La Bulgaria di Stoichkov a USA ’94

La Bulgaria di Stoichkov a USA ’94

Luglio 11, 2020 1 Di Luca Sisto

La Bulgaria di Stoichkov a USA ’94 è fra le grandi sorprese, giungendo fino alla semifinale contro l’Italia e al quarto posto finale.
Con quel numero 8 sul petto, sguardo fiero di chi vede da lontano la consegna del Pallone d’Oro ’94, Hristo Stoichkov sembra indicare la via al suo gruppo di bulgari. Con un Paese sull’orlo del fallimento economico, e un’inflazione al 54% nel 1994, gli occhi di un intero popolo sono puntati sulla rappresentativa calcistica e sulla vetrina iridata.
Il bomber comincia male. La sua Nazionale non ha mai vinto una partita in una fase finale dei Mondiali e l’inizio è da incubo: 0-3 con la Nigeria.
Ma la squadra c’è. Oltre al bomber del Barça, c’è gente come Kostadinov, Balakov, Letchkov, Sirakov, Borimirov, l’iconico Trifonov in difesa, e l’ottimo Mihaylov in porta. Quattro gol alla Grecia e due all’Argentina, senza subirne, e passaggio agli ottavi. C’è il Messico e la Bulgaria supera il turno ai rigori.
Il miracolo si materializza contro i campioni in carica della Germania. Al vantaggio iniziale dei tedeschi firmato Klinsmann, risponde un piazzato imparabile di Stoichkov. A 12 dalla fine è Letchkov, in tuffo di testa, a battere Bodo Illgner proteso invano verso l’incrocio dei pali alla sua destra.
Baggio castiga due volte Mihaylov, poi Stoichkov accorcia ma gli Azzurri non rischiano praticamente mai di essere raggiunti.
L’inutile finalina è una passerella per gli spietati bomber svedesi, 0-4, con un giovane Henrik Larsson, lunghe treccine bionde per adornare la futura pelata di un grande attaccante moderno, a marcare il primo gol in carriera ai mondiali.
Già perché quella Svezia, che aveva vinto proprio il raggruppamento di qualificazione ai mondiali davanti a Bulgaria e Francia (eliminata), subisce una sola sconfitta in tutto il torneo, contro una solidissima Seleçao.
Romario in semifinale segna di testa a 10 dalla fine, dopo aver fallito due gol a porta vuota nel primo tempo, con Ravelli seduto in terra.
Quella era la Svezia più forte dal ’58, con i migliori giocatori dai tempi del Gre-No-Li e dell’Uccellino Kurt Hamrin, parliamo di 30-35 anni prima.
Batteria d’attacco in forma clamorosa: segna 5 gol Kenneth Andersson, visto in Italia a Bari e Bologna insieme al compianto Ingesson.
Ne marca 4 Dahlin, 3 il parmense Brolin, che non replicherà al Leeds le sue gesta, ritirandosi a soli 29 anni per i troppi infortuni.
Nessuna delle due nazionali sarà più in grado di dare seguito a quella generazione di talenti. Neppure la Svezia di Ibrahimovic, che si fermerà due volte agli ottavi di finale nel 2002 (uscendo per mano del Senegal nonostante il vantaggio firmato Larsson) e nel 2006 (perdendo contro la Germania, in quell’occasione Henrik fallì un rigore sullo 0-1).
Probabilmente, la maggiore impresa degli svedesi, sarà quella di eliminare l’Italia ai playoff per l’accesso a Russia 2018, con Ibra già ritiratosi da tempo dalla nazionale e a cui fu negato il ritorno per gli stessi mondiali, chiusi solo ai quarti di finale nella sconfitta contro l’Inghilterra 0-2.
La Bulgaria, dopo l’uscita nei gironi del 1998, non si è più qualificata per i mondiali.
Ma quel one hit wonder della Bulgaria di Stoichkov a USA ’94 resterà per sempre nei cuori di milioni di appassionati.