“Tremendo el colombiano!”: l’incredibile ascesa di Duvan Zapata
Febbraio 3, 2021Duvan Zapata, attaccante dell’Atalanta ormai affermatosi come uno dei migliori in Serie A, è stato protagonista di una lenta ascesa. El hombre de Cali, da timido e schivo gigante buono dei tempi di Napoli, si è trasformato nel folgorante bomber che conosciamo sotto la guida di Gasperini, uno sviluppo tecnico che ha dell’incredibile e la dice lunga sulle dinamiche impronosticabili del calciomercato.
Nell’estate del 2013, Mauricio Pellegrino, uomo di fiducia di Rafa Benitez dai tempi di Valencia e Liverpool, è l’allenatore dell’Estudiantes de La Plata di Juan Sebastian Veron, che nel frattempo sta operando la transizione dal centrocampo alla scrivania del Pincha.
“Ci convinse in amichevole contro l’Atletico Madrid”, disse Rafa che lo seguiva da tempo, su consiglio proprio del suo ex difensore e assistente Mauricio.
La partita in questione è la gara valida per la non ufficiale “Copa Euroamericana” fra Estudiantes e Atletico Madrid. Veron è in campo, controlla un pallone in bello stile sulla sinistra, lo mette giù di petto e con lo scavetto manda la sfera al centro dell’area di rigore. Arriva di gran carriera Roman Martinez che di testa la gira verso Duvan Zapata, il quale spalle alla porta si gira eludendo la marcatura di Filipe Luis e col piattone sinistro manda alle spalle di Courtois, anticipando l’intervento in seconda battuta di Demichelis. Il tutto in una frazione di secondo non convenzionale per un omone di 85 kg, forse troppi per il suo metro e 86 da portare a spasso.
Gol di Duvan Zapata in Estudiantes-Atletico Madrid, per la copa Euroamericana
Il buon Aurelio De Laurentiis si lascia ammaliare dagli elogi di Benitez per il colombiano e sborsa oltre 7 mln di dollari per strapparlo all’Estudiantes e farne il vice-Higuain a Napoli. La plusvalenza è servita, ma Pellegrino con Rafa è stato chiaro: “il ragazzo diventerà una stella, non lasciartelo scappare”.
Cali è uno dei principali centri economico-finanziari della Colombia. Crescere lì a cavallo dei primi anni novanta non deve essere stato però facilissimo, soprattutto per un ragazzone timido come Duvan. El Cartel de Cali era in forte ascesa, arrivando a soppiantare, con la morte di Pablo Escobar, quello di Medellìn. Le guerre del narcotraffico annientavano la Colombia da oltre un decennio e per le strade si consumavano abitualmente massacri e omicidi.
Duvan cresce nell’America de Cali e a 20 anni spicca il primo volo fuori Paese, accasandosi all’Estudiantes dove conquista il posto di centravanti a suon di gol. L’Europa è il passo successivo, anche se a 22 anni la Serie A in una squadra che lotta per un piazzamento in Champions come il Napoli può essere difficile da gestire.
La questione minutaggio di Zapata si pone sin da subito. Higuain gioca praticamente sempre e lo spazio per il colombiano nel 4-2-3-1 di Benitez è limitato. Il colombiano nel poco tempo a disposizione fa vedere comunque buone cose, ma difetta in esplosività per superare i difensori avversari nell’allungo, e difendere il pallone spalle alla porta col suo corpaccione non giustifica la sua presenza in squadra a fronte dell’investimento del club.
L’esordio da titolare avviene a Marassi contro il Genoa il 28 settembre 2013. Zapata non segna ma il Napoli vince grazie a una doppietta di Goran Pandev, che curiosamente oggi sta per terminare la sua carriera proprio nel Grifone.
Duvan Zapata festeggiato da Callejon e Mertens dopo il gol in Champions al Marsiglia (foto Getty Images)
E’ poi in Champions a Marsiglia, il 22 ottobre, che Duvan realizza un gol fantastico, con un destro a giro dal limite che permette al Napoli di mettere il risultato al sicuro. Le qualità ci sono tutte, manca il tempo per permettere al ragazzo di sprigionare tutta la sua potenza atletica. Zapata è un motore di 200 cavalli inserito in un’auto da Gran Turismo, parcheggiata per un periodo troppo lungo.
Nell’estate del 2015 il Napoli di Maurizio Sarri decide che Duvan non sarà mai il centravanti titolare della squadra. Comincia la girandola di prestiti per permettere al ragazzo di giocare e al club di monetizzare.
La prima tappa, biennale, è Udine. A riguardo mi tornano in mente le parole di Emil Halfredsson, al tempo centrocampista del club friulano, in occasione di una nostra breve conversazione successiva ad una vittoria del Napoli contro l’Udinese, in cui Zapata aveva colto un palo: “stasera non ha segnato, ma è un campione, fa reparto da solo, è un giocatore che non c’entra nulla col livello medio della squadra, grazie a lui ci salveremo agevolmente”.
All’Udinese il bottino di reti non è per la verità elevatissimo. In Serie A sono 8 al primo anno, 10 nel secondo.
Un’esultanza di Duvan dopo un gol con la Samp, mimando il gesto della pipa (foto Getty Images)
Il colombiano passa alla Sampdoria in prestito oneroso con obbligo di riscatto fissato a 18 mln nell’agosto 2017. Fun fact: ha il compito di sostituire l’altro colombiano, classe ’91 anch’egli, Luis Muriel, trasferitosi nel frattempo in Liga al Siviglia. Per Duvan sono 11 le reti in 31 presenze, altra stagione in doppia cifra giocando con continuità, ma la plusvalenza realizzata dal Napoli in quel momento sembra adeguata al reale valore del calciatore.
Ci crede di più l’Atalanta, che contestualmente all’obbligo di riscatto esercitato dai blucerchiati lo acquista in prestito biennale per 12 mln, con diritto di riscatto per ulteriori 14. Sotto la cura Gasperini nella funambolica Dea delle ultime stagioni, Duvan effettua il salto di qualità che da tempo ci si attendeva. Cambia anche l’aspetto fisico, che appare più tirato e asciutto, aggiungendo la componente velocità senza perdere in potenza e forza d’urto nei contrasti con i difensori avversari. Ne sa qualcosa il suo ex compagno al Napoli Kalidou Koulibaly, che lo ritiene uno degli attaccanti più difficili da marcare nell’uno contro uno lanciato. Sono 23 le reti in 37 gare del colombiano in campionato, e a fine stagione arriverà il terzo posto con la qualificazione ai gironi di Champions League.
Nell’incrocio di destini del calciomercato, all’Atalanta Zapata, che nel frattempo si era perso i Mondiali di Russia con Pekerman che gli aveva preferito altri colleghi, ritroverà dal 2019 il compagno di nazionale Luis Muriel. Con quest’ultimo, soprattutto in spezzoni di gara, l’Atalanta cambia marcia anche all’interno della stessa gara. E parliamo di marce altissime. La Dea vola e bissa il terzo posto della stagione precedente, arrivando fino a spaventare il PSG ai quarti di finale di Champions League alla sua primissima partecipazione nella competizione.
Duvan realizza 18 gol nella Serie A 2019-20, con i suoi che restano addirittura in lizza per lo Scudetto fino a poche giornate dalla fine, nel mezzo della terribile pandemia che nel bergamasco ha lasciato strascichi pesanti, a tal punto che il giocatore più talentuoso degli uomini di Gasp, Josip Ilicic, è costretto a rifugiarsi nella sua Slovenia in preda ad una crisi depressiva.
Nella stagione corrente, l’Atalanta ha conquistato ancora gli ottavi di Champions (in un girone di ferro con Liverpool, battuto ad Anfield, e Ajax, superato alla Cruijff Arena), guadagnandosi uno scontro di enorme prestigio col Real Madrid, che attualmente non sembra imbattibile, soprattutto con un Duvan in forma smagliante (8 gol in campionato finora per lui), come dimostrato nella gara col Milan capolista, asfaltato a San Siro (nella foto di copertina, l’esultanza di Duvan dopo il gol del definitivo 0-3, diritti Getty Images).
Probabilmente lo Scudetto resterà solo un sogno anche in questa stagione, ma cosa chiedere di più a questa Atalanta?
Morale della favola, molto spesso nel calciomercato moderno i calciatori vengono utilizzati per creare plusvalenze, necessarie alla sopravvivenza dei club. Nel caso dell’attaccante dell’Atalanta, il Napoli stesso che aveva mandato il giocatore in giro per far sì che acquistasse valore, si è ritrovato nella posizione di chiedere informazioni alla Dea sulla possibilità di riacquistarlo. La risposta? Servivano 60 mln di euro. “Tremendo el colombiano!”, vero?