Il silenzio delle morti bianche in Qatar

Il silenzio delle morti bianche in Qatar

Luglio 2, 2020 1 Di Luca Sisto

Nel 2019, 9 lavoratori immigrati sono morti durante i lavori di costruzione degli stadi per i mondiali di Qatar 2022.
Da quando sono partiti i cantieri 6 anni fa, il totale ufficiale dei lavoratori deceduti è di 34.
Secondo il comitato supremo di organizzazione patrocinato dalla FIFA, 31 di questi sono morti per cause non legate direttamente all’esercizio del proprio lavoro.

Dal momento che le autorità medico-legali qatariote non conducono autopsie sui lavoratori migranti morti, le associazioni per i diritti umani tendono a contestare la veridicità di questi dati.
Le stime dei morti totali sono ritenute “estremamente al ribasso” e le condizioni di lavoro dei migranti vengono considerate “assimilabili a un regime di schiavismo”.

Grafica computerizzata del Lusail Iconic Stadium, l’impianto che ospiterà la finale dei mondiali del 2022

Nel 2020, a causa della pandemia, il rallentamento dei lavori potrebbe rivelare una certa deviazione dalla drammatica media di questi anni. La maggior parte degli immigrati impiegati nei cantieri, vive in condizioni di estrema carenza igienica in palazzoni in cui, con l’avvento del covid-19, sani e malati si mischiano in un circolo vizioso. Ovviamente, gli eventuali morti da coronavirus non saranno conteggiati nelle statistiche ufficiali.

La strada per il riconoscimento delle morti bianche in Qatar, resta lunga e tortuosa.

Poco fa, il Guardian ha pubblicato uno studio inquietante, in cui la stima parziale dei morti sul lavoro per la costruzione degli stadi in Qatar, ammonterebbe a 6500 vittime.