Emanuele Giulianelli: Ibrahimovic raccontato ai ragazzi
Novembre 29, 2021Emanuele Giulianelli, scrittore e giornalista freelance, ha pubblicato due lavori in occasione degli ultimi Europei di calcio. Editi da Il Battello a Vapore, ‘Lukaku raccontato ai ragazzi’ e ‘Ibra raccontato ai ragazzi’ sono esperimenti letterari nuovi per l’autore. Avevamo già trattato la tematica del calcio e dello sport per ragazzi con il romanzo di Luigi Garlando ‘Da grande farò il calciatore’, un successo di pubblico al punto che ancora oggi, spesso, è lettura scolastica.
I lavori precedenti dell’autore
Giulianelli va però oltre l’epica del romanzo, per trasformare questi due giganteschi centravanti del nostro tempo in esempi da offrire a chi si avvicina al calcio in tenera età. Non stiamo parlando di libri per bambini. Il font è sì più “largo” e la scrittura evita gli orpelli cari a qualsiasi scrittore di alto livello come lui. Basterebbe dare uno sguardo alle precedenti opere di Giulianelli per capire che tipo di narratore sia.
Ha scritto di Marco Osio, del calcio nelle “province dell’Impero”, della favola del Qarabagh e della guerra armeno-azera in quella regione martoriata del Caucaso (li trovate tutti qui). Dulcis in fundo, e motivo per il quale sono arrivato a conoscerlo, ‘Notturno Jugoslavo’, che definiremmo come il “romanzo di una generazione”, quella dorata della Jugoslavia (la zlatna generacija), dissoltasi attraverso un tragico scambio di bombe, proiettili e odio etnico.
Per l’occasione, insieme allo scrittore Paolo Frusca, Giulianelli ha dato voce alla figura inventata ma verosimile di un massaggiatore sportivo professionista, Aca, che racconta la genesi della Jugoslavia del ‘900 attraverso i suoi occhi e quelli delle sue complesse vicende personali. Il successo del libro ha raggiunto persino Belgrado, nonostante la comprensibile pellaccia dura della cultura balcanica di fronte ai ricordi della guerra.
L’intento letterario di Ibra raccontato ai ragazzi
Con la divulgazione dello storytelling sportivo applicato ad una fascia d’età apparentemente meno impegnata, Giulianelli si è assunto il rischio della sperimentazione, ma leggendo Ibra viene fuori l’intento dell’autore, che è quello sì di raccontarlo ai giovani, ma anche di utilizzare la sua figura come exemplum sportivo e metafora di una vita capace di superare, con talento e abnegazione, ogni avversità. Ibrahimovic non viene presentato nella sua veste di showman ma di calciatore, anche nei dettagli tecnici della sua carriera. Giulianelli si è preso la briga, da abile ricercatore quale è, di intervistare un gran numero di persone che hanno conosciuto lo svedese, dentro e fuori il rettangolo verde.
Le diverse fasi della carriera di Zlatan sono raccontate nello specifico, così come la sua vita e la sua persona. Ne viene fuori un ritratto sincero, con una scrittura chiara e scorrevole, pur nella complessità dell’uomo Ibrahimovic.
Ne parliamo con l’autore
Abbiamo quindi chiesto direttamente ad Emanuele come sia nata l’idea di questi due libri. Che tipo di difficoltà ha incontrato ad adattare il suo stile al target in oggetto. Cosa pensa di Lukaku e Ibra, due che sul campo sono arrivati anche allo scontro frontale in occasione di un derby di Coppa Italia.
Nelle parole di Emanuele, che ringrazio personalmente per il tempo che ci ha dedicato.
“L’idea di questi libri è nata anzitutto perché, da padre, sentivo il bisogno e l’entusiasmo di rendere le nuove generazioni partecipi di un modo pulito di parlare di calcio. I profili di Lukaku e, soprattutto per motivi editoriali, di Ibrahimovic, si adattano perfettamente a quest’idea. Con Zlatan, come ho avuto l’occasione di ribadire presentando il libro nelle scuole, si parla essenzialmente di un ragazzo che ce l’ha fatta a venir fuori da un contesto difficile. E questo è di grande ispirazione per chi si avvicina allo sport, e al calcio in particolare, come mezzo di coesione sociale e di integrazione”.
LS: “I tuoi libri, come sempre nella tua carriera di autore, utilizzano il calcio come pretesto per raccontare altro“.
EG: “Esattamente. Come sai il mio primo libro dice proprio questo, “Il calcio è un pretesto”. Attraverso questo sport, il più globale in assoluto, possiamo parlare di temi cruciali. Immigrazione, razzismo, lotta alla povertà, tematiche connesse alla guerra, per narrare la genesi di popoli e nazioni.
In più, nell’idea di raccontare tutto questo “ai ragazzi”, c’è un intento pedagogico non trascurabile. Credo che i miei libri debbano essere un punto di partenza, in questo caso. Sono concetti che la casa editrice, “Il Battello a Vapore”, collegata alla Mondadori, ha condiviso sin da subito. Il lettore si imbatte nelle origini di Ibra? Ok, può trarne spunto per andarsi a leggere tutto quanto concerne la guerra nella ex Jugoslavia. Magari non ne sa nulla perché è troppo giovane, ma quelle pagine hanno stimolato la sua curiosità. Quello è l’obiettivo.
Direi quindi che non solo non ho trovato difficoltà ad adattare il mio stile di scrittura ai ragazzi. Ma è stato entusiasmante, in virtù dell’idea di fondo.
Per quanto riguarda i due libri, nello specifico, dopo gli Europei, con il trasferimento di Lukaku al Chelsea, è normale che al momento il più ricercato sia quello su Ibra. Zlatan è un personaggio che attrae, è fuor di dubbio. Basti pensare al numero di libri usciti su di lui solo nell’ultimo anno. Raccontandolo ai ragazzi, si individua un punto di vista e un target diverso. E credo sia il motivo del suo successo. Spero quindi che possa fare da traino per i futuri progetti editoriali che sto intraprendendo, sempre con un occhio ai più giovani”.
Ringrazio ancora Emanuele Giulianelli per questa intervista e per la sua amicizia. Do appuntamento ai nostri lettori su queste stesse pagine, per raccontare altre storie, altri lavori, altre vite.