Il Coraggio di essere Sinisa: la risposta di Mihajlovic a Sky
Luglio 11, 2020Sinisa Mihajlovic a Sky non le ha mandate a dire. Ancora convalescente per il brutto male che l’ha colpito, ha preteso rispetto per i suoi davanti alle telecamere, ancora una volta sminuiti dopo la bella prova contro l’Inter di Conte, scagliandosi contro Caressa e il club.
1895. Oscar Wilde, non uno qualunque come il personaggio di cui si parlerà tra qualche riga, è alle prese con una commedia teatrale in tre atti: “The importance of being Earnest”. Tutto si incentra su un sublime gioco di parole: Ernest, infatti, si pronuncia allo stesso modo di “earnest” (onesto). L’autore, nella sua opera, riesce a smascherare tutta quella cura della forma e dell’apparenza della società vittoriana. Sì perché, alla fine, nessuno dei due protagonisti è Ernesto ed al contempo onesto.
Lo è invece intellettualmente, piaccia o meno (deo gratias), Sinisa Mihajlovic e ieri sera, manco ce ne fosse bisogno, ne ha dato l’ennesima prova. Ti ci porta la vita ad esserlo. Quando nasci e cresci in un Paese in cui vedi esplodere la guerra all’interno di quartieri e famiglie che prima erano legati per la vita. Quando sei fiero di essere serbo nonostante i tanti beceri “zingaro” urlati dagli spalti, perché il razzismo è ovunque, non solo in bianco e nero.
Lo diventi quando in un giorno di luglio di un anno fa scopri di aver contratto una forma di leucemia mieloide acuta e non ti abbatti, anzi diventi un simbolo di resistenza, un inno alla vita. Ecco, quando passi attraverso tutto ciò, dire la verità in diretta Sky, una di quelle che tanti vorrebbero dire ma per ipocrisia ne fanno a meno, è più semplice di bere un bicchiere d’acqua.
Sinisa ieri si è ribellato ad un sistema di informazione che invece di concentrarsi sui meriti di Davide (il Bologna), si focalizza sempre e solo su Golia (l’Inter), perché più forte, più potente mediaticamente. Per citare una vecchia pubblicità ha detto “no”, non al colesterolo, ma a questa triste habitué dei salottini delle pay-tv. Perché in un paese ipocrita, dove la meritocrazia è un sostantivo sconosciuto ai più, è bello che ci sia una mosca bianca, che in modo fiero si batte sempre per la propria onestà intellettuale, così desiderata ma professata da pochi.
Allora, caro Sinisa, hai proprio ragione: “tutte le guerre fanno schifo”. Tutte, tranne quella per libertà di pensiero, e tu continua a combatterla per noi.