La non rivoluzione d’ottobre: il primo calciomercato estivo dell’era covid

La non rivoluzione d’ottobre: il primo calciomercato estivo dell’era covid

Ottobre 7, 2020 0 Di Luca Sisto

Un mercato al ribasso con poche eccezioni

Diciamolo subito. Al netto di un paio di colpi all’apertura del mercato e di una folle corsa a chiudere storie infinite nell’ultima giornata utile, non è stata una sessione di calciomercato fra le più spumeggianti degli ultimi anni, ma ha comunque regalato soddisfazioni.

Si sono mossi pochi giocatori di caratura internazionale, quasi tutti di giovane età (HavertzWerner, Chilwell, Hakimi, Osimhen, Chiesa, Sanè), hanno trovato una nuova casa diversi free agent di lusso (Suarez che aveva appena rescisso col Barcellona, Cavani, Callejon e il redivivo Gotze). Alcuni calciatori erano già stati prelevati nel mercato invernale ma hanno potuto vestire la nuova maglia solo adesso, vedi Kulusevski alla Juve o Ziyech al Chelsea.

Si è insistito molto su una necessaria spending review post-lockdown (eccezion fatta per lo scatenato Chealsea di Abramovich, che veniva da due sessioni di stop) anche per lo spettro relativo alla difficoltà di portare avanti i campionati, sia nella passata che, come abbiamo avuto modo di vedere, in questa stagione.

Chi davvero avrebbe reso questo mercato indimenticabile, ha scelto di restare a Barcellona fino a fine contratto. Lionel Messi, in una video intervista a Goal.com in cui spiega che stava chiedendo da mesi al Presidente Bartomeu di lasciarlo andare, è rimasto da capitano in terra catalana, ma è sempre più probabile, visto lo sgarbo subito dalla dirigenza, che opterà per firmare col City a fine stagione. Solo la Champions League, o forse neppure quella, potrebbero convincere la Pulga a chiudere la carriera in maglia blaugrana.

La top-10 degli affari del calciomercato estivo

10. Ruben Dias

L’ex difensore del Benfica è stato prelevato per una cifra monstre dal City di Guardiola. Un club che mira a mettere a posto la difesa in questo calciomercato estivo. Il forte centrale portoghese andrà a comporre con l’inglese Stones una coppia di tutto rispetto. Guardiola si augura che sia per i Citizens ciò che Virgil van Dijk è stato per il Liverpool.

 

9. Hakimi

L’esterno destro marocchino, rientrato alla base dopo il prestito biennale al Borussia Dortmund, non era apprezzato da Zidane (che pure aveva contribuito a lanciarlo in prima squadra Merengue), almeno non al punto da considerarlo arruolabile stabilmente nel suo scacchiere. Carvajal e Nacho a destra contribuiscono alla linea difensiva più di quanto avrebbe fatto Hakimi, classico esterno a tutta fascia, che ha bisogno di spazi per esplodere. Ecco che l’Inter di Conte con 45 mln di euro, non pochi (e per questo è un po’ in basso in graduatoria) se l’è portato a casa. Il colpo perfetto per il gioco dei nerazzurri.

 

8. Federico Chiesa

La telenovela Federico Chiesa, che va avanti da almeno un paio di stagioni, ha vissuto il suo epilogo nell’ultima giornata di calciomercato. La Juventus l’ha acquistato dalla Fiorentina con la formula del prestito biennale oneroso, con obbligo di riscatto per un totale di circa 60 mln di euro, bonus compresi facilmente raggiungibili.

Negli ultimi anni Chiesa, che pure aveva ottenuto la fascia di capitano che fu di Astori, non aveva mostrato quei miglioramenti e quella continuità in zona gol che ci si attendeva da lui. Quando la Juventus, non nuova a spese folli in casa Viola (si pensi a Baggio e Bernardeschi, con diverse fortune), si è fiondata su di lui, l’ha fatto perchè Pirlo lo vede probabilmente come esterno a tutta fascia nel suo 3-4-2-1. A destra o a piede invertito, è probabilmente lì che giocherà Chiesa, come ai tempi di Paulo Sousa, il primo a portarlo in pianta stabile in prima squadra alla Fiorentina.

I tifosi viola non gli hanno perdonato lo sgarbo. Chiesa ha giocato l’ultima partita, persa contro la Sampdoria, con la fascia da capitano della Lega Serie A, e non quella speciale concessa in ricordo di Davide Astori.

Il direttore Pradè si è detto “sollevato di un peso” dalla cessione di Chiesa, che a suo dire, su consiglio del padre Enrico, vedeva la Fiorentina solo come una tappa della sua carriera e non aveva intenzione di legarsi nel lungo periodo. Commisso ha riferito che Chiesa “non l’ha neppure chiamato per salutarlo”, una questione di gratitudine e di principio che il presidente italo-americano si sarebbe aspettato dal ragazzo.

Insomma, ci si poteva lasciare meglio.

 

7. Osimhen

L’attaccante nigeriano, prelevato dal Napoli con una cifra piuttosto elevata (nell’ordine complessivo dei 70 mln, bonus e contropartite incluse), dopo l’ottima stagione al Lille in Ligue1, ha già dimostrato di essere la tempesta perfetta di cui gli azzurri avevano bisogno per attaccare l’area avversaria. Osimhen non ha ancora segnato, ma nelle due gare ufficiali giocate dal Napoli si è reso protagonista di due assist (uno per la verità un po’ sporco) decisivi per permettere ai suoi di sbloccare la partita di Parma e superare agevolmente un Genoa in difficoltà (per ovvi motivi, a quanto pare). Gattuso dovrà insistere sulla convivenza fra gli ottimi attaccanti che il Napoli ha a disposizione, come spiegavamo anche in un pezzo di un paio di mesi fa (lo trovate qui).

 

6. James Rodriguez

L’ottima striscia iniziale dell’Everton, con un record perfetto di 4 vittorie in 4 gare, porta senza dubbio la firma del pupillo di Ancelotti. James Rodriguez, seppur con tempi di gioco leggermente più bassi rispetto alla sua esplosione di sei stagioni fa, è il leader tecnico dei Toffees e sta partecipando attivamente, sia in versione assistman che di realizzatore, ai gol della squadra. Ancelotti l’ha sistemato largo a destra nel 4-3-3, con licenza di rientrare verso il centro per ricevere tutti i palloni giocabili. Dal suo sinistro parte l’azione dell’Everton dalla metà campo in su.

La vena di Calvert-Lewin in zona gol ha fatto il resto e l’Everton, al momento, è con l’Aston Villa la squadra più in forma della Premier. Il fatto che il real Madrid se ne sia liberato praticamente a zero (ma l’Everton dovrà pagare un indennizzo intorno ai 20 milioni dalla prossima stagione se vorrà tenerlo), rende merito alle capacità manageriali di Carlo, qualità che a Napoli non sono venute fuori anche per i difficili parametri economici societari del club di De Laurentiiis. Ancelotti dal Napoli ha acquistato anche Allan, a prezzo di saldo, un calciatore di cui non si era voluto liberare, 18 mesi prima, a fronte di un’offerta almeno doppia del PSG. Insomma, il mercato è stato sicuramente fra i principali motivi d’attrito fra Carlo e il suo ex presidente, e non è un caso che il rapporto sia precipitato così in fretta a fronte degli scarsi risultati della scorsa stagione.

 

5. Timo Werner

Timo Werner sarà la punta di diamante del Chelsea di Lampard. Blues protagonisti assoluti del mercato, dopo anni di blocco, tanto che avremmo potuto citare anche l’acquisto del terzino sinistro Chilwell, proveniente dal Leicester, o del parametro zero Thiago Silva, ancora un super difensore come dimostrato in Champions al PSG. Eppure, l’ex bomber dell’RB Lipsia, non è stato il miglior colpo di questa sessione per il club caro a Roman Abramovich. Più avanti in classifica vedremo perchè. Unica nota stonata, Lampard dovrà stare attento a ruotare i suoi, visto e considerato quello che i giovani gli hanno offerto nella passata stagione. Gente come Mason Mount, Reece James, Hudson-Odoi e Tammy Abraham ha fatto le fortune del Chelsea e va tutelata.

 

4. Luis Suarez

Rimpianto da Messi al momento dell’addio, El Pistolero ha rescisso col Barcellona per unirsi all’Atletico Madrid. Percorso inverso e sicuramente meno oneroso di quello intrapreso, per ora senza troppa fortuna, dal Petit Diable Griezmann in Catalunya nella scorsa sessione estiva (fu pagato intorno ai 130 mln bonus inclusi).

Suarez ha subito esordito con gol, anche se l’Atletico non sembra ancora la macchina perfetta che Simeone ha in mente e che ha dimostrato di sapere sviluppare. Certo, una qualsiasi difesa che debba tenere a bada due bomber del peso e del “mordente” di Costa e Suarez, andrà certamente in difficoltà.

 

3. Leroy Sanè

Dell’ala tedesca e del suo passaggio al Bayern si sapeva ormai da tempo. In rotta con Guardiola per via del suo atteggiamento successivo ad alcuni infortuni che ne hanno minato la condizione, Leroy Sanè si è preso la maglia numero 10 dei bavaresi, e promette di essere con il dirimpettaio Gnabry, numero 7, una coppia di ali fenomenale, che può riecheggiare le gesta di Robben e Ribery in Bundes e in Europa.

Il Bayern ha speso anche il giusto per lui, poco più di 50 mln bonus inclusi. Se resta integro (si è già fatto male al ginocchio, tornerà verso fine ottobre), Sanè è un upgrade non indifferente rispetto a Coman e Perisic sulla fascia. Il Bayern inoltre ha riottenuto in prestito dalla Juventus il brasiliano Douglas Costa, rifinendo una collezione di ali impareggiabile in Europa.

 

2. Thiago Alcantara

Per un fuoriclasse che dalla Premier passa alla Bundesliga, ce n’è uno che da Monaco di Baviera, fresco campione d’Europa, raggiunge gli ex detentori del Liverpool.

Thiago Alcantara è stato, con Neuer e Lewandowski, il miglior giocatore della scorsa edizione della Champions League. Metronomo di centrocampo, già campione d’Europa col Barcellona di Luis Enrique, il figlio di Mazinho (e fratello di Rafinha) è probabilmente, per costo (contenuto, circa 35 mln di euro) e talento il miglior colpo della sessione estiva. Non ce la siamo sentita però di assegnargli questo (dubbio) riconoscimento (immagino si dannerà l’anima), dal momento che il calciatore più ambito a muoversi è stato un altro, un giovane tedesco che occupa la prima posizione della nostra graduatoria e trovate una riga più in basso.

 

1. Kai Havertz

Il Bayer Leverkusen ha lanciato e visto crescere il classe ’99 Kai Havertz, e ora lo lascia andare per oltre 80 mln di euro. Il colpo dell’anno è del Chelsea. Havertz ha tutto per essere un futuro pallone d’oro e rappresenta, con Haaland e Sancho del Borussia, Mbappè del PSG, la generazione di fenomeni che sposterà gli equilibri del calcio della prossima decade, e che per la verità (vedi Mbappè) di titoli e applausi ne ha già portati a casa parecchi.

Compito ingrato ma affascinante, per Lampard, sarà trovare la giusta collocazione tattica nel suo scacchiere al talento tedesco, che nell’ultima stagione al Bayer aveva sensibilmente avanzato il suo raggio d’azione, fino a diventare addirittura la prima punta della squadra, con risultati non indifferenti in termini di gol soprattutto post-lockdown.