Mbappé Settebellezze

Mbappé Settebellezze

Febbraio 16, 2022 0 Di Luca Sisto

Se Kylian Mbappé fosse un personaggio di un film di Lina Wertmüller, sarebbe probabilmente Pasqualino Settebellezze, alias Giancarlo Giannini. Un immenso Giancarlo Giannini, così come straordinario è l’attaccante francese.

Quando, a fine partita, è andato verso la curva parigina, allargando le braccia, per lasciarsi tributare il meritato applauso, è apparso chiaro chi fosse il leader silenzioso di questo PSG. Gli stessi tifosi di uno dei club più ricchi del mondo, nella città più affascinante d’Europa, culla tanto dell’aristocrazia più snob quanto del sottoproletariato urbano delle banlieu, ricche di una vita spinta da generazioni di immigrati africani.

Mbappé è l’idolo di tutte queste realtà contemporaneamente. Della Parigi da stadio, da pub, e di quella da poltrona Poliform e villa con vista Eiffel. 

Settebellezze. Come il 7 sulla schiena. Il numero di chi in campo assume, come l’acqua, la posizione fluida che concede la difesa. Mbappé, in assenza di Neymar (ma anche con l’ingresso del brasiliano), si è piazzato sulla sinistra dell’attacco. Ha ridicolizzato Carvajal in più di un’occasione. Rigore compreso, gentilmente piazzato da Messi verso le braccia protese di Courtois, unico giocatore oltre la sufficienza in un Real in balia dell’avversario, incapace di puntare ad altro che non fosse un pareggio ad occhiali a cui solo Gianni Brera e Carlo Ancelotti avrebbero potuto prestare il fianco. Sì, Carlo. Convinto che non ci sarà una partita di ritorno come questa al Bernabeu. E fa bene. Mancheranno Casemiro e Ferland Mendy squalificati, toccherà correre ai ripari, magari oltrepassando la metà campo. Sarebbe un buon inizio.

La heatmap di Mbappé vs il Real Madrid (sofascore)

Settebellezze. Come sette sono i campioni che lo affiancano nel PSG. E non che gli altri siano dei fessi. Ma tra Di Maria, Neymar, lo stesso Messi, un magistrale Verratti, Donnarumma, Hakimi e Marquinhos, il più forte in questo preciso momento storico è Kylian Mbappé. Le sette splendide “sorelle” del francese di origini algerino-camerunensi sono di tutto rispetto, fra le più adorate e richieste sul mercato. E di richieste, a proposito di quotazioni, Mbappé ne ha parecchie.

Ma una in particolare è quella per la quale lascerà il PSG: un’offerta da 50 mln annui, si dice, per diventare l’uomo simbolo del futuro madridista. Parliamo di un classe ’98 che il 20 dicembre ha compiuto 23 anni, che è al top della sua forma fisica. Campione in carica del mondo e della Nations League. Al netto del rigore sbagliato contro la Svizzera e costato alla sua Francia l’eliminazione dagli Europei, un curriculum individuale pressoché immacolato.

Aveva già sfiorato il gol in un paio di circostanze, ieri sera. Con due spunti da centravanti vero, sui quali Courtois non si è fatto comunque pregare. Quando Ancelotti ha sostituito Carvajal con Lucas Vazquez, per dare respiro alla fascia martoriata dal 7, non poteva immaginare ciò che sarebbe accaduto al minuto 93. Il tacco di Neymar è geniale. Mbappé è però isolato sulla fascia, nessuno nel mezzo. Contro di lui appunto Lucas e Éder Militão in raddoppio, non due polli, ma quella è la figura che gli ha fatto fare Mbappé.

La legge dell’impenetrabilità dei corpi va a farsi friggere. Mbappé passa con un guizzo da Fenomeno, o da vintage CR7, i suoi idoli, e batte il portierone belga con un piattone sotto la gamba sinistra troppo distesa dell’estremo difensore madridista, che si aspettava un diagonale più “aperto” sul secondo palo. Il PSG, intendiamoci, ha meritato di vincere. Non fosse stato per la scarsa vena di Messi e Di Maria e per le parate di Courtois, il passivo per il Real sarebbe stato ben peggiore.

La pressione asfissiante dei parigini non ha permesso al Madrid di servire palloni puliti per Benzema e Vinicius Jr.; Danilo ha fatto da diga per il Paris mentre un divino Verratti e un ottimo Paredes hanno gestito il possesso con l’appoggio di Di Maria e Messi, impiegato da vertice alto di un ipotetico rompo di centrocampo. Di Maria costringeva Ferland Mendy e Alaba e tenere alta la guardia. Messi aveva licenza di occupare la posizione di volta in volta ideale. Mbappé ha fatto praticamente quello che voleva.

A nulla è servita l’opera di depauperamento del nostro Pasqualino Settebellezze ad opera dei giornali spagnoli cari al Madrid. “Ha già firmato”. “Vuole solo il Real”. Sarà. Mbappé ieri indossava la maglia brandizzata Jordan del PSG. E la differenza, che per tutta la gara è stata ben visibile, l’ha concretizzata lui, letteralmente dal nulla, poco prima del triplice fischio dell’arbitro.

 

Immagine copertina: riadattamento di foto dal profilo FB della UEFA Champions League.