L’illusorietà del talento in 11 mosse

L’illusorietà del talento in 11 mosse

Settembre 22, 2020 0 Di Luca Sisto

Stanotte ho messo su una mia playlist rap old school, che comprende anche diversi rappresentanti della scena musicale italiana. Fra i classici, ovviamente, mi sono imbattuto in “Quelli che benpensano” di Frankie Hi-nrg MC.

Ora, per chi conosce l’artista, questo non è certo l’unico singolo sfornato da Francesco Di Gesù. Ci sono stati molto prima o molto dopo pezzi di livello come “Fight da faida” o “Rap lamento”, tanto per citarne alcuni, ma “Quelli che benpensano” resta un capolavoro in ogni senso, manifesto di un dissenso sociale difficilmente ripetibile.

Mi sono sempre immaginato Frankie, la cui produzione non aveva previsto il brano neppure come singolo lancio dell’album (è il terzo estratto del secondo album in studio, “La morte dei miracoli”), già nel pieno della sua carriera musicale, nel 1997, svegliarsi il day after di un clamoroso successo di pubblico e critica.

Magari odierebbe sentirselo dire, ma credo abbia pensato, in parole povere, “e mo’ che cazzo faccio?”. Per un rapper hardcore, raggiungere l’apice del successo troppo presto equivale alla consapevolezza di essere sorpassati con tutta probabilità da qualcun altro, molto rapidamente. Ma quella scintilla di talento che ha dato luce alla magia, resterà per sempre nella memoria collettiva.

Il problema non è solo arrivare in cima, ma soprattutto cercare di non essere sbalzati giù dalla montagna troppo presto: sono le aspettative che creiamo intorno a noi a determinare il confine sottile fra il successo e la caduta.

Dopo questa personalissima premessa, ho stilato una raccolta di momenti, di gol, in cui un determinato calciatore ha mostrato tutto il suo talento, raggiungendo l’apice della carriera in tenera età, senza più riuscire a mantenere gli standard a cui era atteso.

 

10 Enyinnaya vs Inter 18/12/1999

Lo so. Non frega più a nessuno della carriera dell’ex attaccante nigeriano di Bari, Livorno e Foggia nei dilettanti italiani. Eppure quella sera di dicembre, insieme a Fantantonio (35 anni in due), con un folle tiro da 35 metri battè Peruzzi e la sfortunata Inter di Lippi.

Ma allora perchè l’abbiamo messo in classifica? Per uno dei video più dissacranti di youtube, che coniuga il cognome di Enyinnaya al refrain di “Smells Like Teen Spirit” dei Nirvana. Era troppo bello per non pubblicarlo!

9 Edu Vargas Copa Sudamericana 2011

Il cileno triste e solitario visto a Napoli, quello che avrebbe dovuto essere l’erede di Lavezzi, il nuovo craque del futbol sudamericano, i napoletani impararono a conoscerlo e ad amarlo perdutamente, come solo un’idea può essere amata, attraverso questa compilation di gol in maglia U de Chile, club con cui vinse la Copa Sudamericana nel 2011 a 22 anni.

A Napoli segnò solo 3 gol, tutti in una partita di Europa League contro l’AIK Solna al San Paolo. E oggi gli azzurri fanno i conti con l’incubo di una nuova maledizione Vargas, col messicano Lozano, che però è costato quattro volte di più. Dio ce ne scansi. Eppure sti ragazzi, in nazionale (dei cui successi Vargas è stato grande protagonista), sembrano fenomeni. Valli a capire!

8 Milos Krasic vs Lazio 12/12/2010

Prima che la Juventus cominciasse a vincere arrivando a nove Scudetti di fila (e il tassametro corre), la stella designata per il 4-4-2 di Del Neri era Milos Krasic, serbo classe ’84 prelevato dal CSKA Mosca, che partì così forte da illudere tutti i tifosi bianconeri sulla reale qualità dello stesso. Il gol alla Lazio al 95′ è un saggio di tutto ciò che avrebbe potuto essere Krasic, e che invece non è stato. Lasciò con 8 gol in 40 presenze, perso nel fondo della panchina della Juve di Conte scudettata nella stagione successiva.

 

7 Darko Pancev vs Marsiglia 29/05/1991

Pancev si appresta a battere il rigore decisivo nella serie di penalty della finale di Coppa Campioni. Ha il peso di un intero Paese sulle spalle: se segna, la Crvena Zvezda è campione d’Europa. Dall’altra parte, ben nascosto per l’impossibilità di andare contro la sua famiglia, Dragan Piksi Stojkovic ha rifiutato di calciare il rigore fra i cinque calciatori designati del Marsiglia, nel momento topico di una stagione che l’aveva visto più in infermeria che in campo.

Pancev, della Repubblica Jugoslava di Macedonia, realizza qualcosa che va oltre il calcio. Si scriverà, la Jugoslavia è finita quella sera su un campo da calcio. Stella Rossa campione, mentre i venti di guerra riprendevano a soffiare sui Balcani, più forti che mai.

Pancev verrà acquistato dall’Inter a suon di miliardi, ma deluderà terribilmente, finendo più volte nei video caricaturali della Gialappa’s che sul tabellino dei marcatori (solo 3 in 29 partite, distribuiti su due stagioni e mezzo mestamente anonime).

6 Bruno Peres vs Juventus 30/11/2014

Il coast to coast di Bruno Peres nel derby di Torino del novembre 2014, illuse tutti sulle reali qualità del terzino brasiliano, immediatamente paragonato a Maicon. Oggi Bruno Peres è ancora sotto contratto con la Roma, recuperato in extremis da Fonseca dopo un infinito giro di prestiti, preferito addirittura all’ex capitano Florenzi, ceduto prima al Valencia e poi al PSG per una strana idiosincrasia del tecnico portoghese nei confronti del buon Alessandro.

Bruno Peres ci ha preso in giro come pochi altri. E illuse pure i tifosi del Toro, speranzosi di non assistere a un altro derby perso.

5 Van der Meyde vs Roma 19/03/2003

L’Inter di Moratti ha abituato l’Italia intera ad acquisti che avrebbero dovuto cambiare la storia nerazzurra, per poi sciogliersi come neve al sole. Acquisti come Andy Van der Meyde.

Almeno fino a quando non è arrivato Mourinho, che pure nell’anno del Triplete fece spendere al patron oltre 40 mln per Quaresma.

Ma a proposito di esterni matti, il golazo di Van der Meyde in maglia Ajax, nella sfida di Champions contro la Roma, è uno dei pochi buoni motivi per cui sarà ricordata l’ala olandese, perso ad Amsterdam nei litigi con Ibra e Mido, e a fine carriera fra alcol e depressione.

4 Mario Gotze vs Argentina 13/07/2014

Mario Gotze, all’apice della sua carriera, arrivato davvero troppo presto a cavallo fra la sua esplosione a Dortmund e il suo passaggio al Bayern Monaco, ha trovato anche il tempo di decidere una finale dei Mondiali al minuto 113 della sfida fra Germania e Argentina. Lo ricordiamo felice festeggiare a bordo campo con la sua bella fidanzata. Si può dire che colui il quale non giocò con i gialloneri la finale di Champions del 2012 perchè acquistato proprio dal Bayern (ma dissero che era infortunato), abbia smesso in quel momento di essere un calciatore. Tra infortuni e una svogliatezza imbarazzante, unita a un corpo tozzo che tende ad ingrassare con estrema facilità, il suo nostalgico ritorno a Dortmund si è concluso con un contratto non rinnovato. Voci di corridoio dicono che addirittura il Bayern stia pensando di offrirgli un’ultima chance per puntellare un organico di rara classe.

Sinceramente noi abbiam perso le speranze da tempo.

3 Gianni Comandini vs Inter 11/05/2001

La trentesima giornata del campionato 2000-2001 verrà ricordata negli annali per il clamoroso cappotto del Milan ai danni dei cugini nerazzurri nel derby della Madunina. Protagonista indiscusso, con una doppietta da attaccante puro, Gianni Comandini, che solo una settimana più tardi avrebbe compiuto 24 anni. Furono questi gli unici gol in maglia rossonera per il presunto bomber di Cesena.

Chiuso dai fenomenali bomber milanisti, Comandini non ritrovò mai più la gloria di quella sera. Ci aveva creduto l’Atalanta, che lo prelevò a fine stagione dai rossoneri per la cifra record di 30 miliardi. Comandini deluse enormemente le aspettative dei fini palati orobici, realizzando solo 7 gol in due tristi stagioni. Il bottino complessivo in Serie A, non arriva alla doppia cifra. Chi l’avrebbe mai detto ammirandolo quella sera di maggio?

Oggi fa il DJ e non ha perso l’amore per la piadina romagnola. Neppure per il calcio, in realtà, ma forse sarebbe meglio non fargli leggere ciò che ancora si scrive di lui.

2 Alexandre Pato vs Barcelona 13/09/2011

Quando Pato, specialista in esordi con gol, realizza questo capolavoro al Camp Nou in Champions dopo 24 secondi di gioco, ha solo 22 anni e di lui si parla come il nuovo fenomeno del calcio mondiale già da almeno quattro stagioni.

Di Alexandre Pato, della sua esperienza al Milan e del suo rapido declino fra infortuni e ipocondria, si è detto e scritto come al solito di tutto. Qualcuno ci crede ancora, da qualche parte in Via Turati, che di lì è passato un calciatore dal talento irripetibile, irrimediabilmente inespresso, e che resta forse il più grande fallimento di quell’avanguardia chiamata Milan Lab.

1 Mario Balotelli vs Germania 28/06/2012

Balotelli ha 22 anni ancora da compiere, quando trascina con una doppietta di iconica bellezza l’Italia in finale degli Europei del 2012 (poi persa contro la Spagna per 4-0). In Germania si chiedono ancora quale ciclone si sia abbattuto su Neuer e compagni quella sera. La stampa italiana si scatena: non chiamatelo più incompiuto, Balotelli è un campione. Ma all’Inter se ne sono liberati da tempo e di lui si parlerà, a Manchester sponda City, più per le balotellate che per altro, nonostante la vittoria rocambolesca della Premier.

Ci riproverà il Milan, di cui Balotelli si dichiarava tifoso in barba agli interisti che l’avevano cresciuto calcisticamente. Una mezza stagione ad altissimi livelli, poi di nuovo il buio. Balo proprio non ce la fa a diventare la versione migliore di se stesso. Ma scommetto che fra di voi qualcuno non abbia mai smesso davvero di crederci. Il Mancio si mangia ancora le mani adesso che Balo di anni ne ha 30 ed è stato cacciato pure dalla sua Brescia.

Bonus track: Antonio Cassano vs Inter 18/12/1999

Blanc e Panucci lo stanno ancora cercando. Quella sera, la stessa con la quale abbiamo inaugurato la nostra raccolta, un ragazzetto di Bari Vecchia di 18 anni li ha severamente umiliati. Godetevi l’intervista post-partita, in cui Cassano racconta, con la genuinità che lo contraddistingue, di aver avuto paura di rovinare tutto sbagliando subito dopo una grande occasione.

Parliamo dello stesso calciatore acquistato dalla Roma per 70 miliardi. Lo stesso che si presentò con un’eccentrica pelliccia alla rueda de prensa di Madrid alla Casablanca. Lo stesso che insieme a Balotelli avrebbe dovuto rappresentare la nuova generazione d’oro del calcio italiano.

Anche in questo caso, qualcuno vorrebbe ancora oggi vederlo alzarsi in piedi dai divani di quei farlocchi programmi TV in cui celebra le sue cassanate, per prendere un pallone e palleggiare guardando tutti e urlare al mondo: “io sono Antonio Cassano, voi chi *azzo siete?”