Vittorio Pozzo, l’allenatore universale del calcio italiano

Vittorio Pozzo, l’allenatore universale del calcio italiano

Luglio 13, 2020 0 Di Alessandro Amodio

Vittorio Pozzo fu allenatore, ma non solo, fra i più grandi della storia, che Il calcio italiano ha un po’ dimenticato per ragioni immotivate. Lo raccontiamo nella consueta rubrica Lunedì Proletario, con una scena che ricorda il suo passato nella Grande Guerra.

 

“Soldati cosa state facendo, siete forse impazziti!? Accendersi una sigaretta mentre si è di guardia in trincea, equivale a morire. Il cecchino nemico è proprio lì, a venti metri da voi, potrebbe uccidervi in 10 secondi. Un’altra bravata del genere e farò rapporto al capitano, non costringetemi a farlo.”

“Signor sì, Signore!”

“Oh ragazzi questo Tenente è come tutti gli altri ufficiali. Sanno solo Parlare e buttare merda su noi soldati che passiamo le notti in queste buche, con un freddo cane, in attesa che qualcuno ci dica: USCITE! ATTACCATE! Per andare incontro al nemico e alla morte.”

“Ma cosa dici, non sai chi è quel Tenente, non lo hai riconosciuto?”

“Sì che l’ho riconosciuto è uno stronzo come tutti gli altri. Ah Ah Ah”

“Idioti. Quello è Vittorio Pozzo: allenatore del Torino e ha anche guidato la Nazionale di calcio italiana alle ultime Olimpiadi, ora vado a parlargli e chiedere scusa a nome di tutti per la bravata che stavamo facendo.”

“Tenente scusi permette una parola?”

“Prego Sergente.”

“Grazie Tenente. Innanzitutto le chiedo scusa per quanto accaduto prima, e mi impegnerò affinché il nostro plotone non commetta certe sciocchezze che potrebbero costarci caro. Comunque volevo dirle che l’ho riconosciuta, l’altro anno lei è venuto nella mia città, Verona, ed è stato un vero spettacolo veder giocare la sua squadra: il Torino. A me piace molto il calcio e con gli amici mi dilettavo, sognando di poter giocare un giorno in Divisione Nazionale.”

“Occhi aperti soldato, mi raccomando. Nella guerra come nel calcio per vincere è necessario che remiamo tutti nella stessa direzione, bisogna dare l’esempio e far sì che i soldati si fidino dei loro ufficiali come i calciatori del proprio allenatore. Ora vai a riposare che domani all’alba ci aspetta un’importante missione, vi voglio tutti a rapporto da me alle 5.30. Andremo a prenderci il Monte Nero.”

 

Vittorio Pozzo (foto lapresse archivio storico tratta da ilpost.it) uno dei più grandi allenatori della storia del calcio ha partecipato alla “Grande Guerra” come tenente del 3°Reggimento degli Alpini e partecipò a tutte le più importanti battaglie contro l’esercito Austro-Ungarico.

Pozzo è l’unico allenatore della storia del calcio ad aver vinto per due volte di fila il Campionato del Mondo (1934-1938), con la nazionale azzurra ha anche conquistato le Olimpiadi del ’36 a Berlino e la Coppa Internazionale, antesignana dell’Europeo, per ben due volte.

Il calcio italiano ha un po’ dimenticato un mostro sacro come lui; complici alcune accuse, infondate, che gli davano del fascista, nonostante non avesse mai preso la tessera del partito e nonostante esistano alcuni documenti ufficiali che attestano la sua collaborazione con i Partigiani del CLN già dal 1943.

Episodio più emblematico fu il nome dato al nuovo Stadio di Torino, sua città natale, in occasione dei mondiali di Italia ’90, invece di chiamarlo in suo nome, fu preferito l’austero nome “Stadio Delle Alpi“. Eppure, fu lui chiamato a riconoscere i corpi di quegli uomini caduti sulla collina di Superga. Li aveva visti crescere, li aveva visti trionfare, nella sua Torino.

Oggi a Vittorio Pozzo, uno che ha dato tanto all’Italia calcistica e non solo, è dedicato soltanto un campo al centro tecnico federale di Coverciano. Dal 2005 con l’assegnazione delle Olimpiadi Invernali alla città di Torino e la conseguente ridenominazione del Comunale, l’unico stadio italiano intitolato alla memoria di Vittorio Pozzo si trova a Boscoreale, un comune alle pendici del Vesuvio in provincia di Napoli.