Samuel Eto’o, il Re Folle 

Samuel Eto’o, il Re Folle 

Luglio 4, 2020 0 Di Luca Sisto

“Mi vogliono avvelenare! Tutti devono saperlo: se Samuel Eto’o muore sarà per mano della Fecafoot [Federazione Calcistica Camerunese].
Le maglie me le faccio dare direttamente dallo sponsor. Non mangio con i miei compagni ma ho uno chef personale che cucina a vista. Dormo con una guardia del corpo per paura che mi uccidano nel sonno”.

È il febbraio 2013. L’attaccante dell’Anzhi Makachkala, club del Daghestan, prima divisione russa, che guadagna 22 mln di euro all’anno, accusa la Federazione nazionale del suo Paese di volerlo assassinare. Un anno prima aveva guidato uno sciopero dei suoi compagni, poiché non c’era accordo sui premi partita relativamente alla Coppa d’Africa. Un episodio che, in Camerun, si sarebbe ripetuto più volte nel corso degli anni.
Alle accuse di corruzione e di minacce risponde il portavoce della Fecafoot, Junior Biyam:

“Perché dovremmo assassinarlo? Ci serve vivo, in campo magari, se vorrà. È lui che cospira con amici potenti per rovesciare i vertici della Federazione”.

Novembre 2013. Si giocano i playoff per accedere ai mondiali di Brasile 2014. Il Camerun affronta la Tunisia allenata dall’olandese Rudy Krol, qualificata ai danni di Capo Verde, squalificato per aver fatto giocare un calciatore non convocabile.
La gara d’andata finisce 0-0. Eto’o, ora al Chelsea, non lascia il segno e, in un’intervista, se la prende con i compagni, rei a suo dire di averlo boicottato, senza passargli il pallone di proposito.
Da capitano, è l’episodio che segna virtualmente la fine del suo rapporto con la nazionale.
Nella gara di ritorno Eto’o gioca ancora titolare e il Camerun vince 4-1. Segnano il vecchio Webo, Moukandjo e, nel secondo tempo, due volte Makoun.

Si va in Brasile, proprio nel girone dei padroni di casa.
Alla vigilia ancora malumori tra la squadra e la Fecafoot. Stavolta i risultati non premiano: tre sconfitte in tre partite, di misura col Messico, perentorie con Croazia e Brasile. Il Camerun semplicemente non pervenuto, lontanissimo parente della squadra che ha dominato l’Africa nera, con Nigeria, Ghana e Costa d’Avorio, per oltre 30 anni.
Eto’o lascia definitivamente il Camerun. Per lui, un oro olimpico a Sidney 2000 e due Coppe d’Africa, nel 2000 e nel 2002.

Per non parlare di tutto ciò che ha vinto al Barcellona e all’Inter.
Per molti, il più grande giocatore africano di tutti i tempi. Qualcuno non sarà d’accordo, visto che si è dibattuto se fosse il più grande in Camerun, dove Milla è venerato come un dio.
Per tutti da Doula a Yaoundé, Samuel Eto’o è il Re Folle.