12-15 dicembre 1969: strage di Piazza Fontana e morte Pinelli
Dicembre 12, 2020La strage di Piazza Fontana e la morte dell’anarchico Pinelli, una serie tragica di eventi.
Fatti e parole
Qualcuno salì sul tram. “C’è stata un’esplosione alla Banca dell’agricoltura”.
Una bomba? Chissà, forse era esplosa una caldaia.
Nessuno sapeva nulla, nessuno ipotizzava nulla.
Ambulanze, polizia, morti. I morti e i feriti, chi li avrà mai sulla coscienza?
“Saranno stati gli anarchici!” Gridarono i comunisti.
“Saranno stati i comunisti!” Accusava la destra.
“E i fascisti? E lo Stato?” Insinuavano gli anarchici.
Meglio indagare sulla pista anarchica, le prove portavano lì. Già, le prove.
L’anarchico Pinelli venne trattenuto in custodia alla questura di Milano.
“Lo rilasciano oggi”, pensarono i compagni il lunedì successivo.
Lo rilasciarono sì, dalla finestra del quarto piano.
“Pinelli si è buttato, è stato incastrato, è andato di sotto!”
“Commissario, Lei dov’era?”
“In corridoio, non ho visto, non ho sentito, era lucido, stava bene”.
“L’hanno suicidato!”
Ammazzeranno anche il commissario, un giorno o l’altro.
Chi paga quando è stato lo Stato?
C’era un ragazzino in banca e tifava per l’Inter
C’era un ragazzino alla banca, con la sorella era andato a pagare le bollette per conto dei genitori.
Quel 12 dicembre altre bombe. A Milano non ne scoppiò una seconda per puro caso. A Roma, feriti in tre luoghi diversi.
C’era un ragazzino alla banca, era tifoso dell’Inter e voleva diventare calciatore, prometteva.
Il piede volò via, e con lui i suoi sogni.
All’ospedale si recarono Sandrino e Giacinto. “Come stai, ragazzo?”
Il bambino non capiva, non sapeva, a malapena li riconobbe.
La Serie A giocò lo stesso, solo un minuto di silenzio.
Il Cagliari perse a Palermo, ma tenne il primato, e lo mantenne fino alla fine. Il Milan vinse a Torino, segnò Lodetti, che Valcareggi non avrebbe portato in Messico.
Inter-Bari fu rinviata, non per lutto ma per nebbia, al giorno successivo, lunedì.
C’erano i funerali delle vittime della strage di Piazza Fontana, ma un minuto di silenzio bastò.
Chi poteva immaginare, era solo l’inizio, e Pinelli era già volato di sotto.
L’Inter di Herrera Heriberto, omonimo del Mago, vinse 1-0 con rigore di Bertini. Un rigore dubbio, diranno gli storici baresi.
Tra il 12 e il 15 dicembre 1969 l’Italia perse quella purezza tanto a fatica conquistata nel Dopoguerra.
Morì un’Italia mentre se ne voleva costruire un’altra, con le bombe e con le pistole.
Morì l’Italia, ma ancora non lo sapeva. Una targa lo ricorderà.