Il dominio basco nella Liga: La Real Sociedad 1980-82
Luglio 11, 2022“La prima cosa che feci come allenatore fu acquistare quattro baschi. I baschi sono coraggiosi, non hanno paura di niente. Avevo bisogno di gente così.”
(Johan Cruijff ai tempi del Barcellona).
Se per caso il 25 ottobre atterrate a Bilbao e andate alla ricerca di un negozio aperto, sarà molto difficile trovarlo. Sicuramente vedrete tantissime “Ikurriñas” (bandiera basca, rossa con due croci, una bianca e l’altra verde) appese alle finestre e, forse, troverete la tipica catena straniera aperta tutti i giorni dell’anno, ma non vedrete nessun negozio locale con la serranda tirata su.
Per tutta la Comunità Basca (“Euskadi” in basco) il 25 ottobre è un giorno indimenticabile, perché nel 1979 finalmente veniva approvato, per la seconda volta dopo 43 anni, lo Statuto di Autonomia del País Vasco (chiamato anche “Statuto di Guernica”). Con la morte di Franco nel 1975, la conseguente caduta della dittatura franchista e la nuova costituzione del 1978, la comunità poteva tornare a votare per l’“autonomia”. Quel giorno la vittoria fu schiacciante. Il 60% degli aventi diritto al voto si recò alle urne: il 90% di questi aveva barrato “SÌ”.
Per tutto il territorio dell’Euskadi quel referendum fu un’iniezione di orgoglio: finalmente dopo anni di dittatura gli Euskaldunak potevano parlare Euskera e sentirsi orgogliosi davanti a tutti, come dice la leggenda, di provenire da Tubal (nipote di Noè).
Real Sociedad: il senso di appartenenza basco si riflette sulla squadra
Questo senso di appartenenza e orgoglio si rifletté anche a livello calcistico. La Real Sociedad non perse per 38 partite di fila (le ultime sei della stagione 1978/79 e fino alla penultima partita della 1979/80). La sconfitta per 2-1 contro il Siviglia costò il titolo a vantaggio del Real Madrid.
San Sebastián (Donostia in Basco) con l’inizio del nuovo decennio si stava preparando a nuovi cambiamenti. Donostia stava diventando sempre di più una città turistica, si aprivano i primi pub, si iniziavano a vedere locali che davano birra alla spina (San Miguel Selecta) e i Ramones suonavano in città.
Nel mentre la Real Sociedad continuava identificandosi totalmente con il territorio. Tutti i giocatori erano baschi, ivi compreso l’allenatore Ormaetxea. Il mister era un ex giocatore “txuri-urdin” (bianco-azzurri in basco) e dopo il ritiro rimase in società come allenatore in seconda, fino a prendere le redini della squadra nel 1978, a soli 39 anni. Oltre a grandi giocatori come Arconada in porta, Kortabarria in difesa, Perico Alonso (padre di Xabi Alonso) e Zamora a centrocampo e Satrustegui in attacco, la vera chiave della squadra era lo stadio Atocha: un vero fortino inespugnabile.
Le due Liga della Real Sociedad tra il 1981 e il 1982.
Dopo aver perso la Liga alla penultima giornata del campionato 1979-80, anche la nuova stagione per la Real Sociedad non iniziava nella miglior maniera. Alla prima giornata i baschi incapparono in una sconfitta per 3-2 in casa del Valencia e, a differenza della “temporada” precedente, fino alla penultima partita non raggiunsero la vetta. I Txuri-urdin, con la vittoria a Murcia si trovavano a +1 sul Real Madrid e con lo scontro diretto a favore. Con un pareggio sarebbero stati campioni per la prima volta (a quei tempi la vittoria valeva due punti).
Era il 26 marzo 1981 e la Real Sociedad giocava la giornata valevole per il titolo nel Molinon di Gijon. I merengues, dal canto loro, erano in trasferta in casa del Real Valladolid.
La squadra allenata da Ormaetxea si portava in vantaggio con Kortabarria, ma lo Sporting Gijon la ribaltava con due gol di Mesa (uno a pochi secondi dal fischio del 45esimo e il secondo nel primo minuto del secondo tempo). Nel frattempo, il Real Madrid vinceva per 1-3. I tifosi biancoazzurri non potevano credere ai propri occhi. Stava per ripetersi il copione della stagione precedente.
Quando nel Zorrilla di Valladolid la partita finì, i giocatori blancos iniziarono a gridare, festeggiare, Juanito (come aveva promesso) si fece il campo in ginocchio. Non sapevano che al Molinon la partita non era ancora finita. La Real Sociedad attaccava disperatamente, ma non riusciva a trovare in nessuna maniera la via del gol. Fino a quando, a meno di trenta secondi dalla fine, Zamora si trovò proiettato su una palla vagante in area e segnò il gol del pareggio. Dall’inferno al paradiso e viceversa. Mentre i giocatori del Real Madrid non si capacitavano della situazione, quelli della Real Sociedad iniziavano a festeggiare: “Real Sociedad Txapeldunak” (Real Sociedad campionessa!). Dopo 72 anni tutti gli abitanti della Gipuzkoa (provincia che fa capoluogo a San Sebastian) potevano festeggiare una Liga.
Nella stagione 81/82 Arconada, Zamora e compagni vollero provare a vincere per la seconda volta. Dopo un’ottima partenza, con tre vittorie di fila, iniziarono a perdere punti. A cinque giornate dalla fine del campionato, il Barcellona era a più tre e la Liga sembrava persa. Nel vocabolario basco, però, la parola arrendersi non esiste. I ragazzi di Ormaetxea, con una clamorosa rimonta, raggiunsero la vetta alla penultima giornata e bissarono la Liga vincendo per 2-1 contro i cugini dell’Athletic, lasciando dietro il Barça e il Real Madrid.
Testo di Philip Supertramp, redattore per F&L e autore della pagina Facebook Serie A vs La Liga
Immagine di copertina: Account Twitter A Football Archive, formazione della Real Sociedad nei primi anni ’80
Otro gran artículo. Qué gran época del fútbol vasco
Gracias Fran! Hablamos mucho de Futbol espanol, siguenos!