Alan Shearer: il più grande cannoniere di tutti i tempi della Premier

Alan Shearer: il più grande cannoniere di tutti i tempi della Premier

Luglio 1, 2020 0 Di Luca Sisto

14 maggio 1995. La Kop spinge i Reds contro il Blackburn Rovers, nell’ultima giornata di Premier League. Ma non è il solito tifo. I Rovers, allenati dalla leggenda del Liverpool Kenny Dalglish, conservano due punti di vantaggio sul Manchester United, che è di scena contro gli Hammers ad Upton Park.

Nel primo tempo, il solito Alan Shearer mette dentro il vantaggio del club del Lancashire con un tiro imparabile dei suoi. In apertura di ripresa, John Barnes pareggia. La gara scivola via con i Rovers stanchi ma ormai vicini al titolo, il terzo della loro ultracentenaria storia. I primi due ebbero luogo però a ridosso della Grande Guerra.

All’ultimo respiro, Jamie Redknapp supera Tim Flowers realizzando un magistrale calcio di punizione, festeggiato molto timidamente dai tifosi di casa, mentre gli stessi compagni del centrocampista sono increduli. Fra questi, come racconterà nella sua autobiografia, Robbie Fowler:

“Guardavo Alan Shearer sollevare il trofeo della Premier League e pensavo: cazzo, quanto vorrei essere al suo posto! Eravamo quasi riusciti a rovinargli la festa, ma per una volta la Kop era rimasta in silenzio: i tifosi non volevano regalare la vittoria ai Red Devils. Lo United, però, non andò oltre il pari contro il West Ham.”

Lo United spreca clamorose opportunità nei minuti finali. West Ham-Man Utd termina 1-1, il Blackburn è campione. I Red Devils di Alex Ferguson, stavolta, devono accontentarsi del secondo posto. Terzo, Il Nottingham Forest, col Liverpool, quarto, sicuri di un posto UEFA. Come dirà Gary Neville: “quella sconfitta ci è servita da sprone per vincere il Double (l’accoppiata Premier-FA Cup) nella stagione successiva”.

Il miracolo Rovers porta la firma di un giocatore che è già leggenda. Acquistato nel 1992 dal Southampton, con il quale aveva realizzato 23 reti in 118 presenze in First Division , diventa semplicemente fenomenale con i Rovers, mettendo a segno 112 gol in 138 partite. Capocannoniere con 34 gol nell’annata più impressionante che la Premier ricordi, la stagione 1994-95, che consacra Shearer fra i top attaccanti d’Europa.

Se il fine ultimo del gioco è fare gol, Alan Shearer è il calcio, il Re del gol. Segna in tutti i modi. Destro, sinistro, ma anche di testa (48 reti, un record che sarà battuto colo da Peter Crouch). Implacabile dal dischetto, capace di abbinare una potenza non comune ad un senso della porta innato. Shearer non è solo il prototipo dell’attaccante inglese, ma anche uno di quelli che, negli anni Novanta, annoveriamo con i Batistuta, i Romario, gli Stoichkov e pochi altri.

La stagione successiva non va come previsto per il Blackburn, che esce subito dalla Champions League e non riesce a ripetersi in campionato, nonostante un altro enorme bottino da 31 gol del suo cannoniere.

Nell’estate del 1996, lo United fresco di titolo davanti al Newcastle, squadra del cuore di Shearer, torna alla carica per il bomber inglese. Ma a spuntarla in quella clamorosa sessione di mercato è proprio il Newcastle (che da ragazzo si dice l’avesse scartato), che si aggiudica le prestazioni di Shearer per la cifra record di 15 mln di sterline, permettendo al ragazzo di coronare il sogno di giocare per la squadra di cui è tifoso e per la città in cui è nato. Nella circostanza, decisiva è stata l’opera di convincimento del Manager dei Magpies, Kevin Keegan, suo idolo da ragazzo, che gli promette la maglia numero 9 che tanto desiderava per emularlo.

L’Inghilterra ospita gli Europei del 1996, arrivando sino alla semifinale grazie a 5 reti (capocannoniere del torneo, soprattutto grazie ad una clamorosa doppietta contro l’Olanda nel 4-1 per i padroni di casa) del fuoriclasse di Newcastle, il quale nella competizione si era finalmente sbloccato dopo un digiuno di 11 partite di fila con la nazionale dei Tre Leoni.

Ancora una volta, come a Italia ’90, è la Germania ad interrompere il sogno degli inglesi di rivincere un trofeo importante. Nella lotteria dei rigori stavolta è Southgate (attuale manager della nazionale) a fallire il penalty decisivo. La Germania vincerà poi quell’edizione con il golden goal di Oliver Bierhoff contro la Repubblica Ceca.

Shearer finisce terzo nell’edizione 1996 del pallone d’oro (vinta dal libero tedesco del Borussia Dortmund, Sammer) e si getta a capofitto nella sua nuova esperienza con il Newcastle.

I Bookmakers puntano su di lui per le scommesse più disparate, ad esempio la più gettonata: “riuscirà l’attaccante a segnare in ogni gara disputata in Premier nella stagione 1996-97”? Non ci riuscì, ma realizzò comunque 25 gol in 31 gare alla prima stagione con i Magpies, vincendo il titolo di giocatore dell’anno per la seconda, con il suo club che finisce secondo alle spalle del Manchester Utd.

Con la maglia bianconera del Newcastle ha segnato in totale 206 gol, 148 dei quali in Premier, portando il bottino complessivo all’attuale record di 260 gol in Premier League (283 totali considerando i 23 con i Saints in First Division). Purtoppo per lui, il titolo con I Rovers resterà anche l’unico della sua carriera. Col Newcastle arriverà due volte in finale di FA Cup, perdendo. Andrà anche vicino al passaggio all’Aston Villa, dopo che Ruud Gullit l’aveva praticamente isolato dal resto della squadra (i due non si sono mai amati), ma sarà proprio l’olandese a rimetterci il posto, confermando l’importanza di Shearer per il club.

Ai Mondiali del 1998 è protagonista agli ottavi di finale contro l’Argentina, ma il suo gol non è sufficiente per il passaggio del turno. Agli Europei del 2000 l’Inghilterra esce al primo turno, perdendo rocambolescamente contro Romania e Portogallo, nonostante la vittoria per 1-0 contro la Germania arrivata proprio grazie a Shearer, che si ritira dalla nazionale al termine della competizione.

Anche per lui vale quindi lo stesso discorso dei vari Lampard, Gerrard, Scholes, Beckham, Rooney, Owen: non esiste una spiegazione logica al fallimento della nazionale inglese nelle competizioni che contano, fra gli anni Novanta e gli anni Duemila. Forse, semplicemente, senza gettare la croce addosso ai portieri non all’altezza, o chi per loro, ci sono sempre state squadre comunque superiori nel complesso. Gli astri, in sostanza, non si sono mai allineati a dovere.

L’addio al calcio avviene nel 2006, con 3 giornate d’anticipo rispetto alla fine del campionato, a causa di un infortunio alla caviglia. Nell’amichevole organizzata per salutarlo, Shearer entrerà solo all’ultimo minuto per tirare (e segnare) un calcio di rigore assegnato ad hoc per l’occasione.

Nel 2009, il Newcastle in crisi lo chiama a gestire la panchina per le ultime otto giornate: concluderà con una vittoria, due pari e cinque sconfitte, non riuscendo ad evitare la retrocessione. L’esperienza di allenatore, di fatto, si concluderà lì.

Alan Shearer ha dichiarato recentemente che, a furia di stare lontano dai campi (se non come commentatore tecnico), ormai sente che il calcio, in qualche modo, l’ha dimenticato. Alla soglia dei 50 anni (li compirà il 13 agosto) non ha però esaurito la sua spinta competitiva: passato al golf, è notizia di oggi la sua volontà di provare a qualificarsi per il British Masters (la selezione è in programma lunedì 6 luglio) che si terrà dal 22 al 25 luglio. Insieme a lui, tenteranno il colpaccio altri ex calciatori con la stessa passione per il golf: tra questi, proprio Kenny Dalglish e Robbie Fowler, che chiudono quindi il cerchio del nostro racconto. Se dovesse riuscire a strappare il pass, ci piace pensare che il nostro Alan esulterà con il suo classico gesto, a mano aperta e braccio in su, che faceva tanto anni settanta.

 

Immagine di copertina tratta da Wikimedia Commons.