
Il talento fugace di Gaspare Umile da Marsala
Agosto 18, 2022Il pallone oggi rotola molto lentamente a Marsala.
La città dei due mari ha vissuto un’estate calcistica caldissima, come se non bastassero i gradi sul termometro a far sudare i lilibetani. Dopo la dolorosa retrocessione dal campionato di Eccellenza, sotto la denominazione Dolce Onorio Marsala, sono arrivate settimane di incertezza dovute ad un possibile cambio di proprietà per ora mai andato in porto.
La richiesta di ripescaggio in Eccellenza, presentata dal presidente Onorio, non è stata presa in considerazione. Marsala dovrà ripartire dal campionato di Promozione, verosimilmente con il nuovo nome di FC Marsala.
Delusione davvero cocente per i tifosi marsalesi, innamorati della propria squadra e appassionati di colori che hanno scritto la storia del calcio siciliano, indossati un tempo da affermati campioni come Patrice Evra e Marco Materazzi. Non resta quindi, ai tifosi di più vecchia data e con una lunga esperienza sui gradoni dello stadio, che lasciarsi andare ai ricordi dei bei tempi che furono e tramandarli a chi, purtroppo, non li ha vissuti. Seduti su una splendida terrazza affacciata sul mare, all’ombra di un imponente ficus monumentale, i nonni e i padri sicuramente raccontano ai ragazzi di Marsala chi era Gaspare Umile. Anzi, chi è.
C’era una volta il Marsala di Gaspare Umile
Come loro, Gaspare è un ragazzo di Marsala. Nato in un freddo gennaio del 1948, si innamora da subito del pallone e affina la sua tecnica nei viottoli polverosi e assolati di Marsala. E’ chiaro a tutti che quel bambino sveglio è il più forte di tutti i suoi coetanei, e all’inizio degli anni ’60 il Marsala Calcio lo inserisce nel suo settore giovanile. E’ una scommessa facile da vincere. Umile sfoggia numeri di gran classe coi pari età, diventando una seconda punta rapida e difficile da contenere. Doti che gli valgono un soprannome felino: U’Attu, il gatto, in dialetto marsalese.

un giovanissimo Gaspare Umile in una foto autografata, tratta dalla pagina FB Gaspare Umile
Nel 1965 ad appena 17 anni, Umile esordisce in Serie C, giocando una partita sul finale di un campionato amaro per i lilibetani, appena retrocessi in Interregionale. È in questo campionato che Umile si metterà in mostra e riceverà attenzioni anche da fuori Sicilia. A 19 anni, come molti suoi conterranei, farà le valigie e partirà per il Nord Italia. Ad aspettarlo però non c’è la Fiat o qualche altra fabbrica del Nord Italia, ma la Virtus Entella, che lo vuole per disputare il suo primo campionato di Serie C da titolare. E lui risponde con 4 gol, che contribuiscono ad issare la squadra di Chiavari fino al nono posto in classifica.
Proprio nel momento in cui la carriera di Umile sembrava incordarsi verso l’alto, il ragazzo di Marsala decide di fare una scelta controcorrente e scendere di categoria, oltre che geograficamente. Ad accoglierlo in rosa è l’Angri, ambiziosa società campana di Serie D. Il coraggio di Umile di calcare nuovamente i campionati interregionali si vede anche sul campo da gioco. Si butta su ogni pallone, lotta come un leone. Non ha paura di gettarsi nelle mischie d’area di rigore e di prendere le botte dei difensori arcigni degli anni ’60. Segna 15 gol in 2 anni, e la scelta di scendere di categoria magicamente lo ripaga.
La possibile svolta: Napoli e la Serie A
Nell’estate del 1970, alla porta dell’Angri bussa un osservatore del Napoli. Gli uomini di Chiappella sono appena arrivati sesti in Serie A, ma evidentemente ai collaboratori di Ferlaino non sono sfuggite le doti di quello sgusciante attaccante che sgomita sui campi della Serie D. Ovviamente, né l’Angri né Umile possono dire di no ad una chiamata del genere. Dall’Angri al Napoli, un triplo salto mortale che spaventerebbe chiunque.

il gol alla van Basten contro la Lazio (foto tratta dalla pagina FB Gaspare Umile)
Ma non Gaspare. Si allena con campioni infiniti come Altafini, Sormani e Hamrin. Il suo capitano è Antonio Juliano. La favola non sembra voler finire mai. Dopo lunghi mesi di panchina, chiuso da tanto talento, Chiappella lo fa debuttare in Serie A contro il Verona, in una partita giocata sul campo neutro di Bari. E’ il 20 dicembre del 1970, e Gaspare non si fa pregare. Gol al debutto, 2-0 per il Napoli.
Marsala è in festa. Il ragazzo venuto da laggiù ce l’ha fatta, è diventato un campione.
Qualche settimana dopo contro la Lazio segnerà un gol da cineteca. Raccoglie uno spiovente di Ghio da sinistra e colpisce al volo col destro, gonfiando la rete. Fatte le dovute proporzioni, un gol che ricorda molto quello segnato 18 anni dopo da Marco Van Basten in quell’Olanda-URSS. Uno dei più iconici gol di sempre.
Il portiere di quel Napoli era un certo Dino Zoff e a Marsala gira un simpatico aneddoto che coinvolge lui e Gaspare. Durante un allenamento dei partenopei, in un’esercitazione di tiro, Umile lascia partire il pallone, Zoff lo sfiora con le dita ma la palla si insacca. A quel punto Gaspare, da lontano, si rivolge al mitico portierone gridando in dialetto “Ti abbrusciano ancora i manu dopo chi tirai!”
E forse sì, a Zoff le mani bruciarono davvero quel giorno.

Gaspare Umile e Giorgio Chinaglia prima di Napoli-Lazio del marzo 1971 (foto tratta dalla pagina FB “Rassegna storica degli atleti di tutti gli sport in provincia”
Ma a bruciare è anche la voglia di Umile di essere protagonista sul campo. Non gli bastano 9 presenze in Serie A, con tre gol, in una squadra di campioni. Vuole giocare di più, e per farlo sale di nuovo, a Varese, dove però finisce per retrocedere e segnare solo un gol, in un’annata avara di soddisfazioni.
Di quell’anno a Varese ci restano le parole di un altro grandissimo del calcio azzurro, Giovanni Trapattoni, compagno di Asparino in quella sciagurata annata: “Umile aveva due grandi piedi ed era velocissimo, mi ricordava Anastasi. Calciava in porta con grande violenza, a cui univa una notevole precisione”.
Rientra al Napoli, ma il feeling con Chiappella, forse mai realmente nato, si spegne. Asparino non gioca mai, e nel 1973 decide di tornare a casa. Dalla Serie A alla Serie C, il salto mortale stavolta è doppio e all’indietro, ma la destinazione è la sua Marsala.
Il ritorno a casa di Gaspare Umile
Si dice che nessuno è profeta in patria, ma Gaspare è destinato a prendersi gioco di tutti i luoghi comuni possibili. Così, Umile a Marsala diventa un vero e proprio simbolo. Segna 34 reti in 4 anni, pur arretrando pian piano il raggio d’azione. Dopo un paio di anni a Chieti si sposta ad Alcamo, vicinissimo a Marsala, dove segna il suo record di reti in un campionato: 13 in una singola stagione, che gli valgono il titolo di vicecapocannoniere del girone di Serie D.
Ma il richiamo di Marsala è troppo forte, e Umile non resiste. Nel 1981 Torna a giocare in C per la sua squadra, e per lei darà tutto. Il tempo ha scalfito le qualità di quell’attaccante così saettante, ma per lui non è un problema. Nel 1983 inzierà il campionato giocando da libero, guidando la difesa dei lilibetani in un campionato disastroso, segnato da gravi mancanze societarie e finito mettendosi addirittura in porta nel derby contro l’Alcamo per sostituire il portiere Festa, espulso.
Il successivo campionato Interregionale è, se possibile, peggio del precedente. Ma Asparino non si tira indietro, gioca sempre, striglia i giovani, ci mette la faccia. Il Marsala vince soltanto due volte e raccoglie 25 sconfitte, alcune umilianti come lo 0-8 subito a Giarre.
Al momento di ritirarsi, nel 1986, Asparino può contare 296 presenze con la maglia della squadra della sua città, che lo ha lanciato quando era un ragazzino sbarbato e che lui ha deciso di dover difendere quando la barca affondava senza appello.
Un epilogo triste per un ragazzo mai dimenticato dalla sua gente
Finora abbiamo parlato di Gaspare Umile al presente. Ma Asparino, purtroppo, non c’è più. Un brutto male se l’è portato via giovanissimo, a 53 anni.
Il giorno del suo funerale, la Chiesa di S.Francesco di Paola, non lontana dallo Stadio Angotta dove Umile ha speso gran parte della sua carriera, è piena.
Tutta la sua gente ci tiene a salutarlo per l’ultima volta.
E tutti dicono la stessa cosa: era un campione. Se avesse creduto di più nei suoi mezzi, se avesse avuto più pazienza, se avesse avuto accanto chi poteva offrire i consigli giusti, Asparino avrebbe fatto un’altra carriera, forse sarebbe arrivato in Nazionale.
Ma ad Asparino la voglia di essere protagonista è sempre arsa in petto, così come l’amore per la sua città, che l’ha fatto tornare indietro quando ancora avrebbe potuto scattare in avanti.

Centro Sportivo Gaspare Umile a Marsala (foto Marsala Live)
Marsala gli ha intitolato un campo sportivo, in mezzo ai palazzoni della città, pensato per far giocare i ragazzi e farli innamorare del pallone nello stesso modo in cui se ne innamorò lui.
Perché anche le nuove generazioni di Marsala hanno bisogno, in questi tempi incerti, di contare sul proprio Gaspare Umile e di innamorarsene.
Una persona che lasci il segno come l’ha lasciato Asparino.
Testo di Nicola Luperini, per la rubrica “La Tana del Lupo”. Pisano, content editor per Sottoporta – il calcio internazionale, cura per Football&Life gli argomenti più caldi della settimana sul calcio italiano, dalla Serie A al calcio minors.
Immagine di copertina: pagina FB Gaspare Umile
L’autore ringrazia per il contributo: Pietro Pipitone e Gaspare Buscemi
Abbiamo iniziato a giocare insieme.. Io nella don bosco dei salesiani lui nell’olimpia di don Andrea Parrinello. Fu una partita allievi molto accanita.. al campo vecchio di Porta nuova… quello con la tribuna in legno… Era il 1961…l’nno dopo fummo compagni nell’olimpia.. Dove vince mmo con quella squadra tutto… Perdem mo la finale regionale solo col Palermo. Poi le nostre strade si divisero.. Gaspare inizio’la brillante carriera che tutti conosciamo. Ci siamo sempre rispettati come amici… Fino alla sua morte.. Egli ha lasciato un vuoto sportivo a tutti coloro che lo conobbero.. Sia sportivi… Sia tifosi MARSALESI… Ciao Gaspare.. Il tuo amico.. LUCIO DI GIROLAMO..
Ciao Lucio, grazie per la tua splendida testimonianza. Questo pezzo Nicola Luperini l’ha scritto per Gaspare e per tutti coloro che hanno voluto bene a lui e a quel calcio. Un abbraccio dalla redazione