Momo Salah, il diplomatico

Momo Salah, il diplomatico

Luglio 4, 2020 0 Di Luca Sisto

Il 2018 sembrava la stagione perfetta del Liverpool e di Salah. Ma la sconfitta in finale di Champions contro il Real Madrid, complici l’infortunio alla spalla di Salah (in uno scontro con Sergio Ramos che ha fatto discutere) e gli errori del portiere Karius, ha rovinato la favola.
Per il Liverpool e per il campione egiziano, il lieto fine era solo rimandato di una stagione.
Prima ci sarebbero stati i mondiali di Russia, a cui Salah ha fatto di tutto per partecipare, senza aver tuttavia superato del tutto l’infortunio.
L‘Egitto torna a casa con tre sconfitte, tra cui l’umiliante lezione subita dai sauditi.

Salah fece comunque in tempo a sfruttare la sua immagine di sportivo di fama mondiale, per suggellare la partnership russo-egiziana, facendo visita a uno degli alleati di Putin nel Caucaso: il presidente ceceno Ramzan Kadyrov. Questi ha ricevuto in dono una maglia di Salah, in cambio della cittadinanza onoraria cecena offerta all’egiziano.

In patria si è speculato su una possibile uscita di Salah dalla nazionale, che però non ha trovato conferme.
Ha fatto comunque discutere, in Inghilterra, l’incontro con Kadyrov, uno dei principali difensori degli interessi politici e della sicurezza della Federazione Russa nel Caucaso. Il 43enne capo militare e presidente della squadra di calcio della capitale cecena, il Terek Grozny, è noto per essere lo spietato comandante di un esercito alle sue dirette dipendenze, responsabile di omicidi, torture e arresti indiscriminati nell’area, nei confronti di attivisti e oppositori politici.
Amnesty Intl. ha accusato Kadyrov di torturare e detenere in campi di concentramento numerose persone, tra gli altri alcuni “colpevoli di essere omosessuali”. Kadyrov si è difeso negando non i campi di concentramento, ma l’esistenza degli omosessuali nel suo Paese.
Un vero signore.

La Cecenia, sin dalla fine della guerra civile nel 2009 persa dai separatisti, è un avamposto islamico fondamentale per tenere sotto controllo eventuali incursioni jihadiste in Russia. L’alleanza di Kadyrov con Putin è un’assicurazione nei confronti dell’Islam moderato e del controllo dei disegni separatisti delle altre regioni caucasiche (perlopiù presenti in Abkhazia e Sud Ossetia, ma anche in Daghestan, Inguscezia e Nord Ossetia).
Al Sisi, presidente egiziano, dal 2017 ha inoltre stretto con Putin un accordo per l’utilizzo delle opposti basi aeree per esercitazioni a scopo militare e dal 2019 la partnership fra i due Paesi si è ulteriormente consolidata, anche di fronte a quelli che sono gli interessi degli USA e della Turchia nel nord Africa (in Libia particolarmente) e nella questione siriana. Nonché, della sempre presente questione israelo-palestinese.

C’è ragione di credere che l’esposizione mediatica a cui è stato sottoposto Salah in quest’occasione vada ben oltre il calcio e si presti ad interpretazioni così complesse dall’essere ancora lontane da una soluzione condivisa.

di Luca Sisto