Henok Goitom: three minutes hero

Henok Goitom: three minutes hero

Agosto 22, 2022 0 Di Simone Rinaldi

Ai più, soprattutto se non appassionati di calcio scandinavo o tifosi dell’Udinese, il nome di Henok Goitom non dice nulla.
“Three Minute Hero” cantavano The Selecters qualche decennio fa. E questo attaccante svedese di ascendenze eritree in serie A è stato più o meno questo. Ma andiamo con ordine.
Solna, nord di Stoccolma, settembre 1984. Una famiglia eritrea trasferitasi lì anni prima dà alla luce un tenero bimbetto a cui danno l’evocativo nome di Henok, patriarca del Cristianesimo Copto citato come autore di uno degli scritti più importanti per quel Credo. Henoch crescendo viene sedotto dal fascino della Sfera di Cuoio ed è anche piuttosto bravo. Tant’è che emerge come uno dei ragazzi più promettenti del circondario stoccolmitano.
Di lui si accorgono anche all’estero. Viene notato (estate 2003) dall’Udinese del Patron Pozzo, club che all’epoca era una vera e propria eccellenza nello scovare giovani talenti in tutto il mondo.
Da qui la leggenda del “Three Minutes Hero” bianconero: nella sua prima partita in Serie A, disputata il 19 febbraio 2005, il ventenne Goitom segna la rete del definitivo 1-1 in casa contro l’Inter, con un colpo di testa al 90′ a pochi minuti dal suo ingresso in campo. 
Una mossa disperata, quella di Spalletti di gettarlo nella mischia al posto dell’impalpabile Dino Fava. Talmente disperata che, nonostante il gol, non avrebbe avuto seguito. D’altronde, come si vede dalle immagini, l’Udinese era in quel momento la quarta forza del campionato (l’Inter di Mancini la terza). Gli highlights del match presentano nomi piuttosto nostalgici, un Mihajlovic in grande spolvero e un gol di Veron in cui De Sanctis appare un po’ sorpreso.

Una presenza, un gol: ma Spalletti non dà fiducia a Henok Goitom

Nonostante ciò, quella fu l’unica presenza registrata in campionato con la squadra friulana, che lo ha poi girato in prestito per due anni agli spagnoli del Ciudad de Murcia. Nella sua seconda stagione murciana vince il titolo di capocannoniere della Segunda División.
L’anno successivo, lasciato libero dall’ Udinese, passa in Liga con i rivali cittadini del Real Murcia. Quindi in prestito al Real Valladolid dove però non viene riscattato, nonostante i dieci goal all’attivo, che fanno di lui il miglior marcatore della squadra.
Nel 2009 passa all’Almería ma complice anche la retrocessione del club andaluso nel 2012 si svincola a parametro zero torna in Svezia al glorioso AIK, squadra con sede a breve distanza dai luoghi in cui Goitom è cresciuto.
Nei suoi primi tre anni e mezzo all’AIK riprende il dialogo con la rete fino ad arrivare alle 18 realizzazioni in 29 partite del 2015. In questa stagione, oltre a laurearsi vice-capocannoniere, è stato eletto ufficialmente miglior giocatore di tutta l’Allsvenskan. Dopo tre stagioni e mezzo ed un bottino di 40 reti in 93 presenze, non trova però un accordo con il club per l’estensione del contratto.

Spagna ed MLS, prima di tornare definitivamente in Svezia

Nel marzo 2016 torna in Spagna, al Getafe, fino al termine della stagione. Poi un breve esperienza in MLS con la maglia dei San Jose Earthquakes prima di far ritorno in giallonero nel marzo 2017 divenendone più capitano e conquistando l’ Allsvenskan nel 2018.
Il 4 dicembre 2021, in occasione dell’ultima giornata di campionato nonché della sua ultima partita in carriera, Goitom è riuscito a segnare proprio nei minuti di recupero il suo gol ufficiale numero 100 In 293 partite, con la maglia dell’AIK. Pur avendo giocato nelle selezioni giovanili non ha mai indossato la maglia della nazionale maggiore svedese. Nel 2015 ha deciso di rispondere alla convocazione dell’Eritrea.
Dopo il ritiro dall’attività agonistica sceglie la carriera di allenatore partendo dalle giovanili dell’AIK. Ma vista la crisi di gioco e di risultati dell’Almänna Idrottsklubben, (nonostante l’ingaggio tra gli altri dell’ex nazionale John Guidetti) culminata con l’eliminazione patita nei playoff di Conference League ad opera dello Slovačko (il Club degli slovacchi residenti a Praga) e la sollevazione dall’incarico del tecnico tedesco Bartosz Grzelak, per Henoch si aprono le porte della panchina della prima squadra.  Un libro…di Enoch tutto ancora da scrivere.

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Testo di Simone Rinaldi: tifoso del Bologna e della Virtus, Simone vive lo sport a 360 gradi. Pubblica quotidianamente contenuti sui suoi gruppi “Calcio Caraibi” (con Davide Tuniz) e “Sportsaround” (con Luca Sisto). Per passione scrive con su Football&Life.

 

Immagine di copertina tratta da Wikipedia, di dominio pubblico.