Il Perugia 1978-79: gli imbattibili di Ilario Castagner

Il Perugia 1978-79: gli imbattibili di Ilario Castagner

Aprile 15, 2021 1 Di Andrea Bedini

Storia del Perugia 1978-79, la squadra degli imbattibili, dagli albori alla stagione del record.

Quando si pensa alle squadre che hanno fatto la storia di questo gioco, viene naturale pensare a grandissime piazze, con squadre che giocano in grandi stadi con inimitabili campioni al loro servizio.

In Italia sono solo tre le squadre che sono riuscite a chiudere un intero campionato senza perdere neanche una partita.

C’è il leggendario Milan di Fabio Capello e degli invincibili, e c’è la prima Juventus di Antonio Conte, che contava su Pirlo, Pogba, Vidal tanti altri campioni.

E poi c’è la storia della prima squadra in grado di compiere quest’impresa. Il leggendario “Perugia dei Miracoli”, una squadra arrivata da poco dalle serie minori che ha fatto stropicciare gli occhi a tutta Italia scrivendo il proprio nome nella storia del pallone per sempre.

Gli albori del Perugia 1978-79

La storia del Perugia dei miracoli ha inizio il 16 Giugno del 1974. Il Perugia disputa il campionato di Serie B, dopo un’annata deludente giocata di gran lunga al di sotto delle aspettative, la squadra allenata da Remondini arriva a giocarsi la salvezza nell’ultima giornata in trasferta con il Parma.

Gli umbri riescono ad espugnare il Tardini con un 2-0 che consentirà loro di salvarsi grazie alla differenza reti, ma l’ambiente non vive un gran momento e la società è in grande crisi dal punto di vista finanziario.

Tutto ha inizio durante l’estate: Franco d’Attoma, noto imprenditore pugliese dell’epoca, rileva la società e la stravolge fino alle radici riqualificando completamente lo staff e assumendo un nuovo allenatore: Ilario Castagner, 39enne ex centravanti alla prima esperienza in una squadra maggiore dopo 3 anni alle giovanili dell’Atalanta.

Il feeling tra la piazza e Castagner

La particolarità di Castagner, che i perugini già ricordavano da calciatore quando giocò tre stagioni con il Grifo, è quella di proporre un calcio ispirato al calcio totale olandese, cosa che, sentita oggi, potrebbe sembrare la classica dichiarazione di chi vuole proporre un bel gioco, ma in Italia, in Serie B, nel 1974 e senza grandi giocatori in rosa sembra la dichiarazione di un pazzo, e anche i media locali la prendono come tale.

“La prima volta che dissi di voler fare il calcio olandese i giornali mi presero in giro.

[…] Mi piaceva l’idea di un calcio più movimentato, in cui i

centrocampisti diventassero attaccanti al momento opportuno.”

Appena arrivato Castagner si trova subito molto bene con il neo-presidente D’Attoma e decide di mettere le sue mani sulla squadra. Lascia partire il difensore titolare Francesco Zana direzione Como, in cambio chiede tre giocatori che aveva osservato ai tempi delle giovanili a Bergamo: Renato Curi, Franco Vannini e Giancarlo Savoia.

Tutti e tre si riveleranno fondamentali in quegli anni magici degli umbri.

Nella prima stagione di Serie B il Perugia inizia già a stupire. Indicato da tutti come una squadra protagonista nella lotta salvezza, la squadra di Castagner si ritrova in testa dopo poche giornate grazie a un grande calcio che fa da subito innamorare la città di Perugia.

I perugini saranno leader del campionato fino alla fine della stagione riuscendo così a portare a casa la prima storica promozione in Serie A nell’anno del 70esimo compleanno del Grifo.

La festa promozione nella penultima giornata di serIe B: Pescara-Perugia 1-1. (foto dal libro “Perugia, un amore”)

Non una squadra qualsiasi

Nella Serie A della Juve di Bettega e Paolo Rossi, della prima Roma di Pruzzo e del Milan di Rivera, sbarca il Perugia di Castagner. La squadra è formata da quasi tutti esordienti e non viene particolarmente stravolta. Vannini e Curi tirano le fila del centrocampo e in attacco Walter Novellino fa vedere grandi cose sulla fascia destra.

La ricetta di quel Perugia tutto sommato è semplice: grinta, passione e voglia di stupire. Come risultato i biancorossi sono la sorpresa del campionato, nella prima storica stagione in serie A terminano con l’ottavo posto, a sole tre posizioni dalla Coppa UEFA.

I ragazzi guidati da Castagner riescono a togliersi la soddisfazione di vincere all’Olimpico contro la Roma e di segnare due gol nella prima storica partita a San Siro contro l’Inter terminata 2-2. Quella stagione si conclude con una grande festa per gli umbri che risultano persino decisivi nella lotta scudetto.

Nell’ultima giornata la squadra di Castagner affronta e batte la Juventus per 1-0, con il gol di Renato Curi che fa perdere lo Scudetto ai bianconeri consegnandolo al Torino.

Nelle due stagioni successive il Perugia continua a sorprendere raggiungendo il sesto e il settimo posto sfiorando la qualificazione alla Coppa UEFA.

Queste due annate vedranno l’arrivo di un ragazzo di appena 20 anni molto timido, con l’accento emiliano, pescato dalla serie D: Salvatore Bagni, che arriva in punta di piedi e diventa da subito un uomo chiave di Castagner in qualità di ala. Solo più avanti nella carriera, soprattutto a Napoli, si rivelerà formidabile mediano.

La scomparsa di Renato Curi

Nella stagione 77-78 il Perugia vive però una delle tragedie più grandi della propria storia: durante un Perugia-Juventus, Renato Curi si accascia al suolo dopo uno scatto per recuperare il pallone. Il giovane centrocampista verrà portato d’urgenza in ospedale, dove ai medici resterà solo da confermarne il decesso per un attacco di cuore a soli 24 anni.

La tragedia scuote tutto il calcio italiano e, naturalmente, la città di Perugia.

Nelle tre stagioni disputate in terra umbra, il ragazzo ex Como era riuscito ad entrare nel cuore dei tifosi, segnando due gol proprio contro la Juventus entrati di diritto nella storia del club perugino.

Renato Curi, immortalato davanti ai propri tifosi, nello stadio che porterà il suo nome già dal campionato 1977/78. (foto: pinterest.it)

Perugia 1978-79: si fa la storia?

“Molti ragazzi, come me, erano arrivati qui a Perugia senza pensare minimamente al salto di qualità che avremmo raggiunto.”

Franco Vannini

Nell’estate del 1978, dopo l’annata caratterizzata dalla scomparsa di Curi, gli umbri vedono partire Novellino direzione Milan (dove vincerà la Scudetto della “stella”) e Amenta direzione Fiorentina.

Con una squadra cambiata rispetto agli anni passati, Castagner si affida alla sua solita difesa, con Frosio libero e il Tigre Ceccarini ad affiancarlo. A centrocampo il punto fermo è sempre il Condor Franco Vannini, con il compito di vincere i contrasti aerei e innescare gli inserimenti di Salvatori Bagni e Speggiorin. Il centrocampista umbro giocherà forse la migliore stagione della sua carriera, che verrà però interrotta da un grave infortunio.

I bookmakers sono comunque scettici sulle speranze del Perugia di sorprendere ancora, data l’assenza di grandi giocatori.

La squadra di Castagner non è però solita dare retta ai pronostici, e già dalla prima giornata fa capire le sue intenzioni vincendo per 2-0 contro il Lanerossi Vicenza. Gran colpo, dato che parliamo della seconda classificata l’anno precedente.

Il cammino di quel Perugia continua con un pareggio sul campo dell’Inter e una vittoria in casa della Juventus campione in carica, il tutto nelle prime 4 giornate.

Già dall’inizio del campionato si può capire quanto gli umbri siano determinati ad ottenere grandi risultati,

Alla fine del girone d’andata il Perugia è secondo e tiene il ritmo del Milan. Seppur la squadra di Castagner non sia mai riuscita nell’arco della stagione a mettere insieme un’importante striscia di vittorie, il Grifo pare una squadra molto difficile da scalfire. La differenza in questa stagione, sembra farla la difesa.

Nappi, Della Martira, Ceccarini e Frosio sono protagonisti di una stagione praticamente perfetta. Nel girone di andata, in 15 partite il Perugia subisce appena 6 reti, senza mai prenderne più di una a partita. E’ un importante segnale che la squadra lancia all’intero campionato: dopo il Lanerossi Vicenza dell’anno precedente, il Perugia è ufficialmente l’outsider di stagione. Nessuno può immaginare dove potranno arrivare questi ragazzi.

L’infortunio di Vannini farà la differenza

Salvatore Bagni attira particolarmente l’attenzione con le sue incursioni a centrocampo e sulla fascia, ma è il gioco corale di quella squadra che impressiona gli appassionati e, per un attimo, ricorda quel calcio olandese di cui Castagner parlava un tempo. Il suo Perugia aveva sempre giocato un calcio diverso da tutti gli altri, ma quell’anno in particolare i risultati sono da subito incredibili.

 

La festa dei ragazzi di Castagner dopo la vittoria per 2-1 in casa della Juventus. (foto: umbriaoggi.it)

Le ambizioni dei biancorossi però non si limitano a quelle di un’outsider qualsiasi, ma sembrano andare ben oltre, verso orizzonti che nessuno mai nella storia era riuscito a raggiungere.

La partita che segna la stagione del Perugia è probabilmente la sfida contro l’Inter del 4 febbraio 1978, in un Curi stracolmo e un’atmosfera da brividi. In quella partita i ragazzi di Castagner riescono a rimontare uno svantaggio di 2 gol grazie al colpo di testa di Ceccarini a tempo scaduto. Un risultato che fa esplodere lo stadio e preserva l’imbattibilità del Grifo.

Tuttavia, quel pomeriggio si rivela anche molto amaro. Franco Vannini, dopo una stagione in cui ha mostrato il meglio di sé, subisce una frattura di tibia e perone in uno scontro con Adriano Fedele. Uscirà dal campo in barella e, purtroppo per lui, non vi rientrerà più, ponendo fine alla sua carriera all’età di 32 anni.

 

Franco Vannini viene rincuorato da un avversario dopo l’infortunio. Secondo Ilario Castagner  quell’episodio fu decisivo per la lotta al titolo. (foto: museogrigio.it)

Epilogo: il Perugia 1978-79 resta imbattuto e termina secondo

Il cammino del Perugia però continua e partita dopo partita l’imbattibilità regge. I biancorossi giungono al finale di stagione con un’enorme serie di pareggi, anche contro ostiche avversarie come Roma e Milan. Ciò costerà loro la possibilità di vincere lo scudetto, appannaggio dei rossoneri. All’ultima giornata contro il Bologna il Grifo è però ancora imbattuto.

Allo stadio Dall’Ara entrambe le squadre hanno bisogno di non perdere. Il Bologna per salvarsi e il Perugia per entrare nella storia del calcio italiano.

Senza grosse sorprese, la partita termina 2-2 e gli uomini di Castagner possono festeggiare un risultato incredibile. Con lo sguardo verso il cielo, in memoria di Renato Curi, e con il cuore a mille.

Una squadra al suo quarto anno di serie A era riuscita ad entrare in modo indelebile nell’albo delle leggende del gioco.

Una squadra formata da giocatori qualunque, che ha fatto sbarcare il calcio olandese a casa nostra ispirando molti club più blasonati a esprimersi in egual modo.

Il tutto orchestrato da Ilario Castagner, additato come un matto per le sue idee di calcio in serie B. Un uomo che ha portato una vera e propria rivoluzione nel modo di intendere questo sport nel nostro paese.

 

Immagine di copertina tratta da pinterest