceca ai mondiali di categoria del 2007, in Canada, arrivare sino alla finalissima persa contro l’Argentina, Corvino si innamora di Hable e Mazuch. Il primo giocherà una partita con la maglia dell’Ascoli senza portare alcun beneficio a Firenze. Il secondo, difensore centrale arcigno, non trova posto neppure per una gara in Italia, ma a tutt’oggi difende i colori dell’Hull City ed è stato protagonista di una discreta carriera in giro per l’Europa.
Il portierone polacco, prelevato dal Jagiellonia, approda a Firenze nel 2016 per 2,5 mln. Attualmente è il titolare dei Viola, dopo aver mostrato tutte le sue qualità in prestito semestrale a Empoli nella passata stagione (pur non riuscendo ad evitare una sfortunata retocessione). Il suo exploit ha costretto la Fiorentina a privarsi, momentanemante, dell’altro giovane investimento, il francese Lafont, mandato in prestito biennale al Nantes. Con Dragoswski il futuro della porta Viola e di quella polacca (ora saldamente nelle mani di Szczesny) è al sicuro.
8. Ianis Hagi
Il cognome dice molto, in termini di peso specifico. Ianis è stato acquistato dal Viitorul Constanza di papà Gheorghe nel 2016 per circa 2 mln di euro. Nella Fiorentina non ha però trovato spazio ed è stato lasciato andar via troppo presto. Dopo una buona parentesi in Belgio al Genk, ha attirato le attenzioni dei Rangers che hanno investito su di lui 6 mln di euro. Con gli scozzesi ha già fatto parlare di sè per alcune ottime prestazioni in Europa League (già 4 gol realizzati per lui), e comincia ad apparire come un calciatore di sicuro avvenire.
Uno degli ultimi colpi del Corvino prima edizione (2005-2012) a Firenze è il forte difensore centrale Nastasic, prelevato dal Partizan (nettamente la squadra preferita da Corvino) nel luglio 2011 per 2,5 mln. Nastasic giocherà una sola stagione con la Viola, abbastanza per attirare le mire del Manchester City, che lo acquista con un dispendioso pacchetto che include il difensore montenegrino Savic e 15,2 mln. Oggi Nastasic, che in Inghilterra deluderà le enormi aspettative, è comunque dal 2015 un punto fermo dello Schalke 04 in Bundesliga, una delle squadre meno in forma del campionato. Savic, invece, gioca nell’Atletico Madrid ed ha avuto probabilmente uno sviluppo di carriera migliore.
Pochi calciatori incarnano l’immaginario corviniano come il bulgaro Bojinov. Cresciuto calcisticamente nel Lecce (Corvino l’aveva preso, quattordicenne dal Pietà Hotspurs, squadra maltese), debutta in Serie A il 27 gennaio 2002, all’età di 15 anni, 11 mesi e 12 giorni, contro il Brescia, diventando così il più giovane calciatore straniero ad esordire in Serie A e il settimo giocatore più giovane di sempre a debuttare nella massima serie calcistica italiana. Realizza il primo gol nella massima divisione l’11 gennaio 2004, non ancora maggiorenne, in Lecce-Bologna 1-2. Quando sembra ormai lanciato nello starsystem dei migliori giovani calciatori del Pianeta, viene ingaggiato nel gennaio 2005 dalla Fiorentina (con lo zampino di Corvino, che sei mesi dopo se lo ritroverà in casa) per 15 mln di euro. Veste, senza mantenere fede alle attese, le maglie di Fiorentina, Juventus, Manchester City, prima di un lungo girovagare per l’Europa che lo porterà ad indossare una serie interminabile di maglie (tra cui Sporting Lisbona, Parma, ancora Lecce, Verona, Partizan, Levski in Bulgaria, Ternana) senza mai ritrovare i fasti di un tempo. Oggi risulta tesserato, da febbraio, in serie B al Pescara, dove ha finora collezionato due presenze e zero gol.
Luglio 2017, uno dei principali colpi di prospettiva del secondo Corvino, a Firenze, è Nikola Milenkovic da Belgrado, sponda Partizan (e dove se no). Costo del cartellino, circa 5 mln di euro. Valore di una futura plusvalenza: fra i 30 e i 40 mln. Milenkovic può agire sia da centrale in una difesa a 4, sia da terzino destro o da centrale di destra in una difes a 3. Classe 1997, forte fisicamente, buona corsa e buon piede, ottimo colpitore di testa, Milenkovic si configura come uno dei difensori più interessanti e duttili del panorama mondiale e della Serie A in particolare.
4. Adem Ljajic
Il 28enne trequartista/attaccante in forza al Besiktas, è senza dubbio uno dei grandi colpi dell’era Corvino 1. Prelevato dal Partizan nel 2011 per 5,5 mln, ha mostrato lampi di classe alla Fiorentina, nonostante uno screzio clamoroso che ha coinvolto la sua avventura con Delio Rossi allenatore, episodio che non gioverà alla reputazione di entrambi. Ljajic si è ripetuto alla Roma, ma non all’Inter e al Torino, lasciando l’Italia (forse definitivamente) nell’agosto 2018.
“Vlahovic? Un campione.” Questa è l’unica battuta che siamo riusciti a strappare, recentemente, dalla bocca di Corvino. Passato alla Fiorentina, diciottenne, ovviamente dal Partizan Belgrado per circa due milioni, è stato aggregato inizialmente alla Primavera, prima di esplodere, in contumacia Corvino, con la gestione del Presidente Commisso, lanciato in prima squadra da Vincenzino Montella. I gol all’Inter e al Napoli, in particolare, hanno mostrato a tutti il talento del classe 2000. Poco tempo (uno o due stagioni al massimo, probabilmente) e sarà davvero complicato per la Fiorentina resistere agli assalti dei top club europei. Valutazione attuale? Secondo Transfermarkt 16 mln, ma destinata a triplicare, come minimo.
Nelle prime due posizioni di questa particolare “classifica”, troviamo due montenegrini. Cominciamo da quello più talentuoso. Jovetic passa alla Fiorentina nel 2011 (indovinate un po’ da quale squadra…) per 8 mln di euro, che sembrano subito pochissimi. Stevan ha tutte le sembianze del fenomeno, anche di costume, grazie ad un volto tipicamente balcanico nascosto da una folta capigliatura riccia. Muscolatura già estremamente sviluppata, dribbling e tiro secco e buone qualità anche nel colpo di testa, che gli permettono di agire sia da trequartista che da seconda punta, con ottimi risultati anche come centravanti, come dimostra la fenomenale partita in Champions contro il Liverpool del settembre 2009, in cui il numero 8 Viola segnerà una doppietta.
Jovetic deve però convivere fin da subito con gravi infortuni. Costretto a saltare l’intera stagione 2010-11 per un infortunio al ginocchio occorso in estate (con complicazioni successive all’intervento chirurgico), verrà ceduto al Manchester City per 26 mln nel luglio 2013 senza mai tornare ad essere il fenomeno che prometteva di diventare a inizio carriera. Solo due stagioni più tardi passa all’Inter di Mancini dove però parte spesso dalla panchina senza incidere. Dopo una breve parentesi a Siviglia, passa per 10,5 mln al Monaco nell’estate 2017, dove tutt’ora milita, fra alti (pochi) e bassi (molti).
Siamo infine arrivati al più “corviniano” degli acquisti di Pantaleo Corvino. Giunto in Italia, al Lecce, nel 2000, dal Sutjeska, il montenegrino ha avuto una splendida carriera nel Belpaese, fra Lecce, Roma e Juventus, squadra con la quale ha vinto 3 Scudetti fra il 2011 e il 2014. Tre presenze con la Serbia-Montenegro, 46 condite da 17 marcature per il suo Montenegro dopo l’indipendenza. Vucinic ha concluso la sua carriera da calciatore nel 2017 all’Al Jazira di Abu Dhabi. Attaccante fenomenale, capace di giocare a due o di fare reparto da solo, entrerà nella storia della Roma per il gol decisivo al Bernabeu, agli ottavi di finale della Champions League 2007-2008, che di fatto eliminò i Blancos, in una partita letteralmente dominata dall’attaccante montenegrino.
Pantaleo Corvino è un personaggio su cui si potrebbe scrivere un romanzo, ambientato magari tra le sue avventure professionali oltre la ex Cortina di Ferro. Questa rassegna è solo un piccolo omaggio alla carriera di un uomo di cui si può dire tutto, tranne che non sia una delle persone più competenti che il calcio italiano abbia mai avuto nel suo ruolo. Anche se, il suo rifiuto ad Antonio Cassano ai tempi del Casarano (dove pure lanciò Fabrizio Miccoli), resta un episodio che desidereremmo farci raccontare.