L’Italia dei 60 milioni di allenatori a casa per Qatar 2022
Marzo 25, 2022Tutto quello che poteva andare male, da settembre ad oggi, è andato male.
Al contrario, agli Europei, tutto ciò che doveva andare bene, è girato per il verso giusto.
Basterebbe questo per spiegare, in parte, l’inspiegabile. Come può la nazionale campione d’Europa, arrivare seconda in un girone con Svizzera, Bulgaria, Irlanda del Nord, e perdere in casa la semifinale degli spareggi d’accesso ai Mondiali di Qatar 2022, contro la Macedonia del Nord?
È quello che i 60 milioni di allenatori italiani si stanno chiedendo. Qualcuno, pensando già all’eventuale spareggio contro il Portogallo, si sentiva pronto a fare il funerale alla nazionale di Mancini. Qualcun altro faceva timidamente notare che bisognava prima battere la Macedonia del Nord, una nazionale in crescita, che ha presenziato per la prima volta agli Europei e che ha vinto 2-1 in Germania nei gironi di qualificazione.
Una nazionale priva del napoletano Elmas, squalificato, del suo padre putativo Goran Pandev, e del centravanti Nestorovski non avrebbe dovuto rappresentare un pericolo. Ma il calcio è quello sport dove vincere ai punti non basta se non la butti dentro, e capita che un ex palermitano, proprio al Barbera, un Trajkovski qualunque, fulmini da 25 metri al 93′ Gigio Donnarumma. Uno dei migliori al mondo, reduce da due settimane in cui il peso del pallone è diventato da leggero a insostenibile per chiunque. Prima l’errore che ha dato il via alla rimonta del Real in Champions. Poi i 3 gol incassati a Monaco in una Ligue1 che i suoi giocano in pantofole. Infine, il gol che, seppur non per sua colpa, si porterà dietro per il resto della carriera.
Un destino che quattro anni e mezzo fa condivise Gigi Buffon, con quella maledetta deviazione che lo mise fuori causa e regalò i mondiali alla Svezia. L’Italia non saltava la massima rassegna iridata dal 1958. La vittoria agli Europei aveva illuso un po’ tutti. Ora un’intera generazione, ammesso e non concesso che si vada ai Mondiali a 48 squadre del 2026, non avrà mai visto la nazionale in Coppa del Mondo. Dodici anni di attesa, forse. E non che nel 2010 e nel 2014 l’Italia abbia regalato spettacolo. Uscendo al primo turno contro selezioni non imbattibili. L’Italia Qatar 2022 la guarderà il prossimo inverno al calduccio del divano di casa.
Molti calciatori della serie A vedranno i loro compagni partire per un Mondiale odioso già di suo. Una marchetta di soldi e corruzione che la FIFA ha organizzato, pena la cacciata di tutti i votanti, nel deserto tecnico del piccolo ma ricco Stato arabo.
Se boicottaggio doveva essere, l’Italia ha inscenato la protesta in grande stile, regalando al Portogallo un’occasione più unica che rara dopo la malsana eliminazione patita in casa dalla Serbia.
Ognuno da ieri sera ha potuto farsi la sua opinione. Ne abbiamo sentite e ne sentiremo di tutti i colori. Resta la delusione per un progetto affidato a Roberto Mancini fino al 2026, che aveva portato al record d’imbattibilità e alla seconda vittoria nella storia degli Europei. Ciò nonostante evidenti carenze tecniche e strutturali. L’Italia ha vinto con merito e di rigore. Ed è stata eliminata demeritando e di rigore. Jorginho, non dimentichiamolo, è il centrocampista campione d’Europa con club e nazionale nel 2021. Quello che in semifinale aveva fulminato Unai Simon dal dischetto con la leggerezza di un bambino al parco giochi.
Da lì in poi ne ha falliti tre. Uno non decisivo in finale contro l’Inghilterra (segnando l’Italia avrebbe vinto, ma ci ha pensato Donnarumma a neutralizzare il tiro successivo di Saka). E i due con la Svizzera contro Sommer, il secondo dei quali, generoso, spedito in curva all’Olimpico nell’ultima azione della partita.
Possiamo scegliere a chi gettare la croce addosso. A Insigne, Immobile, alla sfortuna che ci ha privato di Chiesa e Spinazzola. Agli esterni di difesa, ai centrocampisti che non calciano da fuori area. A Jorginho, a Donnarumma. Oppure a Mancini, al movimento nella sua interezza. Alla federazione.
Ma da domani, anzi da oggi, è già tempo di guardare avanti, a Germania 2024 e USA-Canada-Messico 2026. Vent’anni senza vincere una partita ad eliminazione diretta ai Mondiali sono tanti, troppi. Facciamo che non diventino 24.
Vi diranno che è tutto da buttare. Tutto da rifondare. Che la colpa è dei troppi stranieri e dei pochissimi giovani italiani con spazio in serie A. Vi diranno che bisogna ripartire dalla tecnica di base nelle scuole calcio. Porteranno le solite soluzioni a problemi sempre diversi di generazioni ogni giorno meno affezionate al dio pallone. Penserete che la vostra idea è migliore di quella di chi comanda.
Liberi di farlo. In campo si va in 11 contro 11. E l’Italia ha perso contro la Macedonia del Nord. Con tutto il rispetto, abbiamo toccato il fondo, dopo aver assaggiato l’aria del cielo solo otto mesi fa.
Domani è un altro giorno, si vedrà.
Immagine di copertina via skysport.it