Franco Battiato fra calcio e musica: libero di creare
Marzo 23, 2022La Voce del Padrone (1981, etichetta EMI) è stato per me un disco rivelazione. Mi ha fatto comprendere come nell’epoca dell’elettropop e del sintetizzatore, in Italia si potesse fare musica d’autore.
Franco Battiato nasce a Jonia, il 23 marzo 1945, un comune che pochi mesi dopo avrebbe cessato d’esistere. Solo pochi anni di “vita”, per un comune sorto per decreto fascista, Jonia univa Giarre e Riposto, che alla fine della seconda guerra mondiale si sarebbero separate di nuovo.
Franco Battiato è stato un rivoluzionario, un maestro per certi versi inarrivabile. Ed era anche un appassionato calciatore, con caratteristiche prettamente difensive.
Curiosamente, è considerato uno dei primi in Sicilia ad aver interpretato il ruolo di “libero” nel calcio, sport a cui la sua vita è legata a doppio filo.
A 12 anni, col suo nasone, descritto in “Fisiognomica”, si stampa contro un palo per salvare un gol. A quell’episodio si deve la riconoscibile curvatura dello stesso.
Nelle giovanili dell’Akragas, un giorno si trova al cospetto di un attaccante letteralmente imprendibile. Pietruzzo lo chiamavano. Se ne accorgerà la Juventus e diventerà piuttosto decisivo nella storia bianconera e in nazionale.
I migliori anni da calciatore li regala nella splendida località balneare fra Messina e Catania, Riposto appunto, fra i dilettanti siculi. Col Riposto si guadagna, al termine di una grande stagione, la risalita in Promozione, ma retrocedendo d’ufficio per mancanza di fondi.
Famoso, come racconta, un suo autogol, ininfluente per la vittoria del campionato, che segna l’unica sconfitta del Riposto contro l’Acireale. I suoi stanno attaccando da 90 minuti, fino a che, alla ricerca del gol, subiscono un contropiede. L’ala destra dell’Acireale scatta sul fondo e mette al centro. Battiato nel tentativo di anticipare il taglio dell’ala sinistra si getta sulla palla in spaccata volante, realizzando un meraviglioso autogol.
“Bello come quelli di Comunardo Niccolai”, si disse.
Vent’anni dopo viene invitato a giocare nella nazionale cantanti, all’apice della sua carriera di musicista, contro la rappresentativa della lega femminile.
“L’attaccante della selezione donne mi scappò via rapidamente, non potevo sopportare da ex calciatore di essere superato così, quindi feci uno sforzo in più per . Vidi il campo girarmi intorno alla testa, e chiesi il cambio. Non giocavo da 22 anni e non era il caso di restarci secchi”.
E gira tutto intorno alla stanza, verrebbe da dire, mentre si danza.
Dopo la breve parentesi da calciatore, Franco Battiato si trasferisce a Milano e studia a fondo per diventare musicista. Esordisce a 27 anni con Fetus, primo dei suoi 42 album. Con L’Era del cinghiale bianco nel 1979 arriva la consacrazione con una major, la EMI. Un anno dopo pubblica Patriots, ma è nel 1981 che con La Voce del Padrone raggiunge vette inesplorate della musica italiana. Non solo per le vendite, ma per l’eredità musicale che quell’album ci lascia, influenzando tutto ciò che verrà dopo. Un autentico “centro di gravità permanente” attorno al quale ruoterà la discografia pop “impegnata” degli anni ’80.
Il 18 maggio 2021, Franco si è spento, a Milo, nella sua Sicilia. Un professore della musica, in egual modo chi lo ricorda in campo, da giovane, lo descrive. E guardando la foto che abbiamo scelto per la copertina, con la nazionale cantanti, non riesce difficile immaginarlo leader dell’orchestra del “pacchetto arretrato”. Libero sì, ma di creare.
Immagine di copertina: Ragusa news