Il Real Madrid ha vinto la Champions minando le certezze di Klopp

Il Real Madrid ha vinto la Champions minando le certezze di Klopp

Maggio 29, 2022 0 Di Luca Sisto

Il Real Madrid ha vinto la Champions battendo in finale il Liverpool, in una gara non indimenticabile quanto a spettacolo dentro e fuori dal campo, ma giunta al termine di un percorso epico da parte del Madrid. La rosa a disposizione di Ancelotti non era forse la più completa. Eppure, negli uomini chiave, i merengues si sono dimostrati superiori agli avversari.

Il Real Madrid e la Champions Decimocuarta: un cammino epico

Quando oltrepassi ostacoli come PSG, Chelsea, City e Liverpool nessuno può permettersi di denigrare un simile successo, appellandosi al caso e alla fortuna. Componenti queste che incidono, certo, ma che sono propedeutiche ad una narrazione in cui tradizione, storia, leggenda e talento convergono in un unico punto. Cioè a dire, quello in cui Real Madrid fa rima con Champions League. Sono quattordici con questa, vecchia e nostalgica denominazione compresa.

Difficile contare tutte le volte in cui il Madrid sembrava spacciato nella fase ad eliminazione diretta. Quando a sopraggiungere, con i blancos sotto nel punteggio, era l’ineluttabile spirito di Juanito, più volte evocato da stampa e tifosi, quasi come a giustificare una superiorità tecnica e mentale acquisita per dovere dinastico.

E ancora, nella quarta Champions vinta da allenatore da Carlo Ancelotti, coppe equamente divise fra Milan e Real, a cui vanno aggiunte le due conquistate da calciatore con i rossoneri, tanti sono gli ex e gli uomini mercato sconfitti lungo il cammino.

A cominciare dal PSG, condotto sulla trequarti dal nemico giurato Messi, e trascinato da Mbappé, il quale manco a farlo apposta ha declinato la corte di Pérez per rifirmare a Parigi a cifre letteralmente folli neppure una settimana fa. Quella stessa città e quello stesso stadio in cui 41 anni fa il Real soccombeva contro il Liverpool in una delle tre finali giocate fra i due club. Ancora a Parigi, ma a Saint-Denis, il Madrid ieri ha fatto valere tutta la sua leggendaria aura di coppa.

E che dire di Sergio Ramos, capitano di mille battaglie, reduce da una stagione quasi sempre vissuta ai box, come già accaduto a Madrid prima di accasarsi al PSG: sostituito da Alaba, forte di un contratto simile, con l’austriaco che ha bissato il trionfo del 2020, vissuto in piena pandemia da giocatore del Bayern. Ha avuto ragione il Madrid.

Un Benzema da pallone d’oro

Cosa aggiungere al canto fatale dei portieri che si sono ritrovati contro Benzema. Considerato la spalla ideale di CR7, si è dimostrato altrettanto longevo ma persino più decisivo. Per il franco-algerino, come per Marcelo, Toni Kroos (una col Bayern), Nacho, Modric, Isco, Casemiro, Carvajal, Bale, si tratta del quinto titolo di campione d’Europa.

Il gol di Vinicius regala al Real Madrid la Champions (foto FB Real Madrid)

Il gol di Vinicius regala al Real Madrid la Champions (foto FB Real Madrid)

Dalla Decima di Carlo Ancelotti si è arrivati alla Decimocuarta con lo stesso allenatore. In mezzo, le tre coppe di Zidane, che nella scorsa stagione si era fermato in semifinale a Stamford Bridge.

In una dimensione parallela, forse, col PSG dominante all’andata e per 60 minuti al ritorno al Bernabéu, Donnarumma non perde il pallone sulla pressione di Benzema e oggi parleremmo di tutt’altro. Al contrario, il Madrid galvanizzato dalle giocate del bomber cresciuto nel Lione e dalle magie di Modric, ha segnato tre gol che somigliavano ad una combinazione jab-montante-gancio di un pugile che esce dalle corde e atterra l’avversario, dopo aver incassato per tutti i round.

Persino con il Chelsea, dopo aver vinto 3-1 in trasferta, il Real ha trovato il modo di andare sotto 0-3 al Bernabéu. Un lancio d’esterno di Modric per il gol al volo di Rodrygo ha però cambiato l’inerzia di una partita in cui il Chelsea aveva sfiorato lo 0-4. E chi poteva a spuntarla ai supplementari?

Quanto a Guardiola, la partita d’andata, vinta 4-3 dal City, è stata un manifesto di tutto ciò che gli appassionati di calcio chiedono a questo sport. L’eccezionalità dell’evento è un monito per chi, come lo stesso Florentino Pérez, pretende di giocare ogni settimana gare come questa senza considerare il rischio, pressoché certo, che tali partite si dimostrino noiosa routine.

Carlo Ancelotti e il capolavoro dell’ineluttabile

Al Bernabéu il City passa in vantaggio e solo i centimetri del gambone di Courtois evitano il gol della staffa di Grealish. Sul ribaltamento il Real trova dapprima il gol del pari con Rodrygo che anticipa Ederson sull’assistenza tutto cuore di Benzema. Successivamente lo stesso esterno offensivo brasiliano si trova il pallone sulla testa  leggermente deviato, impattando come d’incanto alla perfezione. E nell’extratime ancora Benzema si guadagna e realizza il rigore decisivo, stavolta senza imitare il panenka dell’andata, pur decisivo per riportare la contesa all’interno di un gol di scarto.

Col City si è visto forse il vero capolavoro di Ancelotti. Quello di affidarsi ai giovani della panchina sostituendo l’intero centrocampo, asfissiato per tre quarti di gara dalla fitta rete di combinazioni palla a terra del City. D’altronde, De Bruyne e compagni si stavano apprestando, non senza patemi, a vincere la Premier, il campionato più duro del mondo.

Un torneo vinto davanti al Liverpool, che in finale a Parigi si aspettava certo di incontrare il City più che il Real Madrid.

Ancelotti si è però voluto superare. E dopo aver festeggiato la Liga “like a boss”, con tanto di sigaro e occhiali da sole, diventando l’unico allenatore con all’attivo uno “Scudetto” nei cinque principali campionati europei (Milan, Bayern, Real Madrid, PSG, Chelsea), ha conquistato il doblete che gli è valso il record di 4 Champions da allenatore.

Sulla sua strada il tedesco Klopp, stavolta senza la scimmia sulle spalle del 2018, quando ancora non aveva mai vinto questo trofeo, già sfiorato nel 2013 contro il Bayern ai tempi del Dortmund.

I due si erano affrontati di recente in Premier quando Ancelotti era allenatore dell’Everton, e più volte ha irretito i Reds nei derby pur avendo a disposizione una squadra inferiore.

Il cerchio di Courtois: da sconfitto con l’Atletico alla vittoria col Real Madrid in Champions

In una partita in cui il migliore in campo è risultato il portiere belga Courtois, a risolvere la contesa è stato un gol da futsal, con discesa improvvisa dell’uruguayano Valverde, ormai uomo di fiducia di Carlo, sul fronte destro dell’attacco madridista; tiro cross sul secondo palo chiuso a rete da Vinicius Jr., anticipando Trent Alexander Arnold, che il brasiliano l’aveva già sofferto nei quarti di finale della scorsa edizione, quando Vini era riuscito a realizzare una doppietta decisiva in quel di Valdebebas.

Salah scocca il tiro che verrà neutralizzato da Courtois (foto Ansa)

Fra le tante parate di Courtois, da sottolineare quella su Salah che ha salvato il risultato. Il tiro dell’egiziano era perfetto. Un diagonale secco, dopo uno splendido controllo volante a seguire per seminare Alaba e Ferland Mendy. Un destro che mirava a battere il portiere nel suo punto debole, la zona fra la spalla e la testa. Courtois è riuscito ad elevare il braccio destro con uno straordinario riflesso, quel tanto che basta per deviare il pallone col bicipite oltre il fondo e blindare il risultato.

Il belga ha chiuso un ideale cerchio: era il portiere dell’Atletico quando Sergio Ramos regalava i supplementari al Real, poi culminato nella Decima. Oggi, con Ancelotti allenatore, Courtois ha finalmente potuto sollevare al cielo la coppa che si era visto sfilare dalle mani quando difendeva la porta dei Colchoneros.

Minato nelle sue certezze, il dominio sugli esterni e la solidità difensiva grazie alla maggiore porzione di campo occupata, il Liverpool ha ceduto il passo ad un Real Madrid in missione Champions.

Dopo un cammino irripetibile per avversari sconfitti e situazioni epiche risolte in proprio favore, il Real Madrid ha vinto la Champions numero 14 della sua storia. Una competizione che ha contribuito a fondare, e che continua a portare, indelebilmente scolpito, il marchio della Casablanca.

 

Immagine di copertina: il Real Madrid e la Champions, un binomio imprescindibile, tratta dall’account FB ufficiale di Karim Benzema.