Botev Plovdiv, i Canarini giallo-neri: storia del club più antico di Bulgaria
Dicembre 20, 2021Gianni Galleri, autore di ‘Curva Est’ e ‘Questo è il mio Posto’, racconta il Botev Plovdiv. Soprannominato “i Canarini giallo-neri”, il Botev è il club più antico di Bulgaria.
La squadra più antica di tutta la Bulgaria non viene da Sofia. Nonostante nella Capitale si trovino le due squadre più vincenti del Paese, è la città di Plovdiv ad ospitare il club più antico ancora in attività: il Botev.
L’assemblea costituente del sodalizio si tenne l’11 marzo 1912. Quel giorno però era domenica ed è per questo che la registrazione giuridica ufficiale arrivò solo il giorno successivo, lunedì 12 marzo. Ed è proprio in questo secondo giorno che i fan festeggiano il compleanno del club.
Il Botev Plovdiv prese il proprio nome dall’eroe bulgaro, Hristo Botev (nato Hristo Botyov Petkov), araldo della libertà e personalità conosciuta e rispettata anche oltre i confini nazionali. Per quanto riguarda i colori sociali, invece, il giallo oro e il nero furono adottati solo nel 1917. La scelta cromatica rappresentava il simbolo dell’unione tra i fondatori del club, ovvero i ragazzi del Collegio Cattolico Sant’Agostino (giallo oro) e i loro compagni di scuola del Ginnasio ortodosso Prinz Alexander I von Battenberg (nero). Inoltre, come riportato sullo statuto del club, questi due colori richiamavano il sole e la terra della Tracia.
Il Collegio di Sant’Agostino era una vera e propria culla del calcio a Plovdiv. Da lì nacquero numerose e importanti squadre locali negli anni Dieci, ma solo il Botev è sopravvissuto fino ai giorni nostri. E nonostante abbiano vinto solo pochi trofei, i giallo-neri rimangono uno dei club più popolari della Bulgaria. La bacheca societaria mostra solo due campionati (1929, 1967), tre coppe nazionali (1962, 1981, 2017) e un successo internazionale nella Coppa dei Balcani (1972).
Un’altra storia interessante che riguarda il club è quella legata al soprannome – ufficialmente riconosciuto anche dal club – che è “kанарчетата” (i canarini). Non ci sono prove chiare su come sia nato, ma probabilmente deriva dalla canzone “Blue Canary” di Marisa Fiordaliso e Carlo Buti che veniva trasmessa all’inizio delle partite casalinghe dal 1961. I soprannomi usati in precedenza erano “Жълто-черните” (i giallo-neri) e “Ragazzi dell’esercito di Plovdiv”. Quest’ultimo soprannome derivava dal fatto che negli anni Cinquanta il club era passato sotto il patrocinio della guarnigione locale dell’esercito.
Botev Plovdid: Una squadra molto amata in Bulgaria
Durante gli anni Sessanta il Botev si costruì una reputazione come una delle squadre più importanti del Paese,
conquistando i tifosi grazie al proprio stile di gioco. A quel tempo la squadra era composta da grandi leggende del club come Dinko Dermendzhiev “Chico”, Georgi Popov “Tumbi”, Georgi Asparuhov “Gundi”, Rayko Stoinov, Ivan Kichukov, Dimitar Kostadinov “Miki”, Viden Apostolov etc.
Il secondo periodo di rilievo furono gli anni Ottanta. Dal 1979 al 1991 il Botev Plovdiv vinse molto meno di quanto avrebbe meritato: soltanto una coppa nazionale (1981). Ci sono però da aggiungere un secondo (1986) e cinque terzi posti (1981, 1983, 1985, 1987 e 1988). Georgi Slavkov nella stagione 1980/81 segnò 31 gol in 23 partite di campionato, diventando capocannoniere bulgaro e vincendo la Scarpa d’Oro 1981.
I Canarini giocavano in modo davvero bello, talvolta frivolo, ma sempre eleganti, senza mai perdere l’umiltà, la dignità e la correttezza. Queste loro caratteristiche li portarono ad essere amati in tutta la Bulgaria. Così il Botev Plovdiv guadagnò una popolarità che lo ha fatto diventare il terzo club più tifato del Paese (dopo Levski e CSKA). L’ultimo grande successo è arrivato nel 2017 quando la squadra ha di nuovo alzato al cielo la coppa nazionale.
Un recente passato burrascoso
Il Botev Plovdiv ha sempre goduto del sostegno di importanti personaggi cittadini. Questo ha permesso ai giallo-neri di superare le turbolenze degli ultimi due decenni. Nella stagione 2009-2010 il club ha attraversato un’enorme crisi e ha subito l’onta di dover lasciare il calcio professionistico. Grazie all’intervento di un poco raccomandabile magnate locale, la squadra è, però, risorta dalle proprie ceneri per raggiungere nel 2014 un’altra finale, poi persa (la sesta consecutiva, dopo quelle del 1984, 1990, 1991, 1993 e 1995).
A quel punto il club ha evitato per pochissimo un altro tuffo nell’oscurità, quando Tsvetan Vassilev, detto il “Grande capo con i baffi”, proprietario di una banca e presunto mediatore politico, ha progettato la ristrutturazione totale della sede del club, lo Stadio Botev. I lavori sono iniziati e l’impianto era stato appena demolito, quando Vassilev è andato in bancarotta, dopo aver perso l’appoggio dei suoi ex alleati. Come conseguenza il Botev Plovdiv è ancora oggi un club “senzatetto” e questa rappresenta la più grande sconfitta nella storia del club. Attualmente la squadra è costretta a giocare in un sobborgo di Plovdiv, dove si trova il campo di allenamento di Komatevo, che a malapena può ospitare 3.500 spettatori.
Testo di Gianni Galleri.
Immagine di copertina: wikipedia, logo del club.