Vicenza-Napoli, finale Coppa Italia 1997: lo “Sliding Doors” della storia azzurra

Vicenza-Napoli, finale Coppa Italia 1997: lo “Sliding Doors” della storia azzurra

Luglio 1, 2020 0 Di Alessandro Amodio

Il 29 Maggio 1997 allo stadio Romeo Menti di Vicenza si giocava il ritorno della finale di Coppa Italia. All’andata, il Napoli di Montefusco, che aveva preso il posto di Simoni, l’aveva spuntata per 1-0 davanti ad oltre 65mila tifosi grazie alla rete realizzata da Fabio Pecchia nel primo tempo.
Il Napoli era arrivato in finale battendo l’Inter, ma il compianto Gigi Simoni, nonostante fosse l’artefice di quella cavalcata, non era più l’allenatore del Napoli. Il suo esonero fu una questione di principio: il presidente Ferlaino, visto l’accordo del tecnico di Cremona con l’Inter per la stagione successiva, decise di chiudere anzitempo il rapporto affidando la squadra per il finale di stagione all’allenatore della primavera Montefusco. Il Napoli era a metà classifica e non aveva più nulla da chiedere al campionato, ma c’era ancora la doppia finale di Coppa Italia contro il Vicenza.
Erano passati 6 anni dall’addio di Maradona ed era finito un ciclo, il più vincente della storia del calcio Napoli, ma a Napoli sembrava fosse passato un secolo. Il Napoli era ormai diventato una squadra di media-bassa classifica e quella contro il Vicenza fu la prima finale giocata dopo 7 anni (Napoli-Juve Supercoppa Italiana ’90, 5-1 per gli azzurri).
Oltre alla possibilità di vincere un trofeo l’occasione era ghiotta perché la qualificazione europea avrebbe dato un po’ di respiro alle casse societarie ormai perennemente in difficoltà. Al ritorno, dopo l’1-0 dei tempi regolamentari, per un’ingenuità di Caccia gli azzurri restano in 10 uomini per tutti i tempi supplementari e al 117’, complice un non impeccabile Taglialatela, il fortino del Napoli non regge l’urto e i berici conquistano la coppa, la prima e unica della loro storia (3-0 il punteggio finale, con reti di Maini, Maurizio Rossi e Iannuzzi).
Uno dei misteri di quella sfida fu il mancato ingresso in entrambe le partite del brasiliano Beto, uno degli uomini di maggior talento di quel Napoli. La scelta di Montefusco ancora oggi appare inspiegabile, lo stesso Beto ha dichiarato che dopo quella partita ha pensato di lasciare il calcio. Magari, la possibilità di giocare in Europa, in una Coppa delle Coppe dove le squadre italiane spesso facevano da padrone, avrebbe restituito appeal internazionale al Napoli e attratto nuovi soci, aiutando l’Ingener Ferlaino a rilanciare la società come qualche anno prima.
La stagione successiva 97/98 fu la peggiore nella storia del Napoli con la retrocessione in serie B e il record negativo di punti per i partenopei, mentre il Vicenza in Coppa delle Coppe raggiunse le semifinali arrendendosi solo al Chelsea di Vialli e Zola.
Circa 6 anni dopo, nell’estate 2004, il Tribunale di Napoli sentenziò il fallimento, dopo 78 anni di storia, della S.S.C.N. Poco dopo cominciò l’era De Laurentiis che ha riportato il Napoli ad alti livelli, sia in Italia che in Europa, dopo tanti anni.
Chissà. Se il Napoli non avesse perso quella partita di Vicenza 23 anni or sono, magari non sarebbe fallito, non avrebbe conosciuto la serie C ed Aurelio De Laurentiis sarebbe solo un imprenditore italiano nel mondo del cinema di Hollywood.
Alessandro Amodio è co-fondatore di F&L. Avvocato, appassionato di basket e di calcio dilettantistico, è autore di numerosi pezzi per il sito che coprono sia gli aspetti legali del gioco, sia quelli popolari.
Immagine di copertina tratta da Wikipedia.