Piazza San Carlo a Torino: una tragedia evitabile

Piazza San Carlo a Torino: una tragedia evitabile

Giugno 30, 2020 0 Di Alessandro Amodio

Il 3 giugno 2017, mentre a Cardiff si giocava la finale di Champions fra Real Madrid e Juventus, in piazza San Carlo a Torino, dopo il terzo goal dei madrileni, scoppia il caos fra i tifosi juventini.
Tre giovani decidono di sfruttare la calca di persone radunatesi per assistere alla partita, per commettere dei furti ai danni dei presenti. Al fine di uscire velocemente dall’ingorgo e fare un resoconto del bottino racimolato, i tre decidono ancora di usare uno spray urticante, ed è proprio lì che scoppia il caos. Le persone in preda al panico, dato il falso allarme di un attentato terroristico, cominciano a correre all’impazzata e ad ammassarsi.

Il Processo e le condanne per i fatti di piazza San Carlo

Il bilancio finale parla di 3 morti, l’ultimo dei quali nel febbraio 2020, e oltre 1500 feriti. I responsabili del fatto sono stati condannati in primo grado ad una pena di 10 anni per omicidio preterintenzionale. È opportuno specificare come per “preterintenzionale” si intenda che dalla condotta commssiva o omissiva dell’agente derivi un evento più grave di quello voluto dall’agente stesso, e che nel caso di specie l’evento morte, pur verificandosi, non era quello voluto dai correi con la loro condotta.

La questione di Piazza San Carlo ha lasciato molti punti interrogativi. La procura di Torino, nell’accertamento delle responsabilità, nel giugno 2018 ha rinviato a giudizio anche la sindaca Appendino insieme ad altri 14 imputati. La gestione dell’ordine pubblico è stata pessima, il servizio di sicurezza organizzato in maniera grossolana. Sarà compito della magistratura accertare eventuali ulteriori responsabilità ed assicurare alla giustizia i colpevoli.

Nell’epoca in cui si parla spesso di attentati di matrice islamica in Europa e di come questi abbiano influito sulla psiche dei cittadini europei. Basta il minimo allarme e la minima scaramuccia in qualche luogo affollato perchè si tema il peggio. Come se in un lato oscuro del nostro cervello una sentinella ci avvertisse del fatto che il pericolo terroristico sia sempre vivo. Tuttavia, alcune cose non debbono mai essere dimenticate perché non si ripetano di nuovo. La memoria storica serve a questo.