Cosa può comprare Insigne a Toronto col nuovo contratto

Cosa può comprare Insigne a Toronto col nuovo contratto

Gennaio 5, 2022 0 Di Luca Sisto

E così sono arrivate le firme: Insigne a Toronto, con un biglietto di sola andata per la MLS fino a fine carriera. L’ultimo grande contratto del numero 10 della nazionale, in un Paese, il Canada, che rischia di avere più possibilità dell’Italia di partecipare ai Mondiali.

E che nel 2026 ospiterà la rassegna iridata in coabitazione con USA e Messico. Insigne sarà uno dei tre designate player, ovvero quei calciatori franchigia per i quali non vale il tetto salariale. Le cifre sono discordanti. In Italia si parla di 11.5 mln netti a stagione più 4.5 per eventuali benefits, per 5 anni e mezzo. Scadenza dicembre 2027  a un anno e mezzo dai mondiali di casa. Che siano lordi, netti o gonfiati dalle sponsorizzazioni, poco importa.

Insigne diventerebbe il volto della MLS, di Toronto e del calcio canadese in terra statunitense.

Come potrete immaginare, al di là della veridicità del valore del contratto, che per quanto riguarda il club conosceremo solo a dicembre 2022 quando sarà pubblicato il bilancio ufficiale, la presenza di Insigne nella città e nella squadra che furono di Giovinco, non è casuale.

Il buon Sebastian vinse la MLS nel 2017. A Toronto è diventato ricco prima di emigrare verso altri lidi ancor più remunerativi. Ma non ha mai più ritrovato la nazionale. A tutt’oggi è il top scorer del Toronto FC.

Quanto a reti, Lorenzo non ne ha ancora realizzate su azione in serie A quest’anno, ed è un trend statistico destinato a mantenersi basso. Il fatto che sarà il giocatore più pagato della storia della MLS, benefits e contratti di sponsorizzazione esclusi (altrimenti dovremmo scomodare Ibra e Beckham), non è necessariamente un buon biglietto da visita, vista la scarsa forma attuale del talento napoletano.

Insigne concluderà la stagione al Napoli. Abbastanza per far sfilare via il contratto e guadagnarsi un’eventuale chiamata per i Mondiali di Qatar 2022. Una qualificazione, purtroppo per l’Italia, ancora tutta da conquistare.

Toronto è una delle città principali del Canada. Anche per via del suo essere cosmopolita e con una maggioranza di cittadini di lingua inglese, è la meno “canadese”, per così dire. Fra i suoi circa 2,7 milioni di abitanti (5,9 considerando l’area dell’agglomerato urbano Greater Toronto), oltre 500.000 sono quelli di origine italiana. Sono addirittura due le aree in cui gli emigranti dal Belpaese hanno messo maggiormente radici: la classica Little Italy e la zona di Saint Claire, ribattezzata Corso Italia.

Ironia della sorte, fra i gemellaggi della città, c’è anche quello con Napoli.

Lorenzo Insigne a Toronto, per quanto il calcio non sia lo sport più seguito, potrà comprare un mucchio di cose.

Anzitutto, investimenti immobiliari per lui e la sua Jenny. Toronto è il motore economico del Paese insieme alla francofona Montreal. Una città in perenne espansione, nel cui skyline figura quella che un tempo, ovvero prima del Burj Khalifa, era la torre più alta del mondo: la Canadian National Tower, alta 553 metri.

Potrà permettersi un biglietto in prima fila per sé e per la sua famiglia, per assistere a una gara di cartello dei Toronto Raptors, campioni NBA non più tardi di tre stagioni orsono. Unica franchigia non americana in grado di vincere un titolo nella più importante lega professionistica di basket. Quella dove “with the first pick, in the 2006 NBA Draft, the Toronto Raptors select: Andrea Bargnani!”. Come da copione, era questa la formula con la quale il compianto David Stern annunciava, oltre 15 anni fa, che il nostro Andrea Bargnani avrebbe giocato in NBA da prima scelta assoluta.

non fu un caso il suo approdo in una città con mezzo milione di abitanti “italiani”. Come da lui stesso dichiarato, è stato a Toronto, al di fuori dell’ambito cestistico, che Bargnani ha trovato amicizie vere che durano tutt’oggi e che spesso lo seguono nei suoi viaggi in giro per il mondo. Non certo dei poveracci, insomma. E ve lo scrivo con cognizione di causa, avendoli conosciuti per lavoro.

Sarà qui che Insigne, lontano dai riflettori del calcio che conta(va), lontano da Napoli e dalle polemiche con De Laurentiis, getterà le basi per un futuro radioso per generazioni a venire della sua famiglia.

Vorreste biasimarlo? Vorreste biasimare un calciatore già oltre l’apice della sua carriera, che va a prendere soldi che nessuno in Europa, Napoli compreso, avrebbe mai offerto?

Insigne a Toronto ci andrà con un biglietto di primissima classe, via Frattamaggiore. Può comprarsi uno status di emigrante VIP fra altri cinquecentomila italiani. Lui, meridionale, di bassa statura, scarsamente educated. L’emigrante perfetto. Con la differenza che non andrà a Toronto dopo un viaggio della speranza come quelli affrontati da centinaia di migliaia di italiani dopo la seconda guerra mondiale. Non marcerà lungo le ferrovie nordamericane dopo aver attraccato a Ellis Island a bordo di un Conte qualsiasi colore. Insigne non dovrà guadagnarsi il rispetto lavorando il triplo degli altri, come tanti nostri antenati. Gli basterà segnare qualche gol e vincere qualche partita, per giustificare quei soldi.

Insigne a Toronto ci andrà da padrone. Specialmente del suo destino. Ed è giusto così.

 

Immagine di copertina tratta da Eurosport.