Calcio e località turistiche italiane
Novembre 12, 2020Calcio e località turistiche italiane fra storia, presente e futuro. Un viaggio imperdibile in un mondo ancora inesplorato dal mainstream.
La stagione estiva è ormai solo un ricordo sbiadito. Dalla mia finestra intravedo quell’albero in lontananza, grazie al quale scandisco il ritmo delle stagioni. Ha perso completamente il colore verde, caratteristico dell’estate, per fare spazio al marroncino/arancio dell’autunno.
L’autunno mi mette una leggera tristezza, probabilmente non sono il solo, ma questo stato d’animo mi proietta ancor di più nei ricordi estivi e nei luoghi di vacanza.
Il nostro bel paese è ricco di luoghi meravigliosi in cui godersi le vacanze estive e non solo. Nei luoghi di vacanza in cui sono stato, ho sempre pensato: chissà com’è la vita in inverno qui? Cosa fanno gli abitanti quando i turisti non affollano più le strade cittadine?
Subito partiva la curiosità informandomi sulle locali squadre calcistiche e capire che seguito avessero e cominciare a seguirle in inverno.
Ho deciso di mettere nero su bianco e incominciare questo viaggio nella penisola che ci porterà alla scoperta di quei luoghi che tanto allietano le nostre vacanze estive, analizzando come se la passano da quelle parti. Quando le luci della movida estiva vanno in stand by per poi ritornare, come le rondini quando inizia la bella stagione.
Riccione
Insieme alla vicina Rimini è la località principale della riviera romagnola e del turismo estivo sia italiano che straniero. Numerosi locali alimentano la vita notturna e viale Ceccarini è il cuore pulsante della movida.
Asd Riccione
L’Asd Riccione non se la passa benissimo. Dopo aver militato a lungo in Serie D con apparizioni anche in C, nel 2014 è arrivato il fallimento. I biancazzurri sono ripartiti dall’ultimo livello del nostro calcio: la Terza Categoria. Dopo due promozioni consecutive ora militano in Prima Categoria.
Di recente il Presidente Pascucci ha chiamato intorno a sé tutte le realtà locali, affinché remino nella stessa direzione per riportare la squadra in categorie più importanti e sognare magari, visto che manca da 30 anni (C2 1990/91), una sfida contro gli acerrimi rivali del Rimini.
Sorrento
Se il turismo a Riccione ha cominciato ad espandersi nel secondo dopoguerra, viceversa, a Sorrento già dall’antichità era conosciuta come mèta (di Sorrento n.d.r. LOL) a vocazione turistica. Basti pensare che personaggi del calibro di Goethe, Wagner e Nietzsche hanno soggiornato qui, godendo delle bellezze naturali di tutta la costiera sorrentina.
AS Sorrento 1945
Per quanto riguarda la squadra calcistica, il Sorrento calcio è un club di tutto rispetto con una dignitosa storia alle spalle. Achille Lauro detto ‘o Comandante, un personaggio fra i più influenti sia nella politica che nell’economia dal secondo dopoguerra in poi, è stato il presidente del Sorrento per oltre 10 anni, arrivando a disputare, sotto la sua presidenza, la Serie B (Stagione 1970/71). In quella squadra militava un altro personaggio che poi si legherà a Napoli, un giovane Giuseppe Bruscolotti “pal ‘e fierr.”
Nel 2011 il Sorrento di mister Simonelli trascinato dall’ex Livorno Paulinho, autore di 24 gol in quella stagione, sfiora la promozione in B, perdendo la semifinale play off contro il Verona di Mandorlini. Anche nella stagione successiva con un altro ex Livorno, Ruotolo, la corsa del Sorrento verso la B si ferma in semifinale, questa volta contro il Carpi.
Attualmente i rossoneri, dopo anni difficili in cui vi è stato anche un fallimento, sono in Serie D.
Alassio
La cittadina ligure della provincia di Savona è veramente una perla. Meno conosciuta di Portofino e delle Cinque Terre è un posto che ha un fascino unico. A ridosso del centro cittadino, svoltando l’angolo ci si trova direttamente sulla spiaggia, con eleganti palazzine che affacciano direttamente su di essa.
FC Alassio
Il calcio ad Alassio non è mai stato lo sport principale, a discapito della vela. Negli anni ’60 lo Sport Club Alassio ha militato in Serie D per poi scomparire dal giro dei campionati nazionali dopo la retrocessione del ’69 e militare, come tutt’ora, nelle categorie regionali liguri.
Attualmente la locale squadra cittadina è l’FC Alassio nata nel 2014 e militante in Eccellenza ligure, che nel 2017 ha stabilito il record europeo di vittorie consecutive: ben 35 staccando il Ponsacco fermo a 33 (altra squadra italiana) e il Benfica di un certo Eusebio che fra il ’71 e il 73 vinse 29 partite consecutive.
Un altro aneddoto interessante lega la cittadina della riviera di ponente al calcio. Nel 1982 la nazionale di Bearzot, futura campione del mondo, svolse qui il ritiro in vista del mundial Spagnolo.
Ischia
L’isola d’Ischia è la più grande dell’arcipelago campano e la più popolata d’Italia, dopo Sicilia e Sardegna, con oltre 60mila abitanti. E’ suddivisa in 6 comuni ognuno con una propria tradizione, storia e cultura.
Chiamata anche Isola Verde in quanto ricca di alberi, nonostante l’abusivismo edilizio, è riuscita con tutte le difficoltà del caso a salvaguardare il suo patrimonio naturale.
Le attrazioni ad Ischia sono innumerevoli: dai ristorantini per gustare i prodotti tipici, le spiagge sabbiose, le calette isolate, le grotte per praticare attività subacquea, fino ai bagni termali dove giungono turisti da tutto il mondo, in particolare dal nord europa.
SSD Ischia Calcio
Pur essendo, come scritto poc’anzi, suddivisa in molteplici comuni non è peregrino sostenere che la società Ischia Calcio non rappresenti solo il comune di Ischia ma l’intera isola avendo molti sostenitori anche negli altri comuni.
Il periodo d’oro del calcio ischitano è stato negli anni ’90 e in particolare nel 1991/92 quando i gialloblù si issarono fino al quinto posto finale del girone B di Serie C1. Dopo il fallimento del ’98 e la rinascita nei campionati regionali l’Ischia Calcio riesce a risalire la china e nel 2013 ritorna nel calcio professionistico (Lega Pro seconda divisione ex C2) e lo fa in pompa magna: il 25 maggio 2013 gli isolani, per la prima volta nella loro storia, si sono aggiudicati lo scudetto di Campioni d’Italia dilettanti.
Il sogno però dura meno di un lustro e nel 2017 un altro falimento travolge la società e si riparte di nuovo dalle categorie regionali. Tra i fautori del nuovo progetto vi è il giocatore più celebre del calcio ischitano, Pino Taglialatela, ex portiere del Napoli che ha inizialmente ricoperto la carica di Presidente mentre ora quella di responsabile del settore giovanile.
Nella passata stagione l’Ischia, prima dello stop, guidava il girone di promozione ed ha guadagnato, su decisione del comitato regionale campano, il diritto a disputare il campionato di Eccellenza Campana.Dove militano altre realtà Ischitane, il Real Forio e Il Barano Calcio.
Da segnalare l’amichevole del Febbraio 1957 a Lacco Ameno. Di scena vi era il Milan di Liedholm, Maldini e Schiaffino, Campione d’Italia in carica, contro una compagine locale, Ischiaterme. La partita fu organizzata da Angelo Rizzoli, il quale stava investendo nel turismo ischitano, in particolare di Lacco, e organizzò quest’incontro (vinto 6-0 dai rossoneri milanisti) senza tante difficoltà. L’allora presidente del Milan infatti era il figlio Andrea.
Capri
Che l’isola di Capri sia un importante patrimonio italiano, non è di certo da questo articolo che lo si scopre. Capri è un’isola meravigliosa meta di turisti Vip e non solo, provenienti da ogni parte del mondo e insieme alle vicine Positano e Sorrento rappresenta una delle aree più belle al mondo per trascorre le vacanze.
Racing Capri
Il calcio a Capri non ha mai avuto una certa risonanza, militando sempre in campionati regionali, ma nel 2020 qualcosa si è mosso. Il personaggio simbolo della rinascita del calcio caprese è l’ex stella di Real Madrid, Liverpool e Monaco, Fernando Morientes, che ricoprirà il ruolo di Direttore Sportivo della neonata società: Racing Capri.
Il presidente è Morris Pagniello, ex calciatore australiano di origini italiane, ha fondato la Genova International School Soccer, una delle Academy più importanti al mondo che collabora anche con top club europei. L’obiettivo è quello di portare il calcio caprese nelle competizioni nazionali e aumentare la fitta rete di scouting della sua academy lanciando giovani locali. Sperando che non sia solo speculazione per cercare un po’ di visibilità in un posto frequentato, soprattutto nei mesi estivi, da personaggi dello Showbiz internazionale.
Taormina
A Taormina nel 2020 le due principali società cittadine si sono fuse dando vita al Città di Taormina 2020.
L’intento della neonata società è quello di sfruttare l’immagine del calcio per rilanciare l’economia cittadina, gravemente colpita dall’emergenza covid. Il calcio come volano di un progetto di rinascita della città messinese che ha tanto da offrire sia come patrimonio naturalistico che culturale.
Città di Taormina
Il Città di Taormina prima dell’ennesimo stop dei campionati dilettantistici era in testa, con 4 vittorie 1 pareggio, alla classifica del gruppo C. Nonostante i campionati siano fermi la società ha continuato ad operare e pochi giorni fa è riuscita ad ottenere l’agibilità dello stadio di casa: Il Valerio Bacigalupo.
Lo stadio di Taormina ha un fascino unico, su di esso transita la funivia che collega la zona costiera con la parte alta della città, ovvero il centro storico dove è ubicato il Teatro Greco-Romano di Taormina che Goethe nel suo celebre “Viaggio in Italia” descrisse cosi:
Se ci si colloca nel punto più alto occupato dagli antichi spettatori, bisogna riconoscere che mai, probabilmente, un pubblico di teatro si vide davanti qualcosa di simile. Sul lato destro si affacciano castelli dalle rupi sovrastanti; più lontano, sotto di noi, si stende la città. Nonostante le sue case siano d’epoca recente, occupano certo gli stessi luoghi dove in antico ne sorgevano altre. Davanti a noi l’intero, lungo massiccio montuoso dell’Etna; a sinistra la sponda del mare fino a Catania, anzi a Siracusa; e il quadro amplissimo è chiuso dal colossale vulcano fumante, che nella dolcezza del cielo appare più lontano e più mansueto, e non incute terrore.
Lo stadio Valerio Bacigalupo di Taormina. Non troverete una vista più affascinante per giocare a pallone in Italia.
Positano
La storia del San Vito Positano è quella che più rispecchia il senso di questo articolo.
Nel 2015 la storica società, nata nel 1956, rischiava di scomparire ed è stata salvata da Alessandro Cecchi Paone, il quale essendo molto legato alla cittadina della costiera trascorrendovi le vacanze estive ha evitato il fallimento e nel 2016 ha anche disputato un’amichevole, a scopo benefico con l’intento di raccogliere fondi per progetti anti-omofobia, contro l’allora Napoli di Sarri.
San Vito Positano
Il San Vito, in onore del Santo patrono, è l’unica squadra della costiera amalfitana ad aver disputato il campionato di Eccellenza. Pur non avendo mai disputato un campionato nazionale ha una storia di tutto rispetto. Gioca le partite interne allo stadio “Vittorio De Sica“, un piccolo impianto in mezzo ai Monti Lattari.
Le cose per i giallorossi non vanno come speravano. Spente le luci della ribalta dopo il salvataggio di Cecchi Paone, nel 2019 è arrivata la retrocessione in Promozione. Per tornare competitivi servono nuovi soci, che al momento latitano e per il club si prospettano anni molto difficili.
Isola d’Elba
L’isola d’Elba è la terza isola d’Italia per estensione dopo Sicilia e Sardegna ed è suddivisa in 7 comuni. Portoferraio, il centro principale, prende il nome dalle numerose miniere di ferro presenti sull’isola. Storicamente è conosciuta per essere stata il luogo del primo esilio di Napoleone Bonaparte.
Dal punto di vista turistico l’isola d’Elba è un posto in cui si può trovare di tutto. E’ possibile praticare il trekking, lo snorkeling nelle azzurre acque o salire sulla cima del monte Capanne ed ammirare il panorama, dal quale si intravede anche la Corsica.
Pur non essendo grandissima come isola ha una grossa varietà di spiagge: dalle bianche presenti nella parte nord dell’isola, fino alle spiagge con la sabbia dal colore scuro tendente al nero nella parte orientale dell’isola rivolta verso l’Italia, infine nella parte meridionale non mancano spiagge con della sabbia dal colore rossastro. Insomma l’Elba è un posto che almeno una volta nella vita va visitato ed è l’ideale a qualsiasi età.
Nazionale di calcio dell’Isola d’Elba
Per quanto riguarda il calcio non parleremo delle rappresentative locali, le quali competono nei campionati minori della Toscana, ma parleremo della Nazionale di calcio. Sì avete capito bene, all’Elba esiste una Nazionale di calcio, non è una cosa radicata da anni ma esiste.
Nel 2020 prima dell’emergenza Covid, l’ex presidente del Rio Elba (del comune di Rio) è riuscito ad ottenere l’affiliazione alla Conifa. La federazione calcistica internazionale alla quale aderiscono squadre di calcio che rappresentano Stati non riconosciuti, minoranze etniche, popoli senza Stato, regioni e nazioni non affiliate alla Fifa.
Tra le più famose ricordiamo la Padania (una delle più forti), il Tibet, gli Uiguri, Cipro del Nord e tante altre.
L’allenatore della squadra sarà Denis Dedja, ex calciatore autoctono di origini albanesi. Ha fatto le sue “fortune” calcistiche con la squadra più famosa dell’isola, l’Audace, militante attualmente in seconda categoria. Il ruolo di Direttore Sportivo sarà ricoperto da Mauro Fontanelli ex professionista negli anni ’80 con la maglia del Siena che nel suo “palmares” vanta un’amichevole giocata contro la Juventus.
La bandiera della nazionale è quella rappresentante il simbolo dell’isola con le 3 api.
La decisione di fondare una propria nazionale e di aderire alla Conifa non ha alcun intento indipendentista o separatista. Semplicemente promuove nel panorama internazionale l’isola d’Elba, attraverso il calcio, e confrontarsi con altre realtà territoriali da tutto il mondo. Nel 2021 disputeranno gli Europei.L’Ossezia del Sud sarà chiamata a difendere il titolo conquistato quattro anni prima e i pionieri elbani cercheranno di tenere alto il nome della loro meravigliosa isola.
Arzachena
Probabilmente a molti dal punto di vista turistico il nome Arzachena non dice nulla. I più attenti e curiosi sanno benissimo che la rinomata Costa Smeralda e Porto Cervo non sono altro che una porzione del comune di Arzachena.
E’ un luogo a cui sono legatissimo avendo trascorso nel 1998 una vacanza indimenticabile. Ricordo ancora quando sulla spiaggia con mio cugino simulavamo tutte le partite del mondiale da poco concluso di Francia ’98.
Fino agli anni ’60 Porto Cervo e la Costa Smeralda non erano altro che una serie di colline, dedite ai pascoli, affacciate sul Tirreno. Con l’acquisto dei terreni da parte di Aga Khan IV e investimenti faraonici ha dato la conformazione che oggi tutti conosciamo, trasformando Porto Cervo e la Costa Smeralda nel posto per eccellenza delle vacanze dei Vip.
Attualmente il Consorzio Costa Smeralda è nelle mani dell’ex emiro del Qatar Hamad bin Khalifa Al Thani, padre del proprietrario del Psg Tamim il quale ha spinto fortemente per la candidatura del Qatar ai Mondiali del 2022.
Arzachena Academy Costa Smeralda
La società cittadina, una delle più importanti della Sardegna, è stata fondata nel 1964 e dal 2017, anno della storica promozione in Serie C, ha cambiato denominazione in Arzachena Costa Smeralda Calcio. Dopo due campionati professionistici, nel 2019 è stata esclusa dal campionato per inadempienze finanziarie ripartendo dalla Serie D con il nome Arzachena Academy Costa Smeralda.
Il progetto della nuova società è molto ambizioso: il presidente è Maurizio Felugo ex giocatore della Pro Recco di Pallanuoto il cui presidente Gabriele Volpi è anche patron dello Spezia e sembra intenzionato a rendere il club Sardo una succursale del club spezzino, dove far crescere i giocatori vaneggiando raggiungere la Serie B. La strada per la serie B annunciata da Volpi sembra lunga e tortuosa.
Gallipoli
Conosciuta come la perla dello Ionio, nell’ultimo decennio ha avuto un vero e proprio boom del turismo estivo, tanto da essere soprannominata la “Rimini del Sud”. Vero è che il turismo di massa ha portato notorietà alla cittadina salentina, e il conseguente rilancio dell’economia, ma ci sono anche tanti risvolti negativi. Nel periodo estivo, e in particolare ad Agosto, Gallipoli diventa pressoché invivibile per i suoi residenti.
Basti pensare che, secondo alcune statistiche, nell’estate 2015 a Gallipoli, una città di 25.000 abitanti, vi erano ospitate una media di circa 200.000 persone al giorno. Chiaro come numeri del genere creino non pochi problemi di vivibilità e di questo spesso i residenti della città si sono lamentati non poco. Gallipoli merita molto di più del semplice turismo di massa fatto di aperitivi, locali e ubriacate come se non ci fosse un domani. Il Salento è una terra meravigliosa, ricca di storia spesso ha funto da collante fra la civiltà occidentale e quella orientale.
Gallipoli Football 1909
“B come Barba” con queste parole si presentò, nel 2002, Vincenzo Barba neopresidente del Gallipoli militante in Eccellenza.
La promessa fu mantenuta il 17 maggio 2009. Il Gallipoli allo stadio Antonio Bianco supera il Real Marcianise con il punteggio di 3-2 e conquista la promozione. L’approdo in Serie B sembra l’epilogo di un sogno per la cittadina salentina ma in realtà è l’inizio di un incubo. Barba non è in grado di sostenere i costi del torneo cadetto, in più si aggiunge l’inagibilità del Bianco a disputare gli incontri casalinghi.
L’annata d’esordio non inizia sotto i migliori auspici. La squadra disputa le partite interne a Lecce, a 40 Km da Gallipoli. Fino alla prima metà di Agosto non ci sono giocatori sotto contratto. In Coppa Italia a Lumezzane ci va la primavera che perde 6-0 e manca ancora l’allenatore. Uno spiraglio di luce arriva con l’Ingresso in società di un gruppo di imprenditori friulano, capeggiato da D’Odorico il quale iscrive la società e riconferma l’allenatore della promozione: il “Principe” ex Roma, idolo di Totti come raccontato nel recente docufilm sulla sua carriera, Giuseppe Giannini.
A sorpresa il Gallipoli disputa un girone d’andata dignitoso, concludendo il giro di boa all’undicesimo posto con 28 punti totalizzati. Ancora una volta quando le cose sembrano andare per il meglio, ecco che arrivano i guai. A gennaio si fa rivivo Barba che vanta un credito nei confronti di D’Odorico, non avendo quest’ultimo pagato l’acquisto delle quote societarie del Gallipoli. La società ripiomba nel caos, molti giocatori lasciano Gallipoli tra cui il capitano Ciro Ginestra uno degli artefici della promozione.
La goccia che fa traboccare il vaso è la partita Gallipoli – Grosseto dell’8 Febbraio 2010. Nel convulso post partita c’è stato un alterco fra il presidente D’Orrico e Giannini, con quest’ultimo addirittura schiaffeggiato dal primo (versione mai confermata). Giannini si dimette e la squadra entra in un vortice di risultati negativi che si concluderà con la retrocessione, e poi il fallimento che riporta, a neanche 12 mesi di distanza dal sogno, il Gallipoli nelle categorie regionali.
Da quella tribolata annata il Gallipoli calcio non si è mai più ripreso; nel 2014 ha riconquistato la Serie D, salvo poi retrocedere due anni dopo.
Attualmente milita nuovamente in Eccellenza pugliese come nel 2002. La società non appare ambiziosa, la piazza è disaffezionata, troppe volte i gallipolini si sono sentiti usati e ora non sembrano intenzionati a porre l’altra guancia.
La favola del Gallipoli calcio si è trasformata in un incubo: “Da B come Barba a B come Baratro“.