Dybala alla Roma: un nuovo idolo per la capitale

Dybala alla Roma: un nuovo idolo per la capitale

Luglio 31, 2022 0 Di Philip Supertramp

“Seconda stella a destra questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino, poi la strada la trovi da te, porta all’isola che non c’è”

(Edoardo Bennato)

Gli idoli: se cerchiamo un filo conduttore in questo mercato, forse questa è la parola che più di tutte racchiude il senso di molti dei trasferimenti estivi.

Alcuni se ne sono andati, vedi Koulibaly da Napoli. Altri dopo essere stati accusati di tradimento sono tornati (tutti sappiamo di chi si stia parlando). E altri ancora cercano di ripercorrere le orme di eroi del passato, vedi Raphinha con Ronaldinho al Barcellona.

Di questi ce n’è uno che più di tutti ha fatto parlare: Paulo Dybala alla Roma. La parola idolo viene dal greco e significa “persona amata o venerata in quanto ritenuta una divinità” . La Joya per i tifosi giallorossi raffigura quest’immagine anche grazie alla sua esultanza che simboleggia la maschera di un gladiatore romano. “Tutti nella vita affrontiamo dei problemi e delle delusioni, per questo ho deciso di festeggiare ogni gol con la maschera da gladiatore. Dobbiamo affrontarli come guerrieri, anche se siamo sorridenti e felici”.

Un nuovo idolo per l’arena dell’Olimpico

I gladiatori erano prigionieri di guerra, schiavi. Ma anche persone libere indebitate, che attraverso i combattimenti nell’arena cercavano di raggiungere la gloria o la libertà. Fino a qualche settimana fa l’arrivo dell’argentino a Roma sembrava una vera e propria follia. Normalmente sono i giocatori giallorossi che vengono cercati dalla Juventus e non viceversa. Per quanto, in questo caso, come ha specificato lo stesso Dybala, l’argentino non rientrasse più nei piani della dirigenza bianconera. Inoltre, dalle cifre che circolavano, la richiesta sembrava essere di un ingaggio proibitivo per le casse romane. Era dai tempi di Batistuta che i tifosi della Magica non vedevano arrivare un giocatore del calibro dell’argentino.

Dybala, come i gladiatori romani, dopo il mancato rinnovo con la Juventus, era stato messo in secondo piano dall’Inter con l’arrivo di Lukaku. Ed è quindi arrivato alla corte dello Special One acceso da uno spirito di rivalsa nei confronti di chi non aveva creduto in lui.

Da quando la famiglia Sensi aveva venduto la Roma agli americani, prima Di Benedetto e poi Pallotta, il sogno americano nella capitale romana sembrava più che altro un incubo a stelle e strisce. Al contrario, l’arrivo della famiglia Friedkin a Roma ha fatto sì che i tifosi finalmente abbiano ricominciato a sognare e a credere che il pilota Dan li avrebbe portati davvero con il suo jet privato all’isola che non c’è.

A differenza del presidente bostoniano, che parlava tanto ma concludeva poco, nel silenzio più assoluto Dan e Ryan hanno, dodici mesi fa, ingaggiato Mourinho e poi a fine maggio riportato una coppa alla Roma dopo 14 anni.

Lo stregone di Setúbal, la Magica e la maledizione degli “zero tituli”

La presentazione di Paulo Dybala alla Roma

Dybala si è presentato in giallorosso in punta di piedi, rifiutando il numero di maglia che portava alla Juventus. “La 10 di Totti va conquistata sul campo e nei cuori della gente”. E i tifosi della Magica hanno ricambiato con un affetto sproporzionato fin da subito.

Anzitutto la maglia numero 21 è andata a ruba. Il primo giorno sono state vendute 535mila magliette, battendo il record di quel giocatore che forse gli tarpò le ali nel miglior momento: Cristiano Ronaldo (525mila) alla Vecchia Signora nel 2018.

Poi, la presentazione dell’Argentino davanti a 10mila tifosi al Colosseo Quadrato sulle note di “Roma, Roma, Roma” di Venditti, che è stata un vero e proprio spettacolo internazionale. Tanto da far venire voglia un po’ a tutti di diventare giocatori della Roma. Dybala, che era stato convinto da una telefonata di Mourinho, si è emozionato davanti a tanto affetto. Dopo una furtiva lacrima, a un certo punto si è seduto ad ammirare cosa significasse il suo arrivo per tutto quel popolo: una nuova speranza.

Da quando è arrivato l’ex Juve, come fu vent’anni fa per Batistuta, si sente circolare a bassa voce tra le strade della capitale romana la parola Scudetto. Tutti sanno che continua a essere una parola proibitiva. Ma con Mourinho in panchina e in attacco Pellegrini, Zaniolo, Dybala e Abraham, i tifosi sono consapevoli che la strada per l’isola che non c’è sia ben indicata.

 

Testo di Philip Supertramp, redattore per F&L e autore della pagina Facebook Serie A vs La Liga

Immagine di copertina tratta da Sky Sport