Italia-Olanda Euro 2000: quando Toldo divenne un eroe
Giugno 28, 2021Il racconto di Italia-Olanda Euro 2000, la semifinale dei miracoli di Toldo, del cucchiaio di Totti e del sacrificio di Del Piero.
Italia-Olanda Euro 2000, 29 giugno: un giorno indimenticabile
“I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume”.
Scriveva così il compianto Ennio Flaiano. Probabilmente ha ragione. Ancora più probabilmente per chi ha nel calcio la cosa più importante delle cose meno importanti, quel 29 giugno 2000 fa parte proprio di quei 5 o 6 giorni. Per chi vi scrive, senza dubbio. Ci sono ricordi e ricordi. Qualcuno è più sbiadito. Come una fotografia scolorita, cancellata dallo scorrere del tempo che corre incessante nella sua corsa ciclica. Senza sosta. Quelli che ti fanno accigliare la fronte e ti inducono ad uno sforzo mnemonico, poi ci arrivi. Ah si, ora ricordo. Poi ci sono ricordi che sono meno ricordi di altri.
Perché sono lì accanto, ad un passo, in una finestra della memoria dalle vetrate cristalline e limpide. Italia-Olanda, Euro 2000, si è giocata ad Amsterdam il 29 giugno 2000. Ben 21 anni fa. E pure il ricordo di quella partita è più nitido di uno schermo di ultima definizione ad 8K. Per i bambini nati nei primi anni ’90 quella è e resterà una gara indimenticabile e forse non solo per loro. Giugno, 29, anno 2000. Il primo dei 6 giorni indimenticabili della mia vita.
Francesco Toldo, le origini di un eroe
La competizione Euro 2000 si gioca tra Olanda e Belgio. L’Italia allenata da Dino Zoff ha subito una grave perdita prima di cominciare la competizione. Quella del suo numero 1, Gigi Buffon. Come talvolta accade però nel calcio un evento negativo si trasforma in qualcosa di positivo. Il titolare della spedizione in terra fiamminga diventa infatti Francesco Toldo. Un omone di un metro e 96, con delle pale per infornare le pizze al posto delle mani. Fino a quel momento aveva indossato la maglia dell’Italia solo in un paio di gare di qualificazioni ed in qualche amichevole, mai in una competizione così importante come Euro 2000. Diventerà, assieme a Batman, Spiderman e Superman, uno degli eroi per noi bambini.
Euro 2000, il cammino al 29 giugno
Prima che Toldo diventi supereroe ci sono 4 gare da affrontare. Le prime 3, sono quelle del girone B. L’Italia è nel girone con Turchia, Svezia ed i padroni di casa del Belgio. Proprio contro i turchi comincia il cammino. L’Italia si impone per due reti ad una. Segna prima Conte, poi Buruk pareggia. Al 70′ Inzaghi, dal dischetto, regala i 3 punti. Tre giorni più tardi a Bruxelles c’è il Belgio. Non quello temibile che l’Italia affronterà ora ai quarti, ma i diavoli rossi sono pur sempre i padroni di casa. Tuttavia l’Italia vince per 2 a 0 senza rischi coi gol di Totti e Fiore.
L’Italia è ormai qualificata ma non perde punti nell’ultima gara contro la Svezia. Sblocca la gara Di Biagio. Al 77′ Larsson sigla il pareggio. Ma al minuto 89 arriva il gol del 2 a 1 di Del Piero. Il cammino ad Euro 2020 procede così, come un veliero a gonfie vele. Col vento in poppa. Ai quarti c’è la Romania. Dopo la gara in Olanda con la Svezia, si ritorna in Belgio, ancora a Bruxelles. Risultato identico a quello col Belgio: 2 a 0. Accade tutto nel primo tempo: al 33′ Totti, al 43′ Inzaghi. L’Italia è ad un passo dal porto chiamato finale. L’ostacolo in mezzo però è uno di quegli iceberg dalle misure decisamente importanti. Fare la stessa fine del Titanic è veramente molto semplice. A frapporsi tra i sogni di gloria dell’Italia ci sono gli altri padroni di casa: l’Olanda. Una squadra straordinaria, che può contare su giocatori fortissimi. Su tutti Overmars, Bergkamp e Patrick Kluivert. Serve un’impresa. Serve un eroe.
Italia-Olanda Euro 2000: il prepartita
Il 29 giugno del 2000 è arrivato. La tensione è alle stelle. Si gioca ad Amsterdam, alle ore 18, dinanzi a 51300 spettatori. Siamo nel giardino del mio vicino di casa. I più grandi sono in trepidante attesa proprio come noi più piccoli. C’è chi indossa la maglia di Totti, chi di Del Piero. Tutti abbiamo il tricolore disegnato con dei trucchi sulle guance. Ci sono bombolette rumorose, pronte a squillare al primo gol. Riecheggiano nel giardino e non solo. Tutto il quartiere le possiede e suonano a pochi minuti dell’inizio della partita come per caricare gli azzurri.
Gli undici di Dino Zoff non possono sentirle, quelle trombette fastidiose, ma sentono benissimo con l’orecchio del cuore che c’è un intero popolo a sostenerli. In Olanda, contro l’Olanda, l’Italia non si sente fuori casa, perché il sostegno del pubblico italiano è colorato, caloroso e rumorosamente melodico. La TV è sintonizzata in giardino in un meraviglioso assembramento, che, ai giorni di oggi, fa ancora più nostalgia. La prima cosa che mi colpisce è il completino dell’Olanda, di un arancione vivissimo. La seconda il pubblico sugli spalti. Festoso e appariscente. Ma non c’è più spazio per la retorica ed i pensieri.
La semifinale di Euro 2000 sta per cominciare. Inno nazionale, lo cantiamo a squarciagola. Io provo ad andare appresso agli adulti, non lo conoscevo ancora tutto. Poi l’arbitro, il tedesco Merk, depone al centro del rettangolo verde il pallone. Fischia. La sfera comincia a rotolare. Sta per cominciare la partita. La Partita.
Euro 2000, Italia-Olanda: le formazioni
Dino Zoff schiera l’Italia con un 3-5-2 o 5-3-2. Gli esterni sono infatti Paolo Maldini e Gianluca Zambrotta. Davanti a Toldo spazio a Cannavaro, Nesta e Iuliano. In mediana Di Biagio sostituisce l’infortunato Conte. Ad agire assieme a lui in mediana Albertini e Fiore. In attacco, accanto ad Inzaghi, viene preferito Del Piero in luogo di Totti.
L’Olanda di Rijkaard risponde con un 4-4-2. Tra i pali Van Der Sar. In difesa, da destra verso sinistra, Bosvelt, Stam, F. De Boer e Van Bronckhorst. A centrocampo la geometria di Cocu e la grinta del pitbull Davids. Più larghi la classe ed il talento di Overmars e di Zenden. In attacco c’è il capocannoniere del torneo: Kluivert. Al suo fianco il formidabile Bergkamp.
Si mette subito male
Il leitmotiv della gara sembra chiaro sin dalla lettura delle formazioni. L’Olanda vuole dominare il gioco, l’Italia vuole difendersi con ordine e far male in contropiede. Dopo solo 3 minuti già le pulsazioni dei cuori impennano. Bergkamp offre un delizioso pallone in profondità per Cocu, Toldo è decisivo in uscita. E’ cominciata anche la sua serata indimenticabile.
Bergkamp ci fa tremare ancora, colpendo il palo intorno al quarto d’ora. L’Olanda è davvero forte ed è piacevole veder giocare gli orange. I padroni di casa sfiorano ancora il gol e dal 34′, in pochi minuti, il sogno chiamato finale è a serio rischio. Prima viene espulso Zambrotta, poi l’arbitro concede un rigore all’Olanda. De Boer va sul dischetto. Toldo non ha paura. Vola e para. Dallo sconforto si passa alla speranza. Sarà difficile, sarà durissima, per oltre 60 minuti ed eventuali supplementari con un uomo in meno, ma quella parata di Toldo ci fa tornare a sorridere. Una boccata d’ossigeno puro, dopo minuti di apnea sott’acqua.
Una stoica resistenza
“Contro l’Olanda mi sentivo invincibile. Urlavo “tirate, tirate, tanto prendo tutto”. Ci sono gare in cui un portiere s’incazza e decide che non ce n’è per nessuno”.
Francesco Toldo
Il numero 12 si carica sulle spalle l’Italia. Nella ripresa siamo destinati a soffrire. La resistenza è però stoica. L’Olanda impone il ritmo, l’Italia si aggrappa al sogno chiamato finale. Con le unghie, con i denti, con il cuore, con le mani grandi del suo portiere. Al 62′ rischiamo ancora, clamorosamente. Iuliano commette fallo, è nuovamente calcio di rigore. Questa volta dal dischetto va Kluivert. Toldo non ci arriva, ma l’ipnotizza. La sfera colpisce in pieno il palo e riemergiamo ancora a prendere fiato.
Un palo, due rigori sbagliati, la fortuna sembra sorridere all’Italia, ma vietato abbassare la guardia. L’Olanda è in casa, in superiorità numerica, ma subisce il contraccolpo delle grandi occasioni fallite. Nel finale è allora l’Italia a sfiorare il vantaggio. Delvecchio, subentrato da poco, calcia debolmente tra le mani di Van Der Sar. La bomboletta era pronta a suonare, ma va riposta ancora, in attesa di gioie che ben presto sarebbero arrivate. Si suda. Per il caldo, afoso, di fine giugno. Si suda, freddo, per le tante emozioni. Il tricolore sul volto comincia a sciogliersi. E’ tempo di golden goal?
L’incubo Golden Goal
Si va ai supplementari. Ad Euro 2000 vige ancora la regola del golden goal. Introdotta nel 1993, verrà poi eliminata nel 2004. Chi segna vince, senza diritto di replica. Una regola atroce. Come quando da bambini al biliardino sei sotto 8 a 0, poi all’ultima pallina chi la butta dentro vince tutto. In palio, però, questa volta c’è la finale di Euro 2000, non la possibilità di pavoneggiarsi con l’amichetto sconfitto in sala giochi. Inutile dire che più aumentano i minuti di gioco, più aumenta la stanchezza. Del Piero ormai fa il tornante. Corre, ringhia, e rincorre gli avversari. Un campione, per la squadra.
Tempi Supplementari
Tutto sembra essere a favore degli Olandesi che ormai giocano con un uomo in più da oltre un’ora. L’Olanda però teme il contropiede italiano, i neoentrati Totti e Delvecchio incutono timore del resto. Si vive in una fase di stallo della partita. Si sente nell’aria il profumo dei calci di rigore. Nel primo tempo supplementare l’occasione più ghiotta capita ancora a Delvecchio ma Van Der Sar si supera. I portieri sono i migliori in campo. Nel secondo tempo supplementare l’Olanda ci prova, ma senza fortuna. L’avversaria della Francia si decide ai calci di rigori.
La lotteria dei rigori
“Il calcio è bello perché regala anche queste sofferenze”. Dice l’inconfondibile voce di Bruno Pizzul, telecronista dell’incontro che va in scena su Raiuno. Non avevo mai assistito ad una gara così lunga. Infinita. Calciamo prima noi. Va Di Biagio per primo dal dischetto. Deve farsi perdonare l’errore al dischetto del mondiale del ’98. Il centrocampista azzurro è glaciale. GOL. La tromba suona all’impazzata. Poi ancora De Boer contro Toldo. Tratteniamo il fiato, prima di ricacciarlo fuori in un rumoroso grido di gioia. Parata, ancora una volta. Toldo è super. Poi contro Van Der Sar si presenta Pessotto. Rigore perfetto, 2 a 0. Ora ci crediamo ancora di più. Ancora di più pochi istanti dopo quando Stam calcia altissimo.
Due rigori a testa, due a zero per noi. Sul dischetto ci va Totti. Avete presente: “Ora glie faccio er cucchiaio”. Nasce tutto lì. Un delizioso lob che beffa il gigante Van Der Sar. Siamo sul 3 a 0. Sul dischetto torna ancora Kluivert. Dopo il palo ora il gol. Dopo 5 rigori, due nei 90 minuti, due nella lotteria dei penalty, Toldo viene superato per la prima volta. Il quarto rigore viene battuto da Maldini, se segna siamo in finale. Van Der Sar però neutralizza il penalty.
Ora Bosvelt. Se sbaglia ce l’abbiamo fatta. Lo chiedo più volte agli adulti, non conosco ancora bene le regole, ma vedo nei loro occhi la speranza vivissima. Brillante. Toldo si distende sulla sua destra. Indovina l’angolo e para. Abbiamo il nostro eroe. E’ festa grande. Poco importa se 4 giorni più tardi, a Rotterdam, sarà la Francia a diventare campione d’Europa. Perché quel 29 giugno 2000 ci ha regalato delle emozioni indescrivibili che valgono più di una coppa di metallo. Perché quella resterà per sempre la partita indimenticabile di Toldo, la mia e di tanti altri.