Il Dalkurd e gli altri club delle minoranze svedesi

Il Dalkurd e gli altri club delle minoranze svedesi

Dicembre 9, 2021 0 Di Simone Rinaldi

Non solo Dalkurd. Simone Rinaldi ci offre il punto sulla Svezia e sui club rappresentativi delle minoranze etniche.

Ogni Paese ha i suoi emigranti ed i suoi emigrati. Così come ogni Paese vive diversi fasi storiche, a seconda delle quali si ha una forte emigrazione o una forte immigrazione.

La Svezia, lassù nell’estremo nord d’Europa (come poi tutto il resto della Fennoscandia) non fa certo eccezione. Pensiamo agli anni tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo quando milioni di scandinavi varcarono l’Oceano Atlantico verso l’America del Nord in cerca di migliori condizioni di vita (come probabilmente avevano fatto, già prima di Cristoforo Colombo, i Vichinghi agli ordini di Erik il Rosso).

In quel continente si insediarono in particolar modo nella Regione dei Grandi Laghi e nel Midwest (Ohio, Michigan, Indiana, Illinois…) dove hanno costruito le loro fattorie in legno rosso. Identiche a quelle che si trovano nella Scania o nello Jutland, oltre a cognomi di origine scandinava che affollano il mondo dello sport, della politica o del cinema. Come i tanti Nielsen, Anderson, Mortensen, che tutti ben conosciamo ed il cui nonno o bisnonno è partito tanto tempo fa da Hammerfest o da Halmstad.

Ricordate ad esempio la scena del film “Titanic” del 1998 quando alla signorina britannica di buona famiglia introdotta in terza classe un uomo chiede “Talar du Svenska?” Certo, talvolta le cose cambiano, e cambiano in meglio. A partire dagli anni ’60 del XX Secolo i popoli scandinavi (fatta eccezione per l’emigrazione “interna” tra di loro, in particolare di finlandesi verso la Svezia) non vogliono più lasciare in massa le proprie terre. Al contrario c’è chi da altrove vuole stabilirsi proprio in quei luoghi.

Ci si potrebbe domandare: ma che ci va a fare la gente in posti dove l’inverno è più rigido che altrove e nell’estremo nord il sole lo si vede (letteralmente!) per sei mesi all’anno? Il merito è dell’elevato standard di vita che questi Paesi intanto sono arrivati ad offrire, oltre ad una politica migratoria piuttosto liberale. Parleremo in special modo, in questo pezzo, del Regno di Svezia che già nel corso della Seconda Guerra Mondiale (unico Paese del Norden a restare neutrale) aveva offerto asilo ai profughi finlandesi della Guerra d’Inverno e nell’immediato dopoguerra anche a parecchi tedeschi o baltici che la guerra aveva lasciato senza un soldo.

Piano piano si è registrata un’ondata migratoria dall’area mediterranea, dai balcani, dall’Europa Centro-Orientale, dal Medio Oriente, dall’Asia, dall’Africa e dal Sudamerica. Caso più unico che raro anche dagli USA, quando il premier Olof Palme offrì asilo politico a quei giovani americani che rifiutavano il draft per la Guerra del Vietnam. Quindi un nuovo tipo di svedese, non più il classico “Sven Johansson” dai biondi capelli e gli occhi cerulei, ad aggiungersi alle minoranze autoctone dei Lapponi (Sami e Meanikeli).

Ma non dovevamo parlare di calcio? Bene, fine del pistolotto storico-etnografico e via con la nostra passione sportiva. Sì, perchè qui come altrove, tra gli immigrati troviamo parecchi sportivi che per stare insieme e magari sentirsi comunità fondano vari sodalizi. Ovviamente tutto calato nella realtà svedese (Paese relativamente poco popolato dove fino agli anni ’60 lo sport professionistico non esisteva). Quindi niente Boca Juniors dei genovesi, Boston o Glasgow Celtics degli Irlandesi, Palestra Italia a San Paolo o Belo Horizonte. Ma, sempre compatibilmente con il livello dei campionati locali, anche squadre di Prima Divisione, magari con qualche campione.

Andiamo nel dettaglio.

SYRIANSKA FC

Il Club ha sede a Södertälje, un’isola che fa parte dell’arcipelago di Stoccolma e venne istituito il 1 giugno del 1977 da immigrati di origine aramea e siriaca. Gli aramei sono una minoranza etnica di ceppo semitico, già menzionato nella Bibbia, di religione cristiana. Originari di un’area compresa tra l’Iraq settentrionale, la regione di Umia (Iran) e parti della Siria e della Turchia. I siriaci, provenienti anche loro della Siria, si differenziano dai primi per la lingua (il neo-aramaico).

Il loro arrivo in Svezia risale alla fine degli anni ’60 come rifugiati politici in quanto perseguitati nei Paesi d’origine. Södertälje è considerata oggi la “Capitale Assiro-Siriaca d’Europa” e questo club è seguito in tutto il mondo sopprattutto da quando, nel 2010, venne promosso in prima divisione conquistando un maggiore audience televisivo.

Il simbolo del club è basato sulla bandiera Assiro/Siriaca così come i colori, il giallo ed il rosso (disposti come quelli del Lecce). Dopo anni trascorsi nelle serie minori, il Syrianska raggiunse finalmente la Superettan nel 2009 e la vinse nella stagione successiva, guadagnandosi la promozione in Allsvenskan per la stagione 2011.

Al termine del primo campionato disputato nella massima serie, il Syrianska è arrivato terzultimo. Ha dovuto così ricorrere allo spareggio contro la terza classificata di Superettan (la seconda serie), in questo caso l’Ängelholm, rimontando la sconfitta della gara di andata e aggiudicandosi la salvezza. Il Syrianska ottenne la salvezza anche nel campionato seguente, ma non nel 2013 quando tornò in seconda serie con le conseguenti dimissioni di Özcan Melkemichel, personaggio di spicco nella storia del club sia come giocatore – prese parte alla scalata dalla Division 7 alla Division 2 – che come allenatore, dato che fu il tecnico che portò la squadra in Allsvenskan.

Seguirono quattro stagioni in Superettan e una in Division 1, culminata con un’immediata promozione. Il ritorno in seconda serie si rivelò però breve, visto che il Syrianska terminò la Superettan 2019 all’ultimo posto, ricevendo peraltro un’ulteriore retrocessione da parte della commissione sportiva nazionale a causa dei debiti accumulati, ritrovandosi così in quarta serie da un anno all’altro.

Storico nel 2008 il match di coppa (trasmesso in TV) perso contro l’Hammarby per 6-4 ai supplementari, quando il primo tempo si era concluso sul 4-0 per il “Bajen”.

Il club gioca le proprie partite casalinghe alla Södertälje Fotbollsarena, stadio da circa 6.700 posti. L’impianto è costituito da una tribuna coperta, dotata di seggiolini rossi, e tre scoperte.

ASSYRISKA FF

Nella stessa Södertälje e nello stesso stadio gioca un’altra squadra dalle medesime radici. l’Assyriska FF fu fondato nel 1974 da Siriaci provenienti dalla Turchia. Come i cugini hanno anche loro un seguito internazionale (anche se più ridotto) e possono vantare un inno pop dal titolo “My Assyrian Team-The Team of My Dreams” ed un documentario curato dal regista locale Nuri Kino intitolato “Assyrska, una Nazionale senza Nazione” (2006).

Nel 1992 l’Assyriska raggiunse la Superettan (la seconda serie) e all’inizio degli anni 2000 divenne tra i club più popolari di Svezia, raggiungendo la finale della Svenska Cupen 2003, uscendo sconfitto contro il più quotato Elfsborg.

Nel 2005 l’Assyriska ha disputato la sua unica stagione in Allsvenskan grazie a un ripescaggio ai danni dell’Örebro SK, escluso dal campionato per problemi economici. L’ultimo posto in classifica ha però comportato una retrocessione immediata in Superettan.

A partire dalla metà degli anni ’90 il consiglio di amministrazione societario decretò l’apertura del club nei confronti di giocatori non assiri.

SYRIANSKA IF KERUBAN

Origine simile alle prime due, club con sede a Vasteras, nell’area di Stoccolma. Fondato nel 1977 da immigrati provenienti da Keruban (Turchia).

DALKURD

E’ una squadra istituita piuttosto di recente (2004) a Borlange, nella contea di Dalarna (quella dei famosi cavallini di legno) da un gruppo di residenti curdi come parte di un progetto sociale destinato ad offrire opportunità ai giovani.

Il nome viene appunto da DAL(arna)KURD mentre il simbolo è un cerchio nel quale troviamo la bandiera del Kurdistan, al quale sono stati aggiunti appunto due “Dalahast”. L’altra squadra locale, l’IK Brage (avversario dell’Inter in coppa a fine anni ’80) contribuì economicamente al progetto.

Il Logo del Dalkurd FF, ripreso da Wikipedia.

Dal 2005 al 2009 è sempre arrivato primo nei rispettivi campionati, potendo compiere una rapida scalata dalla Division 6 alla Division 1, ovvero il terzo livello del campionato svedese. Nei suoi primi 4 anni di vita, il Dalkurd ha vinto 68 delle 75 partite disputate, e ha avuto una differenza reti positiva di 421 reti.

Nel 2013 il club ha sfiorato la prima promozione in seconda serie della sua storia, qualificandosi per il doppio spareggio contro l’IFK Värnamo, terzultimo nella Superettan di quell’anno. Nella gara di andata è stato il Dalkurd a vincere per 1-0 tra le mura amiche, ma al ritorno è arrivata una netta sconfitta per 5-1.

Il 24 marzo 2015 la squadra, terminato uno stage in Catalogna, avrebbe dovuto imbarcarsi sul volo Germanwings 9525 tragicamente precipitato sulle Alpi francesi il giorno stesso. L’attesa da sostenere allo scalo di Düsseldorf era stata giudicata eccessiva, così giocatori e staff hanno preferito cambiare la prenotazione rientrando in Svezia, dividendosi su tre aerei con destinazione Zurigo e Monaco di Baviera, evitando inconsapevolmente di rimanere coinvolti nel disastro.

La prima storica promozione in Superettan, sfumata due anni prima, si è concretizzata nel corso del campionato di Division 1 2015, vinto dal Dalkurd con 14 punti di vantaggio sulla seconda in classifica.

Il 28 ottobre 2017, alla penultima giornata del campionato di Superettan 2017, il Dalkurd ha compiuto un ulteriore salto di categoria arrivando a conquistare la promozione alla Allsvenskan per la prima volta nei 13 anni di storia del club.

Prima di iniziare la sua prima stagione nella massima serie, il Dalkurd ha dato l’addio alla cittadina di Borlänge, in polemica con la locale amministrazione comunale, per giocare temporaneamente a Gävle in attesa del completamento dei lavori di rifacimento dello Studenternas IP di Uppsala. L’avventura nel più alto campionato nazionale è durata solo un anno, visto che la squadra ha chiuso l’Allsvenskan 2018 al penultimo posto ed è quindi scesa in Superettan.

Dopo il piazzamento di metà classifica nella Superettan 2019, il Dalkurd nel campionato 2020 si è classificato terzultimo ed è ulteriormente retrocesso al termine degli spareggi salvezza contro il Landskrona BoIS, finendo dunque in terza serie. Salvo poi tornare in Superettan dopo un solo anno grazie agli spareggi vinti contro il GAIS. nel 2010, quando la squadra giocava a Vasteras, fu fondato il gruppo ultras dei Roj Fans.

Sempre con riguardo alla comunità curda, rimandiamo a questo bel pezzo di All Asian Football sul club FC Kalmar, che gioca nella seconda divisione svedese di futsal.

Per quanto concerne la comunità afghana, è presente la suadra Ariana FC, fondata da Norlla Amiri, primo calciatore afghano a giocare in una divisione professionistica svedese. Amiri nasce a Kabul, ma è a Malmö che si stabilirà, in fuga dall’Afghanistan. Oggi a 30 anni è tornato a giocare proprio nel club da lui fondato per dare supporto ai migranti afghani in Svezia. Per sapere tutto di lui, rimandiamo a questo splendido pezzo di Davide Tuniz per Sottoporta (link qui).

ÖREBRO SYRIANSKA

E’ la squadra dei siriaci residenti a Örebro. Attualmente gioca in Division 1 Norra. Le altre squadre della comunità arameico-siriaca sono l’Arameisk-Syrianska di Botryka (sobborgo di Stoccolma) l’Assyriska di Norrköping, quello di Vastra Florlunda (Goteborg).

AKROPOLIS

I greci hanno sempre viaggiato ed emigrato. Nell’antichità come conquistatori. Nell’età moderna come lavoratori o rifugiati. Alla fine degli anni ’60 del secolo scorso arrivano in Svezia moltissimi greci che scappano dall’instabilità politica in cui è sprofondato il loro paese e che sfocierà nella Dittatura dei Colonnelli. Nella primavera del ’68 alcuni di loro fondano nella periferia nordovest di Stoccolma l’Akropolis IF.

Nell’autunno del 1968 è iniziata l’attività della sezione relativa alla pallacanestro, mentre la divisione calcistica ha aperto i battenti nella primavera del 1969. Qualche anno più tardi, nel 1975, il club ha iniziato a operare anche a livello giovanile.

Nel 1987 l’Akropolis ha raggiunto il campionato di Division 3 (la quarta serie nazionale dell’epoca), attirando le attenzioni dei media, essendo la prima volta che una squadra di immigrati raggiungeva un livello così alto. Contemporaneamente la squadra cestistica Akropol BBK veniva scorporata dal club, il quale rimaneva di fatto composto dalla sola sezione calcio.

Nel 2000 la squadra è tornata a disputare la Division 3, ma solo per una stagione. Cinque anni più tardi c’è stata una nuova parentesi in quarta serie. Al termine del campionato 2010, per la prima volta nella sua storia l’Akropolis ha conquistato l’accesso alla terza serie nazionale (nel frattempo ribattezzata Division 1 per via della ristrutturazione dei campionati).

Il campionato di Division 1 2015 ha visto l’Akropolis da neopromosso chiudere al secondo posto nel girone nord, e quindi accedere al doppio spareggio per salire in Superettan. Tuttavia l’IK Frej (terzultimo nella Superettan 2015) si è imposto 1-0 sia all’andata che al ritorno, facendo sfumare la promozione dell’Akropolis in seconda serie. È stato anche il primo anno in cui la squadra è stata costretta ad abbandonare l’Akalla BP, impianto che a certi livelli non rispecchiava più alcuni standard della Federcalcio svedese.

La stagione 2019 si è rivelata storica per i biancoblu: l’Akropolis ha infatti dominato il girone nord del campionato di Division 1 chiudendo con 19 punti di vantaggio sulla seconda classificata, conquistando così la sua prima promozione in Superettan, la seconda serie nazionale. In virtù di ciò, la squadra ha lasciato lo Spånga IP per trasferirsi al più capiente stadio Grimsta IP, per far fronte ai requisiti richiesti dalla Federazione. L’anno successivo, il primo campionato nella serie cadetta si è chiuso con un quinto posto in classifica.

E GLI ITALIANI?

Ma certo, ci siamo anche noi! Nel 1991 Alessandro Catenacci, nato a Roma ma cresciuto in Svezia, proprietario di un locale notturno di Stoccolma, per l’appunto il Café Opera, fonda una squadra di calcio dal medesimo nome.

La squadra partì inizialmente dal campionato di Division 8, ma riuscì a scalare rapidamente i vari campionati, tanto da conquistare la promozione in terza serie già al termine della stagione 1996, grazie anche alla fusione con il Djursholm.

Nel 1999 il Café Opera arrivò primo nel suo raggruppamento ma, a causa della riforma dei campionati che snellì la seconda serie in un girone unico, dovette vincere ulteriori spareggi per aggiudicarsi la promozione, tra cui la doppia finale contro il Gefle vinta per la regola dei gol segnata fuori casa (0-0, 2-2).

Alla prima stagione nel campionato cadetto, nel 2000, la formazione bianconera chiuse con un sesto posto. Ad essere promossi furono due club blasonati come il Malmö FF di un giovane Ibrahimović e il Djurgården. L’anno successivo arrivò un piazzamento ancora migliore, il quinto posto (che si rivelerà il miglior risultato nella storia del club), seguito da un nuovo sesto posto.

Nel 2002, per sopperire alle difficoltà conseguenti allo scarso interesse da parte di media, tifosi e sponsor, iniziò una collaborazione con l’AIK che portò alcuni giocatori in prestito. Nel 2003 il bianconero Göran Marklund si è laureato capocannoniere del campionato cadetto con 23 reti. Al termine della stagione, la squadra si trasferì dallo Stockholms Olympiastadion al meno capiente Kristinebergs IP. L’ultimo campionato del Café Opera fu quello del 2004, concluso in nona posizione, prima che una fusione con il Väsby IK andò a dare vita a una nuova società, il Väsby United, a sua volta confluito nell’AFC United qualche anno dopo.

Nelle serie minori è presente invece lo storico club Azzurri of Stockholm, dall’origine simile a quella dei colleghi greci dell’Akropolis. Fondato negli anni ’70 da chi arrivava in Svezia a fare il cameriere, il cuoco, il lavapiatti, il muratore o qualsiasi altra attività più retribuita che in patria, purtroppo non ha ottenuto gli stessi risultati del sodalizio di origine ellenica.

Testo di Simone Rinaldi

Immagine di copertina: Kurdistan24