La maledizione del Marocco con l’Egitto, il golpe militare burkinabé e non solo

La maledizione del Marocco con l’Egitto, il golpe militare burkinabé e non solo

Gennaio 31, 2022 0 Di Luca Sisto

Il Marocco con l’Egitto deve avere un complesso che dura da 24 anni. Ovvero, dall’ultima volta in cui gli egiziani hanno perso in Coppa d’Africa contro i marocchini. Salvo poi vincere quella competizione. Stavolta, altra bruciante sconfitta dopo quella del 2017. Addio sogni di gloria, per i Leoni dell’Atlante. Bisognerà ora concentrarsi, per Halilhodzic e la sua truppa, sugli spareggi mondiali di marzo contro la Repubblica Democratica del Congo.

Sarà più dura, in quel caso, per l’Egitto contro il Senegal. E chissà che non ne avremo un antipasto in finale tra una settimana. A proposito di classiche, in semifinale ci saranno le due nazionali più titolate d’Africa. Il Camerun, padrone di casa, con 5 trofei. L’Egitto, con 7. Entrambe hanno vinto tre volte la Coppa negli anni Duemila. Il Camerun si giova anche dei successi nel 1984 e nel 1988. L’Egitto nel 1986, nel 1998 e nelle prime edizioni degli anni cinquanta.

Dall’altro lato del tabellone, il Burkina Faso, privo di Dango Ouattara squalificato, match winner contro la Tunisia, sfiderà un’altra nazionale rimasta sempre a bocca asciutta nella competizione, il Senegal. I Leoni della Teranga hanno messo fine alla favola della Guinea Equatoriale, che sognava la semifinale come nell’edizione casalinga del 2015. Reduci dalla finale persa contro l’Algeria, gli uomini di Aliou Cisse puntano finalmente al primo alloro continentale, dopo le ottime figure ai Mondiali dal 2002 in poi. Delle quattro, gli Stalloni sono gli unici a non aver mai partecipato ai Mondiali. Dovranno aspettare almeno altri 4 anni.

Marocco contro Egitto: questione di centimetri o di storia?

Era il lontano marzo 1976, 46 anni fa, quando il giorno 9 un gol di Zahraoui a pochi minuti dal 90′ permetteva al Marocco di battere l’Egitto e cominciare col piede giusto il girone finale della Coppa d’Africa. Quella squadra dava il meglio di sé negli ultimi minuti di gara. Due giorni più tardi, un’altra vittoria per 2-1, contro la Nigeria, con la rimonta consumata fra l’82’ (Faras, già a segno contro l’Egitto) e l’87’ (Guezzar). E che dire della gara decisiva contro la Guinea: bastava il pari, e pareggio fu, col brivido. Al gol di Souleymane nel primo tempo, rispose Baba all’86’. I Leoni dell’Atlante, il 14 marzo 1976, ad Addis Abeba, si laureavano campioni d’Africa per la prima volta. Ad oggi, l’unica. Nonostante le diverse eccellenti generazioni che questa terra ha saputo regalare al calcio, in particolare ai Mondiali del 1986 e del 1998.

Marocco 1976

Marocco  campione d’Africa nel 1976 (foto Cafonline.com)

Questione di storia e di numeri. Quando ieri pomeriggio si sono riaffrontati Marocco ed Egitto, i primi non battevano in gare ufficiali della Coppa d’Africa i Faraoni  dal 1998, in Burkina Faso. Fu un gol di Mustapha Hadji nei gironi ad illudere una delle migliori edizioni del Marocco di poter rivincere la Coppa. Cinque giorni più tardi, ai quarti, il Sudafrica impose la sconfitta ai marocchini, trovando la strada della finale proprio contro l’Egitto. Quest’ultimo la spuntò, tornando sul tetto d’Africa dopo 12 anni grazie ai gol di Ahmed Hassan e Mostafa Tarek.

Mentre il Marocco collezionava al massimo un secondo posto nell’edizione vinta dalla Tunisia nel 2004, l’Egitto trionfava nel 2006, nel 2008 e nel 2010, diventando la bestia nera del Camerun. Nonché l’unica nazionale a vincere la Coppa tre volte di fila. Le due nazionali nordafricane si sono riviste nel 2017, agli ottavi di finale, quando l’Egitto vinse col minimo scarto per 1-0 (gol di Kahraba all’88’) prima di arrendersi al il Camerun in finale, con i Leoni Indomabili che si presero una bella rivincita. Fu Aboubakar a segnare il gol del decisivo 2-1 all’89’.

Arbitro di quella sfida, curiosamente, lo zambiano Sikazwe, che abbiamo “ammirato” in quest’edizione mentre fischiava per due volte la fine della gara fra Mali e Tunisia prima del 90′, costringendo le squadre a tornare in campo e innescando le proteste ufficiali dei tunisini. Le Aquile di Cartagine avranno la possibilità di rifarsi contro il Mali in occasione dei playoff mondiali di marzo.

E dire che la partita contro l’Egitto, per il Marocco, si era messa subito in discesa. Grazie al rigore realizzato al 7′ da Sofiane Boufal. Il Marocco di Halilhodzic ha abbassato terribilmente il baricentro, consentendo all’Egitto di venir fuori col palleggio, ma difendendo bene l’area di rigore. L’intervallo ha calmato fin troppo i bollori dei marocchini. Pochi minuti della seconda frazione, ed è salito in cattedra Salah. Corta respinta su azione d’angolo di Bounou, o Bono, come scritto sulla casacca da portiere in quel di Siviglia, e gol facile facile di Momo’. Spiriti che sono tornati a ribollire in occasione della rissa scatenatasi nel secondo tempo a seguito di uno scontro fra Hakimi e Mohamed Mostafa. Un po’ di piccante in più in una sfida che non ha bisogno di motivazioni ulteriori fra due squadre e due tifoserie rivali. Ma sempre con rispetto.

Marocco Egitto

Rissa Marocco Egitto al 78′ (getty images via sportmediaset.it)

La parata di Gabaski, portiere egiziano dello Zamalek, nel secondo tempo, con la palla deviata contro la traversa, aveva fatto gridare al gol i marocchini, che ne avranno dette di tutti i colori al sostituto di El-Shenawy, suo rivale in campionato nell’Al Ahly, ancora infortunato. Sicché, anche Gabaski non ha retto al fastidio muscolare. A inizio supplementari ha lasciato il posto all’esordiente Mohamed Sobhi, 22enne portiere del Pharco e della nazionale olimpica. Poco male per gli egiziani. La finta con la quale Salah ha mandato fuori tempo Nayef Aguerd e messo la palla sul secondo palo per l’accorrente Trezeguet, è risultata essere la giocata decisiva della partita. Difficile consolare Hakimi e compagni, dopo un torneo in cui in molti l’avevano ritenuta la selezione più attrezzata per la vittoria finale.

Il Burkina Faso in semifinale nel bel mezzo di un golpe militare

Qualcuno si è detto sorpreso dalla vittoria del Burkina Faso contro la Tunisia. In effetti, il catenaccio adottato dalle Aquile di Cartagine si era rivelato vincente contro la fortissima Nigeria, pur priva di Osimhen. Ma nei gironi aveva già pesantemente scricchiolato, con una sola vittoria contro il fanalino di coda Mauritania e due sconfitte di misura contro Mali e Gambia. Il Burkina Faso, che aveva perso solo dal Camerun grazie a due rigori di Aboubakar, ha vinto con merito grazie all’impetuosa azione personale di Dango Ouattara. Non granché di cui sentirsi meravigliati, quindi, se l’allenatore tunisino Kebaier è stato esonerato immediatamente dopo la sconfitta con gli Stalloni. Per lo spareggio mondiale contro il Mali, dovrebbe sedersi in panchina il suo ex assistente Jalel Kadri.

Cos’hanno in comune Mali e Burkina Faso, oltre ad aver battuto la Tunisia durante questa Coppa d’Africa? Sono due degli ultimi Paesi dell’Africa Occidentale ad aver assistito ad un golpe militare. Nel caso dei burkinabé, proprio durante la Coppa d’Africa il presidente Roch Kaboré è stato messo in arresto dalla giunta militare. Il Tenente-Colonnello Paul-Henri Damiba si è presentato solo due giorni fa col primo discorso alla nazione, cercando di rassicurare tutti sulle condizioni del presidente, che si troverebbe nella sua dimora, e sulla futura possibilità per il Burkina Faso di ricorrere a nuove elezioni. I motivi del golpe sarebbero da rintracciare nell’insuccesso del governo nell’attività di contenimento delle incursioni islamiste nel territorio. Motivazione molto simile a quella già paventata in Mali solo 8 mesi fa.

Scrivevamo qui del dramma dei 700.00 migranti del Burkina Faso a febbraio 2020. Il numero è raddoppiato negli ultimi due anni e, a quanto pare, ciò ha causato l’insoddisfazione popolare che i militari hanno pensato di sfruttare detronizzando Kaboré. Nel frattempo, il blocco regionale dei Paesi dell’Africa Occidentale, Ecowas, ha ammonito severamente e sospeso il Burkina Faso alla vigilia di un summit d’emergenza per valutare la situazione.

Mali e Burkina Faso non sono le sole in questa Coppa d’Africa ad aver avuto problemi del genere. Nella mente di tutti gli appassionati e studiosi del continente, resta anche il discorso del Colonnello Mamady Doumbouya alla nazionale della Guinea, pochi mesi dopo aver messo in atto un colpo di Stato militare ai danni del presidente Alpha Condé. Ironia della sorte, era stato proprio l’83enne Condé, nel 2018, a chiedere il rientro in patria del carismatico militare 41enne, un tempo parte della legione francese, per riportare l’ordine nel Paese. Il nuovo leader della Guinea è, ad oggi, il secondo più giovane di uno Stato africano. Solo il Colonnello Assimi Goïta, protagonista del golpe in Mali di maggio 2021, è più giovane di lui, essendo classe ’83.

I Leoni Indomabili dal cuore d’oro e una coppia d’attacco micidiale

Il Camerun ha segnato 11 gol in questa Coppa d’Africa, risultando il miglior attacco. Sei le reti messe a segno dal capitano Vincent Aboubakar, tornato titolare in nazionale a furor di popolo dopo il gol decisivo nella finalissima del 2017, contro l’Egitto, che ritroverà a breve. Cinque i gol di Karl Toko-Ekambi. L’attaccante esterno del Lione ha letteralmente asfaltato da solo il Gambia, prima di testa (bel centro di Collins Fai) e, successivamente, con un puntuale inserimento sul secondo palo su cross radente del veronese Hongla.

Vincent Aboubakar e Karl Toko Ekambi (goal.com via twitter)

Vincent Aboubakar e Karl Toko Ekambi (foto goal.com via twitter)

Nel frattempo, i camerunensi hanno deciso di devolvere parte dei premi in denaro per le gare vinte in Coppa ai parenti delle 8 vittime degli incidenti all’esterno dello Stadio Olembe. Leoni dal cuore d’oro.

I padroni di casa sono favoriti a questo punto. Ma l’ex leggenda dei pali, oggi opinionista sportivo, Joseph-Antoine Bell, avverte: “fino ad ora il Camerun non ha incontrato nessuna grande squadra. Con l’Egitto non sarà facile”. C’è da credergli, per quanto il Burkina Faso, protagonista della gara inaugurale contro i Leoni Indomabili, è arrivato in semifinale dall’altra parte con il Senegal. Del resto, l’Egitto visto contro il Marocco è stato senza dubbio il migliore fino a questo momento. I Faraoni avevano esordito perdendo contro la Nigeria. Avevano sconfitto la Guinea-Bissau solo grazie ad un gol inspiegabilmente annullato a Mama Samba Baldé. E avevano superato la Costa D’Avorio ai rigori. Di certo, non è una nazionale che molla colpi. E con un Salah così, tutto è possibile. Anche tornare a battere il Camerun per la prima volta dai quarti di finale dell’edizione 2010. Proprio l’ultima dei Faraoni.

 

Immagine di copertina: africafootunited.com