Tevez e Brigante non hanno solo “Carlito” in comune: pur appartenendo a contesti diversi le loro storie si intrecceranno..
Ai puristi del pallone non piace
la spettacolarizzazione del calcio. Certo, se si parla di Superlega o modello Nba come dargli torto. Ed infatti cercheremo di accontentare anche loro, proponendovi un racconto frutto dell’intreccio di due storie nate in ambienti diversi.
Il calcio e il cinema. Da sempre uno dei mezzi di narrazione del pallone. Molteplici sono le pellicole sul calcio raccontate dal grande schermo. Come le gesta di Pele in “
Fuga per la vittoria“, l’amore viscerale dell’insegnante di lettere Paul Ashworth per la collega Sarah ed i Gunners in
“Febbre da 90°”, o il sogno della ragazza di origine indiana Jess di giocare a calcio in
“Sognando Beckham“. Insomma il cinema ha contribuito a manifestare il calcio in tutta la sua bellezza.
Un racconto fatto di sogni realizzati ed infranti. Come quello di Carlito Brigante, protagonista del celebre film
Carlito’s way.
1975: Carlito è uno spacciatore portoricano condannato a 30 anni di reclusione. Tornato in libertà, il suo intento è restare fuori dal giro, ricongiungersi con la sua ex fidanzata Gali, lasciata poco prima di entrare in carcere, e trasferirsi ai Caraibi, sull’isola dei sogni. Non ci arriverà mai. Il destino gli remerà contro ed il suo sogno svanirà con la morte. Pagherà a caro prezzo il sogno di rifarsi una nuova vita, lontana ma felice. Cosa rimproverarti Carlito. I sogni non hanno età e tu ne sei stato il testimone. Spietato, freddo, scaltro, Carlito Brigante è stato questo ed altro. Come il suo lato romantico e leale. Ma anche le sue debolezze, i suoi desideri, le sue speranze. Carlito, interpretato magistralmente da Al Pacino, in una delle sue migliori performance, è stato molto più di un gangster. Cosi come un altro Carlitos, nato negli anni 80, anch’egli spietato ma sotto porta, diventerà molto più di un calciatore.