Jorge Valdivia, El Mago

Jorge Valdivia, El Mago

Luglio 7, 2020 0 Di Luca Sisto

Jorge Valdivia El Mago ha nella Copa America di Cile 2015 il suo apice. Vi raccontiamo qui la sua parabola, che è un po’ quella della sua nazionale negli ultimi 20 anni.
“C’era una lumaca che, pur accettando una vita lenta, molto lenta, e tutta sussurri, voleva conoscere i motivi della lentezza”
Luis Sepulveda (Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza).

Prologo

La storia del Cile può essere considerata uno spaccato di tutto ciò che è stato il Sudamerica, dall’avvento dei Conquistadores spagnoli in avanti fino alla lenta e progressiva ricerca dell’indipendenza. Tra questi, un “apellido” in particolare ne ha segnato i tratti.
Valdivia, Pedro de Valdivia, era uno dei principali luogotenenti di Pizarro. È considerato il fondatore di Santiago de Chile e della città omonima.
Valdivia, il 22 maggio 1960, fu segnata dal più forte terremoto mai registrato dall’uomo: 9.5 gradi della scala Richter (11° dell’empirica Mercalli), un sisma che sconvolse il territorio cileno, per fortuna con epicentro in una zona non densamente popolata, che provocò comunque oltre 3000 morti (stime parziali) e ingenti danni, ed ebbe come conseguenza uno tsunami di 25 metri che colpì diverse fasce costiere del Pacifico, tra cui Giappone e Hawaii.
Gli anni sessanta costituiscono un periodo di forti sommovimenti della placca sudamericana: nel 1967 si registra il terremoto di Caracas, che provocò ingenti danni e 300 morti, arrivando fino ad una cittadina a circa 50 km dalla capitale, Maracay. Luis Valdivia, che lavorava come corrispondente per la LAN Airlines, compagnia cilena, si era stabilito proprio a Maracay insieme alla moglie Elizabeth Toro. Nel 1983, nasce in Venezuela il loro unico figlio, Jorge. Due anni dopo, Luis ed Elizabeth fanno ritorno a Santiago, dove Jorge crescerà, ereditando la flemma e la capacità organizzativa paterna e, si dice, l’intelligenza spaziale della madre.

Il primo approccio col calcio di Jorge Valdivia

Con tali caratteristiche psicomotorie e anagrafiche, il suo principale interesse era il baseball. Solo in un secondo momento, visto che in Cile il calcio era considerato sport principale, si diede al futbol. Cominciò nel Colo Colo, la sua squadra del cuore, senza trovare grandi opportunità. Il suo carattere tese sempre più all’inquietudine e decise di ricominciare da un contesto più piccolo, nel club de la Universidad de Concepciòn, appena promosso in prima divisione.
Ben presto, le principali qualità attribuite a Jorge durante tutto l’arco della sua carriera, vennero fuori. La sua incapacità di controllare un carattere altezzoso e fuori dagli schemi, e la sua magica complessità come calciatore, capace di curvare lo spazio tempo secondo i canoni richiesti dalla gara, dettando il ritmo partita in posizione di volante più che di enganche (quest’ultimo è il 10, più avanzato, il 5 in teoria è il numero del volante arretrato). Pertanto emerse con un apodo abbastanza classico ed impegnativo nel panorama sudamericano, divenendo per tutti Jorge Valdivia, El Mago.

La Copa America 2015: la sublimazione di Jorge Valdivia

La sublimazione della sua carriera è l’anno 2015 quando, da calciatore del Palmeiras in procinto di trasferirsi dagli Emiri dell’Al Ain, guidò la nazionale di Sampaoli nella Copa America casalinga del 2015. Il Cile non era mai stato campione, unica nazionale sudamericana senza titoli continentali, escluse le cenerentole Bolivia e Venezuela. Rifiutato dall’Europa in seguito a trascurabili esperienze al Rayo in Spagna e al Servette in Svizzera, Valdivia era diventato grande in patria nel Colo Colo, guadagnandosi la ricca chiamata del Palmeiras in Brasile.
Ora, però, la sfida più grande. Portare a compimento l’apice della generacion dorada cilena, che contava su campioni come Alexis Sanchez e Arturo Vidal, bomber (almeno in patria) come Edu Vargas (i napoletani lo ricorderanno bene), un grande portiere come Claudio Bravo e ottimi role players, come Gonzalo Jara, Charles Aranguiz (quest’ultimo con una buona carriera in Bundes, ha appena rinnovato il contratto con il Bayer Leverkusen) e l’eterno capitano Pizarro, utilizzato principalmente come riserva dello stesso Valdivia.
Valdivia guidò il Cile fino alla finale contro l’Argentina. Nel torneo, durante le 6 partite, risultò spesso il migliore in campo, completando 3 assist per una squadra che contava sulla vena offensiva di Sanchez e di uno strepitoso Vargas per fare a fettine la difesa avversaria. Decisivo nell’assist per Isla nell’1-0 contro l’Uruguay ai quarti, Valdivia offrì un’altra grande prova di temperamento e sacrificio contro il Perù in semifinale, nella vittoria per 2-1.
Si arrivò quindi alla finale contro l’Argentina, un appuntamento che il Cile attendeva da quasi un secolo. Al ’74, sullo 0-0, Sampaoli richiama in panchina Valdivia, rimpiazzandolo con Mati Fernandez per provare a giocarsela in velocità con rapidi contropiede contro la difesa Albiceletse. Valdivia la prende malissimo, provocando con la sua reazione la fine del rapporto con Sampaoli.
Il Cile vincerà la Copa ai rigori, ma nessun merito fu dato a Valdivia in patria, vista la querelle con il CT.

Epilogo

Dopo un’ottima partenza nelle partite di qualificazione a Russia 2018, con vittorie contro Brasile (che non veniva battuto da 15 anni) e Perù, il Cile perse 3-0 contro l’Uruguay. In quest’occasione Valdivia venne espulso e squalificato per 4 partite, tornando a giocare per la nazionale solo dopo 15 mesi. Il nuovo tecnico Juan Antonio Pizzi, decise di non convocarlo per la Copa America del Centenario del 2016, dove il Cile trionfò difendendo il titolo conquistato 2 anni prima, ancora ai rigori contro l’Argentina.
Valdivia tornò in nazionale ma perse il posto da titolare e il Cile non risucì a qualificarsi per Russia 2018.
A 37 anni, prima del lockdown, Jorge stava svernando in Messico nel Monarcas Morelia.
Successivamente allo stop, ha fatto parte della rosa dello storico club del Colo Colo, che si è salvato da un’assurda retrocessione solo allo spareggio.
Quello che è forse l’ultimo contratto della sua vita, l’ha firmato poche settimane fa con l’Union La Calera, ma per lui la fine della carriera calcistica è ormai prossima.
La parabola di Jorge Valdivia, El Mago, resterà per sempre offuscata da colpi di testa che tendono più alla locura che al genio. Ma forse è per questo che, in Cile, è considerato uno dei calciatori più importanti dell’era moderna, al pari di campioni come Salas, Zamorano, Vidal e Alexis.