Ottavi di finale Coppa d’Africa: Grandi contro Piccole e tanti guai

Ottavi di finale Coppa d’Africa: Grandi contro Piccole e tanti guai

Gennaio 27, 2022 0 Di Luca Sisto

Gli ottavi di finale di Coppa d’Africa ci raccontano delle difficoltà dei top team. Il Senegal, contro Capo Verde, ha avuto bisogno di due espulsioni per espugnare la resistenza degli isolani. Il Camerun contro la matricola Comore, ha approfittato di una squadra decimata dal covid, con un terzino in porta e un rosso diretto al capitano dopo 7 minuti. Hakimi su punizione ha dato la vittoria in rimonta al Marocco contro il Malawi. Cosa succede alle grandi d’Africa? Sindrome da braccino corto? E che dire dei lutti e delle difficoltà organizzative soprattutto delle piccole? Andiamo a vedere nel dettaglio.

Grandi contro Piccole e altri brutti guai

Mario Marinică, allenatore del Malawi, si era lamentato della disparità di trattamento fra le grandi e le piccole.

“Avete mai visto Sadio Mané lavarsi le mutande e stenderle ad asciugare al sole? Perché noi, le Comore, Capo Verde, dobbiamo essere trattati come atleti di seconda classe?”

Una polemica accesa soprattutto nei confronti dei vari comitati organizzatori locali camerunensi. Ma la frecciata è da intendersi, lato sensu, alla stessa CAF. Se il presidente camerunense della FECAFOOT, Samuel Eto’o, è intervenuto in difesa della sua federazione per la questione tamponi – “è un qualcosa interamente sotto la gestione della CAF” – ha ribadito in seguito al fatto che il protocollo anti-covid abbia privato le Comore dell’utilizzo di un portiere di ruolo, la questione si è fatta pressante riguardo spostamenti e trattamento “alberghiero” delle squadre “piccole”.

Nella versione di Marinică il Malawi non avrebbe ricevuto un’accoglienza all’altezza della Coppa d’Africa. Va bene il folklore, ok “l’importante è esserci”, ma l’impressione di molti, anche a causa di alcune situazioni arbitrali (non nel caso di Malawi-Marocco per la verità) concernenti gli ottavi di finale della Coppa d’Africa in particolare, è che per motivi di marketing la gestione sia stata troppo casalinga, favorendo Camerun e Senegal.

Altrove abbiamo affrontato la questione relativa al pre-partita di Camerun-Comore. Gli incidenti, con 8 morti e oltre 40 feriti, 7 dei quali in gravi condizioni, hanno creato un precedente complesso a livello gestionale. Ne è seguito uno scarica barile tra la CAF, col presidente Motsepe in testa, la FECAFOOT e il comitato locale. Samuel Eto’o, che quando era calciatore ha avuto grossi problemi con la sua federazione, corrotta a tal punto da fargli pensare che “sarebbe stato avvelenato”si è trovato da subito dall’altra parte della barricata, in guai molto seri.

Non bastassero le questioni irrisolte dei separatisti dell’Ambazonia e delle regioni anglofone (Limbe è l’unica città non francofona in cui si tengono partite della Coppa d’Africa), nonché la leadership ormai agli sgoccioli di Paul Biya (sono 40 anni che è al potere), si sono aggiunti i gravi fatti dello stadio Olembe e l’incendio di una discoteca di Yaoundé, che ha provocato 17 morti. Eto’o si era prodigato affinché il Camerun fosse finalmente in grado di ospitare la Coppa d’Africa. Una Coppa che aveva subito rinvii e ritardi, come l’inaugurazione dello stesso stadio Olembe, dedicato al presidente Biya. Ma la verità è che, nonostante le prove generali dell’African Nations Championship, il Camerun non era pronto.

I morti all’esterno dello stadio sono la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Motsepe ha già ritirato il suo appoggio ad Eto’o. Di rimando, il multimilionario sudafricano sa che, per svolgere al meglio il suo lavoro di lobby con Infantino e la FIFA, ha bisogno del sostegno delle leggende africane, oltre che di quello politico delle singole federazioni. Eto’o, com’è ovvio, incarna entrambe le sfaccettature di questa politica.

Ottavi di finale di Coppa d’Africa: il trionfo della paura

La paura di vincere, o forse di perdere, due facce della stessa medaglia, l’ha fatta da padrone durante questi ottavi di finale. Tre su otto sono finiti ai rigori. Ieri sera, addirittura, sia Egitto-Costa d’Avorio, sia Guinea Equatoriale-Mali, si sono concluse con un pareggio ad occhiali e con la sconfitta di due grosse rappresentanti dell’Africa Nera. La Costa d’Avorio ha fallito con Bailly l’unico rigore della lotteria, ed è stata eliminata dalla sua bestia nera, i Faraoni di Salah, che ha realizzato l’ultimo tiro dal dischetto.

Dall’altra parte, capitan Nsue ha calciato alto il primo rigore della serie per la Guinea Equatoriale. Il maiorchino, attualmente svincolato, ha passato i successivi 15 minuti con le mani sul volto, senza guardare neppure un tiro. Ma il portiere Owono e i rigoristi della Guinea Equatoriale hanno fatto meglio del Mali, estromettendo Le Aquile e la loro splendida maglia dalla competizione.

Anche il primo degli ottavi di finale della Coppa d’Africa si era concluso ai rigori. Il Burkina Faso aveva condotto per quasi tutta la gara contro un Gabon in 10, grazie al gol di Traore (che nel primo tempo aveva calciato alto un rigore), prima del gol del pari di Ecuele Manga, a tempo ormai scaduto. Gli Stalloni non si sono persi d’animo e l’hanno spuntata, infine, ai penalties.

La Nigeria torna a casa, avanzano Tunisia e Marocco

Se l’Algeria, campione uscente, si è fatta buttare fuori ai gironi, la Tunisia è invece riuscita ad avanzare da ripescata con soli tre punti. E agli ottavi ha incrociato l’unica squadra a punteggio pieno, la Nigeria. La matematica non è un’opinione, il calcio sì. Gli uomini del CT ad interim (già esonerato) Eguavoen sono stati sconfitti da un tiro non irresistibile del tunisino Msakni. Iwobi, entrato da cinque minuti, non ha aiutato la causa facendosi espellere al 65′ per un fallaccio revisionato al Var. Il Marocco ha battuto in rimonta il Malawi, passato in vantaggio con un gran gol di Mhango.

Di En-Nesiry e Hakimi i gol della vittoria. Ancora in rete su splendida punizione l’esterno destro del PSG. La freccia dei Leoni dell’Atlante, cresciuto nel Real Madrid ma divenuto una star prima al Borussia Dortmund, poi all’Inter, ha scherzato sull’argomento affermando che avrebbe parlato con Messi e Neymar per calciare i piazzati anche al PSG. Difficile possa andargli altrettanto bene a Parigi, ma nel frattempo Mbappé, uno che di calcio ne capisce ed è suo compagno di squadra, l’ha eletto “miglior laterale destro del mondo”. A Madrid si staranno mangiando le mani, ma si sa, Carvajal e Vazquez nello spogliatoio contano molto e per Hakimi, forse, non c’era posto.

Ad attendere il Marocco, il derby nordafricano con l’Egitto. Chi passa, in semifinale, troverà la vincente di Camerun-Gambia. Dall’altra parte del tabellone, il Senegal incrocia la Guinea Equatoriale. Tunisia-Burkina Faso stabilirà l’altra semifinalista.

Il Gambia raggiunge i quarti, Camerun e Senegal a fatica

Non poteva che essere Musa Barrow a decidere Gambia-Guinea. Gli Scorpioni, alla loro prima partecipazione, raggiungono i quarti di finale dove se la vedranno con i padroni di casa del Camerun. Numero 150 del ranking FIFA, il Gambia due anni e mezzo fa non si era neppure guadagnato l’accesso ai gironi di qualificazione mondiale della zona africana, perdendo all’andata e al ritorno contro l’Angola, altra nazionale non presente in questa Coppa d’Africa.

Comunque vada, fa sorridere che il Gambia sarà costretto al turno preliminare anche per la prossima edizione delle qualificazioni alla Coppa d’Africa. Ma la nazionale allenata dal belga Saintfiet è in grande crescita, e questa generazione pare destinata al sogno, un tempo irraggiungibile, di giocarsi il tutto per tutto per i Mondiali del 2026, allargati a 48 squadre. Era dai tempi della leggenda sevillana Biri Biri che in Gambia non si nutriva una passione così forte per il calcio, sport nazionale in quella lingua di terra che attraversa il Senegal con capitale Banjul.

Il Senegal ha faticato più del previsto contro Capo Verde. Patrick Andrade è stato spedito negli spogliatoi dall’arbitro algerino Benbraham al 21′, ancora con l’ausilio del Var. Mané ci ha provato, ma la pressione dei Leoni della Teranga era ben contenuta dagli isolani. Fino al 57′ quando lo stesso attaccante del Liverpool si è scontrato col portiere Vozinha poco fuori dall’area. Per l’arbitro è stato il capoverdiano a provocare il contatto con Mané lanciato a rete in una chiara occasione.

I due cadevano a terra tramortiti, ma l’estremo difensore di Capo Verde veniva espulso. Pochi minuti dopo, mischia in area, la palla arrivava ancora a Sadio Mané che la metteVA all’incrocio. Tutto regolare per Benbraham, letteralmente accerchiato dai capoverdiani. Mané si è accasciato al suolo appena concluso il check Var, raggiungendo Vozinha in ospedale. Al secondo minuto di recupero Bamba Dieng chiudeva la partita. Senegal ai quarti, come detto contro il Gambia.

Ottavi di finale Coppa d'Africa Mané Vozinha

Ottavi di finale Coppa d’Africa: Mané e Vozinha in ospedale dopo la paurosa testata. Foto tratta dal profilo FB di Sadio Mané

Le peggiori notizie per le grandi arrivano dai padroni di casa del Camerun. Aboubakar ha raggiunto le 6 reti nella competizione, superando il record personale di Samuel Eto’o e mettendo ancora una volta la sua firma sulla competizione, dopo il gol nella finale del 2017 contro l’Egitto. Ma i Leoni Indomabili, nonostante le piccole Comore avessero il terzino dell’Ajaccio, Chaker Alhadhur, in porta, e fossero in 10 dal 7′ del primo tempo per l’espulsione di Abdou, hanno tirato in porta persino meno degli avversari e solo un grande Onana ha evitato il peggio.

Eroico Alhadhur, mai impiegato da giocatore di movimento nel corso della competizione, che nonostante uno stile rivedibile e alcune situazioni in cui ha letteralmente dimenticato di poter usare le mani, si è opposto come poteva agli attacchi camerunensi, sfruttando tutto il suo corpo. Un fisico non da gigante, magro e alto appena 1.73, da terzino qual è, il volto incredulo e fermo a fissare i guantoni. Eppure, è stato proprio Alhadhur il migliore in campo. Se i Leoni Indomabili vorranno vincere questa competizione, dovranno fare molto meglio di così, già a partire dalla gara contro la sorpresa Gambia.

 

Immagine di copertina: Achraf Hakimi official Facebook account.