
Lunedì Proletario: Junior Messias dai campi sconosciuti della Uisp di Torino alla Serie A
Novembre 2, 2020Junior Messias, dai campi sconosciuti della UISP di Torino alla Serie A, è una favola che parte da lontano. Una storia di riscatto sociale che trasforma un corriere brasiliano in un giocatore importante, tanto da guadagnarsi la Serie A.
Un giorno a Torino.
“Chi è?”
“Salve siamo qui per la consegna del televisore, ci apre per favore?”
“Sì. Terzo piano. Salite a piedi perché non funziona l’ascensore.”
“Permesso?!”
“Avanti. Avanti. Mettetela qui nel salone che la proviamo.”
Pochi minuti dopo.
“Ecco, si vede benissimo, è perfettamente funzionante, guardate come è nitida l’immagine della partita. Vi ricordo che per 18 mesi è protetto da garanzia.”
“Sì vero. Mi divertirò tantissimo a vedere le partite di calcio con questo televisore HD.”
“Ma tu ragazzo di dove sei? Co sta parlata mi sembri un mezzo brasiliano.”
“Sì signore, sono brasiliano di Belo Horizonte e gioco anche io a calcio qui a Torino nel campionato Uisp.”
“Uisp? Quella sottospecie di campionato dove giocano delle pippe clamorose? Mi dispiace per te, evidentemente non tutti i brasiliani sanno giocare a calcio, altrimenti non saresti lì. Quelli che giocano in Serie A sono fenomeni, professionisti.
Quello che giochi tu non è proprio lo stesso sport, io lo so bene, ci giochicchiavo ogni tanto. Ma sai, l’importante è divertirsi e mi sembra che, ringraziando il cielo, un lavoro ce l’hai già.”
“Ma guardi che io non mi reputo inferiore ai professionisti della Serie A. Da giovane, in Brasile, ho anche giocato nel Cruze…”
“Ragazzo capisco le tue aspirazioni ma nella vita bisogna essere umili e realisti, non voglio mancarti di rispetto ma se tu fossi dotato calcisticamente non giocheresti di certo nell’Uisp. Lascia stare il sogno calcistico da ragazzino e affronta la realtà di ciò che sei. Comunque, grazie per avermi montato la tv, parlerò bene anche con i miei amici della vostra azienda.”
Junior Messias arriva in Italia nel 2011, raggiungendo il fratello a Torino, per provare a sfondare nel mondo del calcio italiano dopo la trafila nel settore giovanile del Cruzeiro (dove ha giocato anche un certo Ronaldo).
L’impatto con l’Italia è disastroso. Junior non riesce a trovare una squadra di calcio disposta a tesserarlo, in quanto è già considerato vecchio (a 20 anni) per le norme sui fuoriquota. Ben presto abbandona le sue aspirazioni di diventare calciatore e nel frattempo trova un lavoro come fattorino presso un’azienda torinese di elettrodomestici.
Junior non ha smesso di giocare a calcio, ma solo per passatempo, e lo fa nel campionato Uisp di Torino con lo Sport Warique, una squadra di immigrati peruviani. A Torino c’è una folta comunità peruviana, quasi in 10 mila vivono lì.
Un giorno la vita di Junior sta per cambiare, ma lui ancora non lo sa.
Nel campionato Uisp partecipa anche una squadra di ex rifugiati politici e, ogni tanto, come volontario vi è anche un certo Ezio Rossi (ex calciatore granata e allenatore con un passato in A e in B). Un uomo sedotto e abbandonato dal grande calcio, a cui hanno segnalato questo funambolico attaccante brasiliano. Rossi rimane totalmente abbagliato dal talento di Messias e gli dice che è sprecato a quei livelli.
L’anno dopo riesce a portarlo con sé a Casale Monferrato con i “Nerostellati”, una delle nobili decadute del nostro calcio. Con il Casale vince il campionato di Eccellenza, Junior Messias trascina la squadra con 21 goal, e in tanti ora si accorgono di lui anche in C. Gozzano è il suo trampolino di lancio verso il grande calcio, vince il campionato di Serie D e disputa per la prima volta, nella stagione 2018-2019, un campionato professionistico.
A giugno 2019 approda a Crotone e a fine stagione con gli squali ottiene la promozione in Massima serie, contribuendo con 6 gol e 6 assist. Il 25 Ottobre realizza la sua prima rete in Serie A e finora è uno dei giocatori più interessanti della squadra calabrese, alla disperata ricerca di punti salvezza.
Messias ha chiuso il 2020 con prestazioni altisonanti, contribuendo con 5 gol in 14 partite alle speranze dei pitagorici di restare in serie A. Vedremo come si comporterà nella seconda parte di stagione, nel frattempo una cosa è certa: la fase offensiva del Crotone dipende dai piedi e dai dribbling dell’ex corriere che furoreggiava nei campionati UISP e dilettantistici italiani.