Cosa salvare della Nations League
Ottobre 12, 2020Ieri si è chiusa un’altra giornata di Nations League, l’appuntamento che la FIFA, in accordo con le diverse confederazioni (nello specifico che ci riguarda, la UEFA), ha istituito a parziale sostituzione delle amichevoli internazionali, e a integrazione delle qualificazioni alle diverse competizioni continentali.
Anche grazie alla Nations League, selezioni di “quarta divisione” come la Macedonia del Nord (i poveri macedoni sono costretti di volta in volta a cambiare nome per le bizze greche alla NATO), avranno attraverso gli spareggi post-qualificazione la possibilità di accedere alla fase finale degli Europei.
In un quasi derby balcanico a forte connotazione “albanese”, la Macedonia ha infatti superato il Kosovo e troverà sulla sua strada la Georgia, la quale ha superato la Bielorussia.
Gli altri spareggi, hanno visto la vittoria della Serbia di Milinkovic-Savic sulla Norvegia di Haaland, con i serbi che incontreranno nel percorso C la Scozia, vincente su Israele. L’Irlanda del Nord ha superato la Bosnia ai rigori e se la vedrà con la Slovacchia, la quale sempre ai rigori ha eliminato l’Irlanda. Nel percorso A, occasione ghiotta per l’Ungheria che troverà in finale un’Islanda non in gran forma (viene da una sconfitta 0-3 con la Danimarca). Le due nazionali hanno superato rispettivamente Bulgaria e Romania, selezioni in netta crisi.
Tornando alla Nations League, registriamo la primissima vittoria nella competizione della Germania, contro la derelitta (causa covid-19) Ucraina di Mister Sheva, e la bella vittoria dell’Inghilterra in rimonta contro il Belgio.
Si guardi il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: molte di queste nazionali utilizzano calciatori non titolari in ottica Europei. Spesso si tratta di formazioni sperimentali, come quella adottata dall’Italia nello 0-0, scialbo e su terreno semi-impraticabile, contro la Polonia a Danzica.
Paradossalmente gli Azzurri hanno ingranato solo con l’ingresso dei 3 del Sassuolo, Caputo, Berardi e Locatelli. In ombra è apparso Chiesa, impiegato alto e destra, mentre Lorenzo Pellegrini ha confermato il suo momento involutivo, lui che dovrebbe essere futuro leader della Roma in contumacia Zaniolo. Proprio le accelerazioni e il cambio di passo della mezzala romanista sono ciò che più manca a questa nazionale.
Unica nota positiva, aver tenuto a secco Lewandowski, uscito malconcio per un colpo ricevuto alla caviglia.
Venti minuti anche per Milik, fuori rosa al Napoli, uno dei tre epurati della gestione Gattuso che non hanno trovato una collocazione sul mercato (insieme a Llorente e Malcuit, a bilancio per 6 milioni netti complessivamente).
Francia e Portogallo hanno invece convocato e giostrato i migliori. Ne è uscito uno zero a zero che nulla toglie alla caratura delle due compagini, al momento probabilmente n.1 e n.2 in Europa, con Spagna e Germania subito dietro.
La foto più bella della serata viene proprio da lì: l’ha postata sul suo profilo Instagram Kylian Mbappè, col francese del PSG, classe ’98 e campione praticamente di tutto a soli 22 anni (seppur reduce da una finale di Champions persa), che guarda colui che ritiene il suo idolo, Cristiano Ronaldo, con un misto di ammirazione e simpatia, apostrofandolo coi nickname di “king, idol” e tanto di corona simbolica.
Colpisce l’umiltà di chi è stato avvicinato per caratteristiche tecniche più a Ronaldo Fenomeno che a CR7, nel porsi in una posizione quasi di riverenza nei confronti del portoghese.
Vedremo agli Europei del 2021 se ci sarà occasione per un rematch della finalissima del 2016.
Le maggiori critiche verso questa finestra nazionali, sono arrivate proprio perchè a cavallo di un momento estremamente delicato per il nostro calcio, a causa dei numerosi contagi da covid-19 registrati dai nostri club.
All’estero sembrano invece curarsi molto meno di tale questione e non esitano, spesso, a mandare in campo i migliori, con le dovute eccezioni come visto.
La Nations League, piaccia o meno, sta dando maggiore spazio a quelle nazionali considerate minori, con un complesso sistema di promozioni e retrocessioni (fino alla D, dove si registrano nazionali estremamente deboli o appena emergenti), volto a favorirne l’inserimento nelle grandi competizioni continentali.
L’abbiamo visto con Macedonia e Georgia, che si contenderanno un posto agli Europei. L’abbiamo visto anche nella CONCACAF parlando di Suriname.
In un momento come questo, dobbiamo quindi cercare di prenderci il buono che una competizione del genere può offrire: una vetrina di sviluppo del sistema calcio a livello internazionale.