In Sudamerica è ricominciata la Libertadores, mentre il campionato argentino è stato rinviato a metà ottobre per le vicende covid che hanno colpito duramente diversi club, primo fra tutti il Boca Juniors.
Da sempre la massima coppa latinoamericana è teatro di miti, leggende e meteore.
Nel 1963, i campioni in carica del Santos di Pelé erano tornati in finale. Di fronte, stavolta, proprio il Boca del grande difensore argentino Antonio Rattin.
L’andata aveva visto trionfare i paulisti per 3-2.
Gara di ritorno alla Bombonera.
Pelé è il pericolo pubblico numero 1, lo sa bene Rattin che prende da parte Mister Deambrossi:
“Capo, se vuole metto in scena una rissa con Pelé, lo provoco con una sberla, magari reagisce e veniamo espulsi entrambi”.
“Non se ne parla!”, replica l’allenatore, “ma non dategli respiro, possiamo vincere ugualmente!”.
Pelé al massimo della sua forma fisica, viene riempito di calci, come e più che in nazionale come già accaduto nel ’62 e come sarebbe accaduto in Inghilterra quattro anni più tardi.
Non basta, e non basta neppure il vantaggio firmato Sanfilippo. Coutinho e lo stesso Pelé ribaltano il punteggio bissando la vittoria dell’andata e si prendono Bombonera e Libertadores.
A fine partita Rattin non può che complimentarsi col rivale: “es el mas grande de todos”.
Il Santos vincerà a fine anno anche la Coppa Intercontinentale, sconfiggendo in una contestatissima finale di andata e ritorno, più “la bella” in Brasile, il Milan di Rocco.