Serie A: il Dott. Solone fra derby infuocati e allenatori esonerati
Gennaio 19, 2021Dottor Marcello Solone come Rosso Malpelo o un gatto nero, mi riferiscono, porta tanta sfortuna. Del resto, sulla graticola, avevo messo anzitempo Iachini, Liverani ed il mio ormai carissimo amico Giampaolo. Tutti e 3 gli allenatori esonerati, uno dopo l’altro. Crollati come birilli al bowling. La verità è che non porto sfortuna, sarebbe da stupidi pensare ancora a questi discorsi da medioevo nel 2021. La verità, unica, è che il buon dottor Solone è, senza troppi giri di parole, uno dei pochi opinionisti competenti rimasti in questo calcio. Scusate se è poco.
L’esonero di Giampaolo era nell’aria, era pronto ad arrivare a momenti, come il temporale annunciato dal lampo e dal tuono. Il nubifragio è arrivato, nonostante le parole di smentita di Cairo che ultimamente di calcio capisce più o meno quanto Alfonso Signorini. Ma Cairo, purtroppo, non ha il compito di condurre quello schifo del Grande Fratello Vip, ma di essere presidente di uno storico club che Giampaolo, ma non solo lui, stava dissacrando, disonorando. Zero a zero con lo Spezia, dopo 85 minuti con un uomo in più ti presenti davanti le telecamere e dici: “L’uomo in più ci ha penalizzato”. Cosa ti aspettavi, carissimo maestro, un cesto di vino ed affettati uguale a quello che mi avevi regalato settimana scorsa? Assolutamente no, il licenziamento invece ci sta benissimo, come cacio sui maccheroni.
Povero maestro, pensate che stava per andare ad allenare la Juventus anni fa. Va a dormire dopo aver parlato con il suo agente: “Tutto ok, domani mattina si va a Torino per firmare il contratto con la Juve”. Me lo immagino Giampaolo, a cenare romanticamente con la sua compagna di vita, bel bicchiere di vino rosso, pronto a tuffarsi nell’avventura che tutti gli allenatori italiani sognano. Poi la mattina si sveglia, ha gli occhi ancora attaccati dalla notte. Si alza, va per lavarsi i denti ed arriva una telefonata, è il suo agente. “Cazzo già sta fuori casa mia”?, avrà pensato il maestro, ma la realtà è più amara della fantasia: “Senti non se ne fa più niente. Hanno cambiato idea, vogliono uno juventino, hanno scelto Ferrara“. Depressione totale, ma cosa vuoi dirgli. Veda però il lato positivo della cosa, potremmo stare insieme sul mio divano di velluto ad osservare le gare di Serie A, invocando l’amato 4-3-1-2. Ti aspetto domani sera per la finale di Supercoppa.
Tornando all’ultima giornata di Serie A, ne abbiamo viste di cose. Innanzitutto il derby. La Lazio sembrava un toro inferocito quando vede rosso. La Roma, invece, Willy il Coyote capace di fare soltanto il solletico alla Lazio in versione Beep-Beep. Emblematico Ibañez ridicolizzato da Lazzari che correva così tanto, che nemmeno un SH 300 che tanto piace ai giovani d’oggi lo avrebbe preso. La Roma dormiva e Fonseca, invece di darle una svegliata, dalla panchina sembrava piuttosto una bravissima babysitter che leggeva una storia meravigliosa ai suoi bambini per farli addormentare. Inzaghi invece perde la voce, ma non la partita, quella per eccellenza quando vivi all’ombra del Colosseo.
Nel bellissimo sabato organizzato dallo chef Lega Serie A capace di proporci 3 ricchissime pietanze, abbiamo assistito a Bologna-Verona, Torino-Spezia e Sampdoria-Udinese. Avrei preferito partecipare al salotto d’ursiano, discorrendo con lei, Platinette, Pupo etc. dell’efficacia dei vaccini e delle misure anti-covid organizzate dal governo. Purtroppo, per dovere di cronaca, ma soprattutto per rispetto dell’editore che altrimenti mi licenzia, ho visto tutte e tre le partite e, udite bene, alle 22.45 di sera non avevo ancora bevuto un bicchiere di scotch e non mostravo alcun segno di disgusto.
Sinisa ha sgridato per bene i suoi giovanotti rossoblù ed ha funzionato. Del Torino ne abbiamo già parlato, stendiamo un velo pietoso. Nella partita tra Sampdoria ed Udinese invece c’è stato più divertimento, finalmente. L’Udinese è a tratti anche bella ma inefficace, come le bellissime frasi romantiche pubblicate dai cinquantenni su Facebook sulle bacheche di qualche giovane donzella. Belle sì, a volte, ma per niente utili alla causa. Ne approfitta il volpone Ranieri che giustamente ci ricorda che Candreva stava per procurargli un infarto. Infatti, Antonio, al prossimo rigore evita pallonetti che qua l’età avanza e siamo deboli di cuore.
Nell’antipasto della domenica la polpetta col ragù vince sulla pur buonissima fiorentina. Ben 6 palloni rifilati dalla banda azzurra a Prandelli col Napoli, per la prima volta negli ultimi decenni, finalmente bravo a finalizzare. Avvelenato, direbbe Gattuso. Postilla per Lozano. L’anno scorso dissi che era il miglior colpo della Serie A, mi hanno preso in giro tanti, vederlo giocare quest’anno però spero abbia fatto cambiare idea a chi crede di saperne più di me. Nel pomeriggio domenicale il Crotone vince e convince contro un Benevento che non concretizza. Sassuolo e Parma che si dividono la posta nonostante D’Aversa stesse per riportare i gialloblù alla vittoria. Galeotto il rigore di Djuricic al 96′. Colpa mia, lo avevo contro in ben tre Fantacalcio. Si a 70 anni faccio il fantacalcio, problemi?
Ballardini unico amore. A Genoa le tifose pazze dell’allenatore pelato. Ma Ballardini piace a tutti, grandi e piccini. Ancora un piccolo miracolo col punto strappato alla Dea. Ma Gasperini quando capirà che Muriel deve giocare titolare? Speriamo presto per lui.
Poi, alla sera, il big match. Conte vs Pirlo, il maestro Pirlo contro mister 12 milioni Conte. Due che i tifosi, più di una volta, hanno maledetto durante questa stagione. Vince Conte, vince l’Inter. Merito del centrocampo. Le gare si vincono lì ed i nerazzurri hanno un Barella che è un giocatore sublime mentre la Juve, da Pirlo-Vidal-Pogba e Marchisio, gioca con dei centrocampisti che farebbero la panchina in qualsiasi squadra di Serie A a cavallo tra gli anni 90 e 2000. Eppure tutti a lodare Paratici ed Agnelli quando in verità la squadra peggiora di anno in anno, ma hanno CR7 e sono contenti così. Beati loro, ma il calcio non è il tennis dove conta il singolo, nel calcio conta la squadra. Meglio 11 Barella, che un Cristiano Ronaldo.
Per concludere questa interminabile giornata di Serie A che è cominciata con me che andavo all’asilo e si è conclusa con me con la barba bianca ed un sigaro cubano, Cagliari-Milan. Su una delle due panchine siede il prossimo esonerato della Serie A. Indizio, non è Pioli. Ibra è tornato più incazzato di prima. Le rivali sono avvisate. Ed anche questa giornata è andata. Ora chiamo Giampaolo e gli altri allenatori esonerati e li invito per la finale di Supercoppa, prima che me ne dimentichi. Un abbraccio a voi lettori di Football and Life.
Dott. Marcello Solone