La top 11 della Coppa d’Africa fra le nazionali di ranking minore

La top 11 della Coppa d’Africa fra le nazionali di ranking minore

Gennaio 21, 2022 0 Di Luca Sisto

Conclusa la fase a gruppi, stiliamo una top 11 della Coppa d’Africa fra le nazionali di ranking più basso. Sono esclusi quindi i top player di Senegal (niente Koulibaly, di cui abbiamo parlato spesso, così come Mané e Mendy), Egitto (Salah), Camerun (Onana, Ngadeu Ngadjui, Aboubakar), Nigeria (Iheanacho, Ndidi, Troost-Ekong), Costa d’Avorio (nonostante Gradel, Haller, Kessié, Pépé, Ibrahim Sangaré, non è qualificata per gli spareggi Mondiali ma ha fatto una grande Coppa d’Africa fino ad ora), Marocco (Hakimi, Bono, Boufal) Tunisia (Jaziri), Mali (Amadou Haidara, Ibrahima Koné). Non abbiamo considerato i fortissimi centrocampisti della Guinea (Naby Keita, Morba e Amadou Diawara). Niente Ghana (Partey, André e Jordan Ayew) e Algeria (Bennacer, Bensebaini e compania), che è riuscita, da campione uscente, a non qualificarsi per la fase successiva.

Gli algerini hanno raccolto un misero punto e segnato un solo gol, peraltro inutile. Andiamo a vedere quindi chi può far parte, fra giovani talenti e vecchie glorie, di una top 11 della Coppa d’Africa, versione low ranking, schierati idealmente con un 4-2-3-1.

Mohammed Kamara, Sierra Leone (portiere, East End Lions, Sierra Leone)

Il giovane portiere, classe ’99, ha tentato in tutti i modi di portare la Sierra Leone al turno successivo. Migliore in campo, fra le lacrime, contro un’Algeria che avremmo in seguito scoperto vulnerabile. Ha parato un rigore a Kessié nel 2-2 contro la Costa d’Avorio. Ed è stato il migliore dei suoi anche nella sconfitta contro la Guinea Equatoriale. Sarebbe bastato il pari per andare avanti come ripescata fra le migliori terze, ma chi di Kamara ferisce, di Kamara perisce. Kai Kamara, veterano della MLS, ha fallito il rigore che avrebbe regalato un punto decisivo ai suoi (commovente l’immagine dell’attaccante, consolato a fine partita da moglie e figli). Ma nessuno potrà dimenticare la performance di Momo’, e chissà che qualcuno in Europa o fra i grandi club africani non decida di puntare su di lui fra i pali.

Esteban Orozco Fernandez Obiang Obono, Guinea Equatoriale (terzino destro/centrale, Antequera, Spagna, Segunda RFEF)

Il difensore della Guinea Equatoriale, nato a Saragozza, Spagna, passerà alla storia per aver interrotto la striscia di risultati utili dell’Algeria a quota 35, col suo gol. Un inserimento in scivolata sul secondo palo, che ha spento le velleità dei nordafricani. Esteban Orozco gioca nell’Antequera, in quarta serie spagnola, la Segunda RFEF. Sua madre è morta dandolo alla luce. Dopo essere stato allevato inizialmente da nonna e zia, è stato adottato da una famiglia di Utrera, cittadina andalusa che diede i natali al compianto Jose Antonio Reyes. Esteban è cresciuto nel Betis, ma 4 anni fa si è ritrovato senza squadra ed ha ricominciato dalle serie minori. Classe ’98, ha giocato ad Ibiza, Sant Rafel, Utrera e, infine, Antequera, dove milita tutt’ora. Sarebbe opportuno, visto l’exploit della Guinea Equatoriale, che qualche club professionistico quantomeno della Segunda si interessasse a lui.

Omar Colley, Gambia (difensore centrale, Sampdoria, Serie A italiana)

Di Colley sappiamo tutto. Titolare e leader difensivo del Gambia capace, all’esordio nella competizione, di avanzare piuttosto agevolmente in un girone complesso con Mali, Tunisia e Mauritania, Omar è un punto fermo della Sampdoria ed uno dei migliori difensori della serie A, fra le squadre che frequentano la parte destra della classifica. A 29 anni si trova però ad un bivio: fare il salto di qualità definitivo in un club più ambizioso dell’attuale formazione blucerchiata, oppure andare a pescare qualche milione in più in un campionato arabo o in Cina. A luglio saranno 4 anni con il Doria, probabilmente avremo presto novità di mercato sul suo conto.

Edmond Tapsoba, Burkina Faso (difensore centrale, Bayer Leverkusen, Bundesliga tedesca)

Parliamo in questo caso di un giocatore diverso dal resto della compagnia in esame, ma che nella top 11 della Coppa d’Africa low ranking non solo non può mancare, ma ci starebbe tranquillamente anche in quella generale. Classe ’99, 23 anni il 2 febbraio, il difensore burkinabé del Bayer è di assoluto valore e non ha bisogno di presentazioni. Sul taccuino di tutti i top club europei, specialmente del Bayern, che in Bundes fa man bassa di talenti. Il prezzo è tutt’altro che di saldo per chi lo cerca: secondo Transfermarkt, è già oltre i 40 mln di euro ed è destinato a salire ulteriormente.

Il Burkina Faso ha collezionato una sconfitta all’esordio contro i padroni di casa del Camerun, probabilmente immeritata, giunta solo a causa di due rigori di Aboubakar. E quella partita Tapsoba non l’ha giocata. Nella vittoria contro Capo Verde è risultato il migliore in campo. La terza gara con l’Etiopia ha sancito il passaggio al turno successivo del Burkina Faso, che aveva bisogno di un pareggio. E pareggio è stato. Domenica 23 gennaio c’è il Gabon. I quarti di finale, con un Tapsoba così, sono ampiamente alla portata.

Mazin Mohamedein, Sudan (terzinio sinistro, Khartoum Club, Sudan)

Il terzino sinistro del Sudan ha sofferto solo nella gara contro la Nigeria. Con Guinea-Bissau ed Egitto si è dimostrato il migliore in campo dei suoi. Classe 2000, è un prospetto che farà comodo ben presto ad un club di alto rango del continente. Attualmente è il capitano del Khartoum Club, squadra della capitale, che l’ha acquistato dal glorioso Al Merrikh, uno dei club più antichi d’Africa (fondato nel 1908) e il più vincente del Sudan dopo i rivali cittadini dell’Al-Hilal Omdurman (a 27) con 23 titoli di campione. Il prossimo passo sarà entrare a far parte stabilmente di un club che gioca la Champions League africana.

Moreto Cassamá, Guinea Bissau (centrocampista, Stade Reims, Ligue1 francese)

Saliamo ancora nel pedigree generale con il centrocampista cresciuto nelle giovanili prima dello Sporting, poi del Porto. Soprannominato il “Mago”, Moreto ha giocato per il Portogallo fino all’under-19 e si ispira a Xavi e Verratti. In un certo senso, per struttura fisica (1.65 per 63 kg) e stile di gioco in fase di possesso, somiglia ad un mix dei due, dato che alterna gioco corto e lungo. In sostanza è una mezzala di possesso, un ruolo molto utilizzato nel calcio iberico, ma che quello francese non produce più, se non in rari casi. Viste le sue qualità e il dinamismo in interdizione, può agire anche da vertice basso. Non ha il “vizio” del gol, ma garantisce buone conclusioni da fuori area.

Classe ’98, allo Stade Reims ha trovato la sua dimensione ideale. Ma la consacrazione può arrivare tranquillamente in un club europeo di maggiore lignaggio. Nel campionato francese si confronta con calciatori spesso più solidi fisicamente, e non sfigura, sebbene non abbia la potenza fisica di un Kanté. La Guinea Bissau ha abbandonato la competizione con un solo punto e senza segnare, ma è stata anche molto sfortunata. Pelé ha fallito contro il Sudan il rigore della vittoria, mentre contro l’Egitto un gol (fantastico) annullato ingiustamente a Baldé grida ancora vendetta. Il Mago, se non si fosse capito, è decisamente fra i nostri “consigli per gli acquisti” e potrebbe far parte almeno come “riserva” di un’ipotetica top 11 della Coppa d’Africa “overall”.

Patrick Andrade, Capo Verde (mediano, FK Qarabağ Ağdam, Azerbaigian)

Capo Verde aveva bisogno di un pareggio contro il Camerun nell’ultima giornata per qualificarsi al turno successivo. Così è stato, con gli isolani che si sono guadagnati il diritto di affrontare un’altra superpotenza continentale, il Senegal. Nella partita contro i padroni di casa, il centrocampo è stato dominato da Patrick Andrade, mediano che abbiamo visto questo inverno soprattutto in Conference League, dove si è disimpegnato con gli azeri (definizione controversa in questo caso) del Qarabağ.

Ventinove anni il prossimo 9 febbraio, 1.76 a distribuire un fisico ben strutturato, Andrade è un mediano puro con una buona dimensione internazionale. Mancino, classico numero 6, per dirla con la numerazione vintage, Andrade è partito dalla sua Capo Verde, dove ha giocato nella squadra della capitale, lo Sporting Praia, per approdare nel campionato portoghese, passando dal Benfica a diversi altri club lusitani (Ribeirão, Moreirense, Famalicão, Salgueiros). Dal Portogallo, nel 2018 si è spostato in Bulgaria, nel Cherno More Varna, prima di arrivare in Azerbaigian. Carriera che ha seguito una traiettoria del tutto peculiare, ma che potrebbe, alla luce delle ultime prestazioni, riportarlo in Portogallo, magari in un club di medio-alta classifica.

Ahmed Mogni, Comore (centrocampista offensivo, Annecy FC, National, terza serie francese)

La doppietta con la quale Mogni ha steso il Ghana e regalato ai Celacanti la qualificazione al turno successivo, grazie al ripescaggio come ultima delle migliori terze, ha fatto letteralmente impazzire di gioia il popolo isolano. Alla prima partecipazione alla Coppa d’Africa, le Comore, guidate in attacco dal centravanti della Stella Rossa di Belgrado, El Fardou Ben, sono riuscite a strappare i 3 punti decisivi solo all’ultima giornata. Ma che partita! Battere i “brasiliani d’Africa”, le Black Stars ghanesi del CT Rajevac, è un traguardo che vale da solo il prezzo del biglietto aereo da Moroni a Yaoundé.

Dubitiamo ci siano voli diretti, ma non si sa mai. Agli ottavi di finale, allo stadio Olembe di Yaoundé, le Comore si troveranno proprio di fronte i padroni di casa. Mogni gioca in terza serie francese, all’Annecy, dove è il numero 10 della squadra. Ha 30 anni, non è più un ragazzino. Ma dopo questa Coppa d’Africa, che è ben lungi dall’essere chiusa, potrebbe puntare ad un ingaggio quantomeno in Ligue2, dove ha già giocato seppur con risultati altalenanti. Non è mai troppo tardi per riprovarci.

Musa Barrow, Gambia (attaccante esterno, Bologna, Serie A italiana)

L’argomento Barrow è stato da noi già affrontato diffusamente, essendo molto attenti a tutto ciò che concerne la Serie A. L’ex Atalanta è ormai una stella del Bologna nonostante la giovane età (23 anni compiuti). Mihajlovic ci tiene particolarmente a strigliarlo e motivarlo a dovere, talento e rapidità di gambe di certo non mancano. Il Gambia è arrivato secondo, per differenza reti dietro solo al Mali, in un girone complicatissimo in cui ha battuto Mauritania e, soprattutto, Tunisia.

Barrow ha segnato dal dischetto al 90′ nel pareggio contro il Mali, e ha servito l’assist per i gol decisivi di Ablie Jallow sia contro la Tunisia sia contro la Mauritania. Tre gol segnati e uno solo subito (peraltro su rigore) per il Gambia, che lunedì 24 darà parecchio fastidio alla Guinea di Naby Keita e compagni. Il Gambia è una nazionale in enorme crescita, con un grosso bacino di calciatori in Europa, arrivati fra l’altro spesso in condizioni disperate. Come, ad esempio, il centrocampista della Roma Ebrima Darboe. L’impressione è che le prossime qualificazioni alla Coppa d’Africa, quella del 2023, saranno le ultime in cui il Gambia sarà costretto a cominciare dal turno preliminare.

Gabadinho Mhango, Malawi (attaccante, Orlando Pirates, Sud Africa)

La doppietta con la quale l’attaccante di uno dei due club di Soweto (l’altro è il Kaizer Chiefs, per uno dei derby più sentiti al mondo) ha contribuito alla vittoria del Malawi sullo Zimbabwe, festeggiata con una capriola delle sue, è stata decisiva per il passaggio del turno. Il Malawi avrà il dubbio piacere di affrontare il favoritissimo Marocco, il prossimo 25 gennaio. Le Fiamme non hanno molte chance, ma si sono ben disimpegnate in un girone durissimo con Senegal e Guinea, pareggiando con i primi e perdendo contro i secondi.

Mhango non ha reso al meglio contro il Senegal e non ha giocato contro la Guinea, ma senza di lui il Malawi perde profondità e pericolosità. Probabilmente è l’unico in grado di scalfire la difesa marocchina, apparsa non irreprensibile di recente contro il Gabon, seppur a qualificazione ottenuta. Nel girone di qualificazione ai Mondiali, contro Camerun e Costa d’Avorio non è andata benissimo. Ma le performance di questa Coppa d’Africa lasciano aperto uno spiraglio. E chissà che non sia proprio Mhango a sfruttarlo.

El Fardou Ben Nabouhane, Comore (attaccante, Stella Rossa di Belgrado, Serbia)

L’attaccante comoriano, nato a Passamainty, Mayotte (dipartimento d’oltremare francese), classe ’89, è il leader dei Celacanti, nonché il capitano “ideale” della nostra top 11. El Fardou ha preso per mano le Comore e le ha condotte ad un risultato unico, per una nazionale relativamente giovane (affiliata alla FIFA solo dal 2007). Dopo le sconfitte contro Gabon e Marocco nelle prime due gare, un autentico girone di ferro, El Fardou ha segnato il primo storico gol delle Comore al 4′ della sfida contro il Ghana. L’espulsione diretta di André Ayew ha dato certamente una mano ai Celacanti, con El Fardou che ha servito a Mogni il pallone per il secondo gol. Il Ghana ha riequilibrato il match, prima della rete decisiva ancora di Mogni, a cinque giri d’orologio dal 90′.

Le Comore sono una buona squadra, ma l’impressione è che senza El Fardou non sarebbero mai state in grado di ottenere simili risultati. Abituato alle notti europee e ai caldissimi derby di Belgrado, il bomber nativo delle Mayotte non può mancare in questa rassegna. A giugno compirà 33 anni, ma conserva ancora almeno due stagioni ad alti livelli nel serbatoio. Soprattutto se potrà rilassarsi e ritemprarsi, fuori stagione, nelle sue isole.

 

Immagine di copertina tratta da Eurosport: Mohammed Kamara esulta dopo la sua splendida prestazione contro l’Algeria.