Napoli-Barcellona, la preview in 5 punti
Febbraio 13, 2022 0 Di Luca SistoSarà la seconda edizione ufficiale di Napoli-Barcellona. Il Napoli, qualificato al turno successivo di Europa League sul fil di lana, da secondo, troverà i catalani “retrocessi” dalla Champions League. A due anni di distanza dal precedente in Champions, “dilazionato” in 6 mesi a causa dello scoppio della pandemia, le due squadre sono oggi molto diverse. Analizziamo la sfida in 5 punti.
Xavi e il nuovo corso del Barça
Il fallimento del progetto Koeman, come ho scritto su Sottoporta, poggiava su basi tecniche e politiche. L’avvento di Laporta e la partenza di Messi sono state decisive, ma i problemi sono di lungo corso. La crisi economica, ad esempio, accentuata dalla pandemia e dal naufragio (forse momentaneo) del progetto Superlega.
Acquisti finanziariamente e tecnicamente nocivi (Griezmann, Coutinho, lo stesso Dembelé, 240 mln di euro in due), hanno accelerato il cambiamento che gli scarsi risultati, soprattutto negli scontri diretti con Real e Atletico, hanno reso inevitabile dopo la sconfitta di Vallecas. Quella di Xavi è una restaurazione dell’identità catalana che, unitamente a quella olandese, caratterizza ogni corso del Barcellona dai tempi di Cruijff.
Del resto, gente come Pedri e Gavi, lanciata in nazionale da Luis Enrique, è stata promossa in prima squadra da Koeman. Il quale però non ha mai trovato la quadra fra giovani e veterani. Dopo la sconfitta, terrificante, dei quarti di Champions del 2020 contro il Bayern Monaco, Vidal ebbe a dire che “Il Barcellona non può contare su 13 calciatori più La Masia”. E ha presto fatto le valigie insieme a tutti i campioni acquistati dal Barça a peso d’oro, come Suarez (acquisto riuscitissimo, cessione dolorosa) e Griezmann (fallimento totale).
Xavi, nelle prime battute, nonostante l’uscita di scena dalla Champions e le questioni tecniche in sospeso, è sembrato voler sposare, almeno in Liga, la linea verde. Di contro, nella sconfitta contro il Bayern per 3-0 dell’8 dicembre, ultima spiaggia per il passaggio al turno successivo, che ha sancito l’eliminazione dei catalani in favore del Benfica, l’età media degli 11 titolari di Xavi e di quelli di Nagelsmann era la medesima, 26.9 anni. Il nuovo tecnico ha provato ad affidarsi alla vecchia guardia, ma è sbattuto violentemente contro il muro di una delle cinque migliori squadre d’Europa.
Contro il Napoli potrebbero vedersi tutti i talenti in rampa di lancio e quelli già affermati con Koeman. Fra i nuovi acquisti, spazio a Ferran Torres, prelevato a peso d’oro dal City. E Adama Traore, ala tutta potenza e fisico da football americano, che è tornato alle origini, essendo cresciuto calcisticamente proprio nel Barça. Cercherà di convincere la dirigenza a riscattarlo dai Wolves. Difficile un impiego dal primo minuto per l’altro ex Premier Aubameyang, arrivato dopo la fine del rapporto con l’Arsenal.
Il club è lontano dalle prime posizioni in campionato e il quarto posto non sarà facile da conseguire. l’Europa League potrebbe essere un biglietto d’ingresso favorevole per la Coppa dalle Grandi Orecchie. Il Barcellona tornerà dove meglio compete, ma ci vorrà tempo. Un indizio della squadra che partirà titolare contro il Napoli potrebbe venire dalla partita contro l’Espanyol. Pedri, Gavi, Frankie De Jong e Busquets contemporaneamente in campo. Lo stentato pareggio nel derby farà cambiare idea a Xavi?
La percezione dei tifosi su Napoli-Barcellona
Curiosamente, il Barcellona era visto dai napoletani come il peggior accoppiamento possibile. Viceversa, il rocambolesco secondo posto nel girone di EL con lo Spartak Mosca (primo anche grazie al rigore fallito dal Legia all’ultimo minuto), e l’eliminazione del più quotato Leicester, unitamente al terzo posto in Serie A (quarto al momento dei sorteggi, dopo un inizio da 8 vittorie di fila), hanno fatto disperare i tifosi catalani per la difficoltà della sfida. La formula aggiornata dell’Europa League costringerà quindi le due formazioni a uno spareggio critico.
Il mercato ha dimostrato che il Barcellona è ancora appetibile. Messi è un capitolo chiuso, il Barça, invece resta.
Due momenti diversi
Il Barcellona è uscito bene dal mercato invernale. In particolare l’acquisto di Ferran Torres, Traore e Auba ha galvanizzato un attacco privo di Ansu Fati, di nuovo infortunato, e con Aguero costretto al ritiro per i noti problemi cardiaci. Xavi viene da una lunga rincorsa alle posizioni di vertice in campionato. Il pareggio 2-2 con gol di Luuk De Jong al 96′ nel derby contro l’Espanyol ha riportato i blaugrana al quarto posto, in coabitazione con l’Atletico Madrid e a 3 punti dal Betis, che ha una gara in più.
Il Napoli fra gennaio e febbraio ha pareggiato con la Juventus in trasferta, ha vinto quattro partite senza gli africani in Coppa d’Africa, e ha pareggiato contro l’Inter al Maradona nella partita che avrebbe potuto portare gli azzurri al primo posto momentaneo. L’Inter mantiene una lunghezza di vantaggio ma ha da recuperare la gara col Bologna. Il Milan ha vinto con la Sampdoria ed è lontano due punti. Resta a -7 la Juventus, che ha pareggiato contro l’Atalanta a Bergamo al 92′. Gli orobici sono al quinto posto con una gara da recuperare.
Il futuro prossimo di Napoli e Barcellona passa da una qualificazione alla Champions League. Se la seconda coppa europea sarà un obiettivo reale di una delle due squadre, lo scopriremo solo dopo questo complicatissimo spareggio.
Una tradizione molto diversa nelle Coppe
Altra curiosità. Il Napoli ha all’attivo una Coppa UEFA, nel 1989. Il Barcellona non ha invece un buon rapporto con questa competizione, nella quale non è mai andata oltre le semifinali. Inutile impostare il discorso sulla Coppa delle Coppe o sulle Champions del Barcellona. La comparazione non si pone. Parliamo di quella che per quindici anni è stata una delle squadre da battere in Europa.
Si giocherà, anche, nel segno di Maradona, che in terra catalana ha speso due anni della sua carriera, prima di essere acquistato da Ferlaino nel giugno del 1984. Era, sulla carta, una delle migliori versioni di Diego. Ma l’epatite alla prima stagione e l’infortunio a causa del “Macellaio di Bilbao” Andoni Goikoetxea nella seconda, ne hanno minato le prestazioni, fino all’epilogo triste e violento della finale di Copa del Rey persa contro l’Athletic. Nel video qui sotto, pubblicato dalla pagina FB Storia del Calcio Spagnolo, Juri Gobbini e il sottoscritto raccontavano l’avventura controversa di Diego a Barcellona.
Il precedente Napoli-Barcellona: troppe differenze
Il Barcellona del febbraio 2020 era molto diverso da oggi. C’era Messi, c’era un altro presidente come Bartomeu, col quale si sarebbe scontrato di lì a breve. C’era Griezmann, che avrebbe pareggiato il gol del vantaggio di Mertens. Non c’era Koulibaly, infortunato, che stavolta, dopo un periodo out sempre per infortunio fra novembre e dicembre, ha recuperato in tempo per vincere la Coppa d’Africa e tornare a Napoli. Suarez giocò invece la gara di ritorno, a ben sei mesi dalla gara d’andata, dopo l’interruzione per la pandemia.
Il Barcellona del mese di agosto 2020 superò il Napoli di Gattuso per 3-1, in una prova senza appello. Il Napoli aveva vinto la Coppa Italia in giugno, alla ripesa dei tornei, e da lì aveva giocato superficialmente in campionato, lontano dalle posizioni Champions, per concentrarsi sulla sfida del Camp Nou. Un appuntamento a cui gli Azzurri arrivarono comunque impreparati, fisicamente, mentalmente e tecnicamente. Nonostante un Barça in crisi, superato nettamente dal Real in campionato. Fu quella l’ultima vittoria del Barcellona in una fase ad eliminazione diretta della Champions League. Sarebbe arrivata l’eliminazione per 8-2 ai quarti, in gara secca, contro il Bayern. E quella nella stagione successiva contro il PSG agli ottavi.
Di Napoli-Barcellona 2020 ricordo soprattutto i primi tifosi, principalmente stranieri, allo stadio con la mascherina. E tutto ciò che è stato il dopo. Dal prossimo Napoli-Barcellona mi aspetto una grande partita, giocata a viso aperto, ma bisognerà vedere su quali ritmi. La sopresa, in ogni caso, è dietro l’angolo.
Immagine di copertina: SSC Napoli.