Il Canada ai Mondiali di Qatar 2022: quasi realtà?
Novembre 17, 2021Ci avviciniamo a grandi falcate verso i Mondiali del Qatar, che si disputeranno eccezionalmente d’inverno. Con fermata a novembre e dicembre 2022. Per poi ritornare sul classico a partire dal 2026, in estate. Edizione che verrà ospitata da Usa, Messico e Canada. Sarà questa l’occasione per le compagini del Nord e Centro America di scrivere un’importante pagina di storia. In casa, davanti alla propria gente. Ma intanto, c’è chi già in Medio Oriente, tra un anno, intende esserci e magari perché no, stupire.
Se Messico e Usa sono rappresentative che hanno maggiori esperienze in termini di competizioni intercontinentali, e presenze habitué dei principali tornei FIFA, non è così per il Canada, che sta viaggiando contro pronostico a gas aperto nel girone di qualificazione – primo ed imbattuto con 16 punti, a +1 sugli americani e +2 sulla coppia Messico/Panama – dopo essersi sbarazzato di Haiti, avversario morbido, nell’incrocio preliminare. E ormai vede sempre più vicino il traguardo del Mondiale qatariota.
Oculatezza e lungimiranza
Se il Canada è finalmente riuscito a costruire una nazionale competitiva in un paese in cui il calcio non è lo sport più seguito e non si gioca a grandi livelli – hockey e lacrosse sono gli sport nazionali – il merito è soprattutto degli ingenti investimenti che la federazione locale ha stanziato nel corso dell’ultima decade. Il potenziamento delle strutture federali, in primis. Inoltre si è cercato di rendere maggiormente competitivo il campionato locale. Ma quest’ultimo è un percorso lungo e tortuoso. Al momento, infatti, le franchigie più forti del Canada militano ancora in MLS.
Il Canada ai Mondiali: un passato di delusioni
Dunque, per il Canada, non solo la possibilità di giocare i Mondiali 2026, ma probabilmente anche quelli del 2022. Dopo un’assenza di oltre trent’anni. Troppi. L’unico gettone di presenza la Nazionale della ‘Maple Leaf’ lo ha racimolato solamente nel lontano 1986. ‘Mexico 86’, ma fuori al primo turno. In un girone assai complicato che comprendeva Unione Sovietica, Francia ed Ungheria. Tre partite, tre sconfitte. Zero gol fatti. E addio sogni di gloria. Poi, per il Canada quasi sempre delusioni. Tante amarezze.
Eccezion fatta per le due vittorie in Gold Cup (1985, con la vecchia formula, e 2000). Ma non qualificata in nessun’altra rassegna mondiale. Per una selezione neppure in grado di ottenere vittorie, specie nei primi Duemila, nei percorsi di qualificazione, neppure con le minuscole Belize, Porto Rico e Saint-Kitts Nevis. Mai, la selezione dei Canucks, si è spinta al di sopra della posizione numero 40 del Ranking FIFA.
La cura Herdman
Ma il vento sembra stia cambiando. E il merito va attribuito in larga parte all’attuale commissario tecnico: John Herdman. Dopo aver allenato la Nazionale femminile per sei anni, con buoni profitti, ha preso in mano la selezione maschile, cambiandone completamente volto. Più spigliato, più sicuro delle proprie qualità. Il Canada comanda il raggruppamento CONCACAF con pieno merito. Mettendo in mostra un calcio basico ma tremendamente efficace. Il dominio del possesso palla, il pressing alto e la riconquista veloce del pallone. E corsa. Tanta corsa. Oltre ad un’ottima occupazione degli spazi. Ma ciò che colpisce di questa squadra è il carattere: anche sotto nel punteggio, non si arrende mai, affrontando avversari di caratura superiore senza alcun timore.
Al BMO Field di Toronto e al Commonwealth Stadium di Edmonton sono caduti Panama e il Costa Rica. Perfino il Messico. Come ultima vittima in ordine di tempo. Con la ‘Tricolor’ sconfitta da una doppietta dell’attaccante Cyle Larin. Punta del Besiktas, con trascorsi felici anche in Belgio con la maglia dello Zulte Waregem. Una delle stelline della Nazionale canadese. Ma non l’unica.
Gli uomini copertina che stanno lanciando il Canada ai Mondiali
Snocciolando la rosa dei Canucks, un nome su tutti balza all’occhio. C’è Alphonso Davies in copertina. E chi se non lui. Esterno del Bayern Monaco. Una freccia nell’arco di Julian Nagelsmann in Bundesliga, che sta facendo le fortune di Herdman. Impiegato spesso anche da rifinitore nel 3-4-2-1 con il quale il commissario tecnico sta affrontando gli ultimi impegni di qualificazione. Velocità, tanta qualità, imprevedibilità al servizio dei compagni. Una forza della natura. Che in campo sfida continuamente le leggi della fisica.
Pedina fondamentale del Canada così come quel Jonathan David, campione di Francia col Lille, – l’erede di Victor Osimhen nel nord della Francia – che sul curriculum ha ben affissa la sua dote principale: fare gol. A qualsiasi latitudine. In Ligue 1, e anche in Nazionale. 18 gol col Canada, in appena 24 gare. Stephen Eustaquio e Jonathan Osorio sono gli equilibratori del centrocampo, dove spicca per qualità tecniche il 22enne Tajon Buchanan, uno dei mediani più forti e completi della MLS, promesso sposo al Club Bruges a partire da gennaio 2022.
Mentre in difesa, davanti all’esperto portiere Milan Borjan (attualmente alla Stella Rossa di Belgrado, nato nell’attuale Croazia, ma serbo naturalizzato canadese, Paese dove emigrò adolescente con i suoi genitori, prima di trasferirsi a giocare in Argentina) giganteggiano Doneil Henry, baluardo che comanda la prima linea del Suwon in Corea del Sud, e Steven Vitoria, uomo d’esperienza, classe ’87, che milita nel massimo campionato portoghese, alla Moreirense.
L’unione fa la forza
Ma la forza del gruppo sovrasta quella dei singoli. Perché è proprio l’appartenenza alla squadra che stimola il singolo a rendere al massimo, superando barriere che da solo non riuscirebbe mai ad affrontare. Più volte il commissario tecnico John Herdman ha ripetuto ai media questo concetto. Alla base del suo lavoro. Perché anche l’esperienza, la tenacia, la perseveranza dei giocatori canadesi che non hanno mai avuto la possibilità di giocare in Europa ad alti livelli, sarà importante per dare continuità al movimento provando a dare una svolta internazionale alla squadra.
La pazienza e, appunto, la perseveranza hanno un effetto magico davanti al quale le difficoltà scompaiono e gli ostacoli svaniscono. Restano da giocare ancora sei partite. Sei ostacoli frapposti tra il Canada e i Mondiali in Medio Oriente. Prima di poter toccare il cielo con un dito, Herdman e la sua Nazionale ospiteranno gli Usa e la Giamaica. E dovranno sostenere il peso di quattro trasferte: in serie, Honduras, El Salvador, Costa Rica e Panama. Un percorso che nasconde ancora parecchie insidie. Ma non impossibile. Perché sotto la foglia d’acero stanno imparando a non voltarsi più indietro. Ma a guardare sempre avanti. E così il futuro appare radioso, luccicante. Proprio come i cieli sopra Doha nella fresca stagione invernale.
Immagine di copertina tratta da Canada Soccer