Javier Zanetti El Pupi
Giugno 29, 2020Lunedì proletario è una nostra rubrica che si occupa di calciatori con un passato da lavoratori, oggi è la volta di Javier Zanetti il quale dopo essere stato scartato dall’Independiente, pensando che non ci fosse più un futuro nel calcio per lui, cominciò a lavorare come muratore insieme al padre.
“Javier, per impastare bene la calce, devi aggiungere acqua a piccole dosi. Vedi, in questo modo, e poi mescoli, fin quando non diventa morbido.”
“Va bene papà adesso faccio come mi hai detto, sperando di riuscirci.”
“Il lavoro di muratore richiede pazienza, precisione e soprattutto non bisogna perdere mai la concentrazione. Non pensare a quello che è successo con l’Independiente.”
“Eh… però dopo 7 anni nei Diablos Rojos mi hanno mandato via senza pensarci su due volte! Il calcio non mi interessa, voglio solo lavorare e studiare adesso.”
“Non devi figliolo, non arrenderti. Sono convinto che la tua carriera calcistica non è ancora finita, ma dipende tutto da te e dalla tua voglia di diventare calciatore.”
“Può darsi tu abbia ragione. Alla prima occasione dimostrerò a quei dirigenti che hanno fatto un grosso errore a scartarmi.”
A 16 anni Javier Zanetti, dopo 7 stagioni nel settore giovanile, fu scartato dall’Independiente. Dopo aver lavorato con il padre per un anno, nel ’91 approda al Talleres dove giocava il fratello Sergio.
Nel 1995 l’Inter lo preleva dal Banfield per 5 miliardi di Lire. Il mito argentino Diego Armando Maradona lo definì il miglior acquisto dell’anno.
Con i nerazzurri ha infranto numerosi record (858 presenze totali di cui 618 in Serie A) diventandone una bandiera.
In 20 stagioni a Milano ha vinto 5 Scudetti, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe Italiane, 1 Coppa Uefa, 1 Champions League.
Nel 2010 Javier Zanetti, da capitano, con l’Inter ha vinto il Triplete. La prima e unica squadra italiana a riuscirci.