Nelle immagini delle telecamere, giusto 10 secondi più tardi, si vedono Josè Jorge Balderas Garza, detto JJ, e il suo guardaspalle, fare ingresso nello stesso locale.
Per le successive quattro ore, nulla da segnalare. Alle 05:17 si vedono Cabañas e i suoi aggressori mentre vanno al bagno. Tre minuti più tardi, lo sparo. La fuga dei due malviventi e gli addetti alle pulizie che rinvengono il corpo apparentemente esanime di Cabañas.
Dopo 10 giorni di coma, un’operazione al cervello senza riuscire ad estrarre il proiettile, conficcato nella parte posteriore sinistra del cranio, El Mariscal ritorna tra i vivi. Parla fluentemente Guaranì, la sua lingua natale. Ma ha problemi con lo spagnolo e non ricorda perché si trovi in ospedale. Pian piano, attraverso un lungo periodo di riabilitazione, le memorie riaffiorano.
La carriera di Salvador Cabañas
La lunga carriera in Messico, prima al Jaguares poi all’America, di cui divenne l’ottavo miglior marcatore della storia, ereditando dal compagno Cuautemoch Blanco le redini dell’attacco. La chiamata del Manchester United, che gli offriva 1.7 mln $. L’America che si oppose, regalandogli due ville e aumentando il suo salario oltre il milione.
La preparazione a
Sudafrica 2010 col Paraguay, a cui non prese parte. Solo da casa potè vedere sconfitti i suoi solo ai quarti di finale contro i
futuri campioni della Spagna.
Salvador Cabañas tenta più volte di tornare a giocare. I medici sostengono che il proiettile, ancora conficcato nel cranio, non presenti rischio elevato di morte. L’America rescinde unilateralmente il contratto, in quanto il fatto è avvenuto per ragioni extra-calcistiche.
Dopo alcuni tentativi nelle serie minori paraguayane e brasiliane, Cabañas dà l’addio al calcio nel 2014.
Epilogo
Il suo presunto aggressore venne catturato nel 2011, in una lussuosa villa messicana, ma non per l’attentato a Cabañas, del quale accusò il suo guardaspalle e, ovviamente, da questi riaccusato. Fu condannato a 20 anni di prigione per associazione col crimine organizzato, per i suoi legami con
Edgar Valdez Villareal, detto
“La Barbie”, capo del cartello di narcotrafficanti di
Beltran Levya, nella provincia di
Sinaloa.
Dopo la separazione con la moglie, che pare essere scappata col suo avvocato sottraendo ingenti somme di denaro e portandosi dietro i due figli, Cabañas ha lavorato per qualche anno per la panetteria di famiglia, prima di fare ritorno in Messico nel 2019, dove si occupa di calcio giovanile.
Cabañas ha successivamente riconosciuto i suoi aggressori e dichiarato di ricordare le ultime parole di JJ, il quale lo aveva accusato di “rubare ai messicani”: da qui era nato un breve alterco al termine del quale il criminale si era presentato come “el que te va a dar a tu madre” (colui che ti manda al Creatore, diremmo noi) e aveva sparato con una calibro 38.
Cabañas aveva meno del 20% di possibilità di sopravvivere, ma El Mariscal è stato più forte della morte. Anche se la sua vita, da allora, non è più la stessa.