Quanto corre l’Atalanta

Quanto corre l’Atalanta

Luglio 11, 2020 2 Di Valerio Vitale

Quanto corre l’Atalanta? Davvero la preparazione atletica degli uomini di Gasperini serve a battere tutti sul tempo o è questione di qualità?

Correre, un modo per trovare un altro mondo

“Correre non è la fine del mondo, ma è solo un modo per trovare un altro mondo”.

(Marcello Fiasconaro, mezzofondista italiano)

Lo hanno trovato Gian Piero Gasperini ed i suoi scudieri dell’Atalanta, correndo forte. Un mondo fatto di gloria e successo, entrando tra le migliori 8 in Europa. Un mondo che pochi anni fa a Bergamo sembrava Utopia. Sorteggio di questa mattina, saranno gli sceicchi del PSG l’avversario dei quarti. Da sei mesi senza partite ufficiali, i francesi potrebbero incontrare non poche difficoltà a liberarsi della Dea.

I dati sulla corsa della Dea: quanto corre l’Atalanta?

Ma si sa, specialmente in Italia, ogni medaglia ha due volti e dietro la facciata bella luccicante, ecco sorgere i primi segnali di invidia. Perché è facile suscitare simpatia e tenerezza quando si è piccoli e indifesi, meno quando invece si comincia ad avere successo. L’invidia che si trasforma in vera e propria calunnia: “Ma come fanno a correre così tanto? Sicuramente sono dopati!”. Fino a quando a parlarne sono il signor Mario ed Antonio in un bar di periferia dinanzi ad una bella Peroni ghiacciata, che con questo caldo è manna dal cielo, lo si può anche accettare. Discorso diverso quando invece a fomentare tutto ciò sono giornalisti anche di una certa caratura nazionale.

Il fatto che sulla maglia di Zapata e compagni sia raffigurata una Dea che corre non ha di certo aiutato i complottisti social, per la serie: “Coincidenze? Io non credo”. Non è una puntata di mistero, anzi. L’Atalanta non corre più degli altri, sfatiamo questo falso mito.

Nel terzo millennio la tecnologia (stats ufficiali www.legaseriea.it) ci aiuta: i dati, infatti, dicono che l’Atalanta è nona per km percorsi, dietro anche a quel Lecce che naviga nei bassifondi della classifica. Se ne facciano una ragione gli haters del web, i quali non riescono proprio a capacitarsi del golden moment nerazzurro. L’Atalanta non corre di più, corre meglio, che è diverso. La corsa si ritiene erroneamente possa misurarsi soltanto quantitativamente, ma la qualità della stessa ha una valenza maggiore. In realtà quello bergamasco è un meccanismo perfetto, realizzato anche meglio di un orologio della non troppo lontana Svizzera. Ogni ingranaggio si muove in modo sincronico con l’altro, senza incepparsi mai.

I meriti del Gasp

Merito di quel Gasperini che all’Inter sembrava l’ultimo dei fessi. Lo sembrava anche a Bergamo, quando dopo le prime uscite la Dea aveva una perfetta media retrocessione, ma da quelle parti di calcio ne capiscono, basti vedere come si lavora col settore giovanile, ed hanno compreso che col Gasp serviva pazienza. Mai scelta fu più giusta. L’Atalanta ha sfornato talenti interessantissimi e ne sfornerà altri ancora, dimostrando che nell’eterna sfida tra fatturato e competenza, vale di più la seconda, perché chi ha più soldi vince sempre solo nel Monopoli.

Nel calcio, per fortuna, non è sufficiente essere il più ricco per ottenere un piazzamento migliore, altrimenti sai che noia. L’Atalanta non solo corre meglio degli altri ma gioca meglio, anche di club che hanno speso centinaia di milioni di euro o pagano il proprio allenatore 12 milioni all’anno e questo, probabilmente, dà noia.

Il 3-4-1-2 è ormai super collaudato, sfatando un altro falso mito che etichettava quello con la difesa a 3 a modulo per squadre di provincia, senza grossi ambizioni. L’Atalanta invece incanta. Lo fa giocando con coraggio, a viso aperto. Uno contro uno, per tutto il campo, sia quando attacca sia quando difende, una mentalità quasi da futsal che rende spumeggianti le sfide degli orobici. L’ampiezza che garantiscono Hateboer e Gosens e gli inserimenti, soprattutto di quest’ultimo (già 9 gol in campionato per Mr.Robin), sono una marcia in più ma non l’unica a disposizione del Gasp. Quando infatti provano a tarpare le ali ai nerazzurri ecco la capacità di trovare spazi centralmente di Pasalic o Malinovksi, oppure la classe cristallina del Papu Gomez ed Ilicic, straordinariamente abili a disegnare calcio. Quindi, tranquilli: i complottisti che tornino a parlare di vaccini, mascherine o quant’altro. L’Atalanta corre, veloce, verso un futuro ricco di successo con le bottiglie piene, probabilmente soltanto di banalissimo polase. Ma con questo caldo chi non lo beve?